Dopo gli ok già arrivati di Bce, Bankitalia, Ivass e Consob, ieri è giunto anche il via libera (condizionato) dell’Antitrust all’Offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo a Ubi Banca. Ecco tutti i dettagli.
CHE COSA HA DECISO IL GARANTE SULL’OPS DI INTESA SU UBI
Secondo l’Authority presieduta da Roberto Rustichelli, Intesa Sanpaolo può comprare Ubi Banca ma deve cedere oltre 500 sportelli rinvenienti dall’operazione. L’Antitrust, anticipando un decisione il cui termine ultimo era fissato per il 25 luglio, ha dato dunque il via libera all’acquisizione di Ubi da parte di Intesa alla base dell’Ops, ma con correttivi peraltro già proposti da Intesa, che prevedono il passaggio di 532 filiali di Ubi da Intesa a Bper.
IL VIA LIBERA DEL GARANTE
Il via libera del Garante del mercato è condizionato alla cessione di oltre 500 sportelli bancari da parte di Ca’ de Sass. Una misura che consentirà di “risolvere le preoccupazioni emerse in corso d’istruttoria riguardo ai possibili effetti anticoncorrenziali”.
I DETTAGLI DEL PROVVEDIMENTO
L’Antitrust ha imposto a Intesa Sanpaolo alcune “misure di carattere strutturale per risolvere le preoccupazioni emerse in corso d’istruttoria riguardo ai possibili effetti anticoncorrenziali da essa derivanti”, spiega l’autorità. Intesa Sanpaolo dovrà cedere oltre 500 sportelli bancari, numero “ben superiore a quanto offerto originariamente”. E proprio sul tema della cessione degli sportelli, nel corso della fase istruttoria del procedimento avviato dall’Antitrust, il gruppo guidato da Carlo Messina ha prospettato all’Agcm la cessione di oltre 500 filiali che saranno acquisite da Bper. Le misure correttive proposte da Intesa Sanpaolo sono così risultate “idonee a rispondere alle criticità concorrenziali analizzate”.
L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE
L’Antitrust riconosce che, senza le prospettate cessioni, l’operazione «è idonea a produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante di Intesa» in diversi segmenti, dalla raccolta bancaria agli impieghi, dal risparmio amministrato alla gestioni patrimoniali. Ma proprio per questo motivo l’ente chiede a Intesa di marciare spedita nell’accordo con Bper: la cessione degli sportelli a Modena, a quanto risulta al Sole 24Ore, dovrebbe essere ultimata nel giro di 12 mesi circa. E se Intesa non raggiungesse la quota del 67% delle adesioni all’Ops, e non avesse la forza per imporre la cessione degli sportelli a Bper (o di una parte), Ca’ de Sass dovrà cedere sportelli di sua proprietà.
LA CESSIONE DEGLI SPORTELLI
L’operazione di cessione degli sportelli avverrà senza problemi nel caso in cui Intesa Sanpaolo riuscirà a raggiungere il 66,67% del capitale di Ubi Banca, che gli permetterà di controllare l’assemblea straordinaria. Potrebbero sorgere eventuali problemi (qui l’approfondimento di Start) nel caso in cui l’Ops si fermi al 50% più una azione. E su questo tema l’autorità presieduta da Rustichelli fornisce indicazioni evidenziando che qualora Intesa Sanpaolo non riesca a cedere tutti o alcuni degli sportelli di Ubi, si prevede la “cessione di sportelli di Intesa Sanpaolo idonea a produrre effetti almeno equivalenti a quelli derivanti di Ubi”.
CHE COSA HA DETTO UBI ALL’ANTITRUST
Nel corso del procedimento Ubi Banca ha anche evidenziato il ruolo di “operatore maverick”, con una capacità di integrazione e di aggregazione, attraverso operazioni di crescita esterna. Su questo tema l’Antitrust ha rilevato che agli atti dell’Istruttoria non sono emerse “evidenze, né certe né univoche, in merito alla reale possibilità di Ubi di costituire un terzo polo bancario”. Gli elementi forniti si limitano a “mere ipotesi di lavoro – prosegue l’Antitrust – relative a fasi molto preliminari di progetti di aggregazione di Ubi con altri operatori, non condivise o presentate né a livello di cda, né di assemblea”.
IL COMMENTO DI MESSINA
Secondo il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, la decisione dell’Antitrust conferma che “l’operazione è pienamente compatibile con la concorrenza”. Intesa Sanpaolo incassa un ulteriore risultato positivo e mette in soffitta il dossier delle autorizzazioni. Si tratta di un “passaggio di importanza fondamentale perché garantisce agli azionisti Ubi, che aderiranno all’offerta, la totale correttezza dell’operazione dal punto di vista regolamentare”, aggiunge Messina.
LE PAROLE DI MASSIAH
La decisione dell’Agcm arriva nella seconda settimana del periodo di conferimento delle azioni di Ubi Banca a Intesa Sanpaolo che hanno raggiunto il 3,106%. Sull’Ops il ceo di Ubi, Victor Massiah, da Orio al Serio (Bergamo) per i 50 anni dello scalo aeroportuale, ha evidenziato che “noi siamo il management gli altri sono i soci e sostanzialmente il management non ha posizione. Il management può avere dei suoi pensieri ma chi commenta sono i soci”.