Skip to content

Caltagirone e Delfin si spartiscono i vertici della Mediobanca senesizzata

Tutti i nomi del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca in vista dell'integrazione con Monte dei Paschi di Siena: Alessandro Melzi d'Eril (gradito a Caltagirone) sarà il nuovo Ceo, mentre Vittorio Grilli (vicino a Delfin) il presidente.

Giovedì il consiglio di amministrazione di Mediobanca, l’istituto controllato da Monte dei Paschi di Siena con l’86,3 per cento delle quote, si è riunito per definire il nuovo vertice: la carica di amministratore delegato andrà a Alessandro Melzi d’Eril (nella foto), mentre quella di presidente a Vittorio Grilli.

GRUPPO CALTAGIRONE E DELFIN SI SPARTISCONO IL VERTICE DI MEDIOBANCA

Melzi d’Eril, già amministratore delegato della società di gestione del risparmio Anima sgr, con esperienza anche nel settore del private equity – fino al 2011 è stato direttore degli investimenti di Clessidra -, è particolarmente gradito a Franco Gaetano Caltagirone, che possiede il 9,9 per cento del gruppo Monte dei Paschi di Siena oltre a essere azionista di Anima sgr, sopra il 5 per cento.

Vittorio Grilli, invece, è economista, ex-ministro dell’Economia e attualmente presidente di JpMorgan Emea, la divisione europea e mediorientale della grande banca d’affari statunitense. Grilli è da tempo consulente di Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, che possiede il 9,8 per cento di Monte dei Paschi di Siena.

CHI CI SARÀ NEL CDA DI MEDIOBANCA

Oltre a Melzi d’Eril e a Grilli, stando al Sole 24 Ore il nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca sarà composto da:

  • Sandro Panizza, l’unico nome rimasto del board uscente;
  • Tiziana Togna, ex-vicedirettrice generale della Consob;
  • Federica Minozzi, amministratrice delegata di Iris Ceramiche e figlia di Romano, storico azionista di Mediobanca;
  • Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas;
  • Andrea Zappia, ex top manager del gruppo Sky ora nel cda EssilorLuxottica;
  • Massimo Lapucci, ex segretario generale di Fondazione Crt;
  • Ines Gandini, commercialista e revisore;
  • “due manager del gruppo Monte dei Paschi di Siena” non specificati.

Il nuovo consiglio sarà operativo dal 29 ottobre. E avrà innanzitutto il compito di realizzare il trasferimento di Mediobanca all’interno di Monte dei Paschi di Siena, dopo l’Opas (offerta pubblica di acquisto e scambio) lanciata con successo da quest’ultima. Monte dei Paschi di Siena è guidata dal 2022 da Luigi Lovaglio.

IL PEANA A MELZI D’ERIL

Il Corriere della sera si è distinto per elogiare le doti di Melzi d’Eril: “Sobrio, impegnato, trasparente con tutti, un grande lavoratore che non ama gli sprechi, a Melzi d’Eril è attribuita un’ attenzione particolare all’efficienza, a partire dalla propria. Anche con questo metro valuterà il lavoro della sua squadra, già avvezza a lavorare a fondo, con l’impegno a valorizzarla”.

COSA (NON) FANNO MEF E BANCO BPM

Oltre al Gruppo Francesco Gaetano Caltagirone e a Delfin, gli altri azionisti principali di Monte dei Paschi di Siena sono il ministero dell’Economia (11,7 per cento) e Banco Bpm (8,9 per cento). Repubblica ha scritto che entrambi si sono astenuti dalle nomine del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca: il ministero dell’Economia lo ha fatto “per opportunità politica”, mentre Banco Bpm “per rispetto di un concorrente che, almeno per un po’, resterà tale”.

I PIANI DI LOVAGLIO

In un podcast prodotto da Bloomberg, Lovaglio – che il prossimo 9 ottobre sarà in audizione al Senato – ha spiegato che Monte dei Paschi di Siena “forte della posizione raggiunta, sarà pronto a giocare un ruolo da protagonista” nel “risiko bancario italiano”, che nei prossimi anni dovrebbe entrare nella “seconda fase”.

“Le dimensioni non sono più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi”, ha aggiunto. “Il consolidamento è fondamentale, basta confrontare le principali banche europee con quelle statunitensi per cogliere la differenza di scala, di capacità di investimento”. Di conseguenza, le operazioni all’estero “restano difficili da sostenere senza una posizione forte nel mercato domestico”: a questo proposito, l’operazione con Mediobanca è stata definita “un game changer, un passaggio chiave per la prossima fase di crescita del settore bancario italiano ed europeo”.

Torna su