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Occupazione Femminile

Cosa fare per garantire l’occupazione femminile nelle transizione digitale e verde

Il post di Alessandra Servidori.

Nella guida della commissione per la stesura dei piani nazionali è stato chiesto ai paesi di spiegare al dettaglio come il piano garantirà equità di genere e pari opportunità. La strategia della trasversalità per l’attuazione di misure per sostenere l’occupazione delle donne  garantisce, se ben pianificata, una maggiore efficienza e capacità di raggiungere gli obiettivi.

Molto bene l’impegno della ministra Bonetti sull’assegno unico alle famiglie, ma attendiamo di verificare  azioni reali e concrete perché un piano che punta soprattutto su digitale e green – che sappiamo essere mercati con un fortissimo squilibrio di genere, in cui le donne sono poco presenti – va organizzato con misure indirizzate a donne che ora non sono nel mercato del lavoro, che magari ne sono entrate e uscite con competenze diverse ma che sono disponibili a rientrare e ad acquisire professionalità  spendibili in questi settori, insieme a dispositivi volti a incrementarne l’assunzione non solo in settori nuovi ma anche in settori non  tradizionalmente maschili come energia, agricoltura, costruzioni e trasporti..

Dunque, serve adesso un forte impegno  politico per la riqualificazione professionale  e l’attuazione del gender mainsteaming che  ha bisogno di una governance istituzionale robusta: significa, per l’attuazione del piano, individuare le fonti di finanziamento, soprattutto quelle già spendibili subito come il Fondo nuove competenze, e che sia operativa e di alto livello una struttura di formazione e valutazione agganciata ad Anpal.

Significa organizzare corsi di formazione veloci, intensivi e di qualità territoriali e regionali, raccogliendo le richieste delle aziende e chiedendo alle imprese una collaborazione strettissima, con ovviamente un riconoscimento di sgravi e agevolazioni fiscali e contributive.

Contemporaneamente, un piano operativo sugli investimenti nell’economia della cura insieme a quello sulla transizione verde e digitale, perché investire in queste infrastrutture è importante, essendo il settore cura (che include sanità, scuole, strutture per l’infanzia e la lungodegenza ) ad alta intensità occupazionale femminile, quindi permetterà di bilanciare gli effetti degli investimenti per un’economia verde e digitale.

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