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Nexi Sindacati

Chi picchia (e perché) su Nexi

Polemiche per la cessione della società sarda di tlc, Numera, a Nexi. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Suscita aspre critiche la cessione di Numera, società sarda che opera nel settore Ict, a Nexi. Sulle barricate i sindacati del credito, che già nei mesi scorsi – dopo l’annuncio dell’operazione – avevano espresso forti perplessità. Le segreterie territoriali e provinciali di Sassari di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin sono intervenute di nuovo in questi giorni a seguito delle dimissioni del presidente di Numera Spa, Antonio Capitta, che aveva espresso voto contrario.

COS’È NUMERA

Numera Sistemi e Informatica S.p.a., società che opera nell’ambito dell’Information and Communication Technology, ha sede a Sassari ed è totalmente controllata dal Banco di Sardegna. Storica azienda del territorio, Numera è specializzata in merchant acquiring, gestione pos e attività di supporto al sistema bancario.

Suo principale cliente è Banco di Sardegna che ha sede amministrativa e segreteria generale a Sassari e che nel 1992, ai sensi della Legge Amato, si è trasformato in società per azioni. Nel 2001 è stata perfezionata l’operazione di acquisizione della quota di maggioranza del Banco di Sardegna, e indirettamente delle diverse società che fanno parte del suo gruppo, da parte della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, di cui è diventata “sub-holding”.

LA PARTNERSHIP DI BPER E BANCO DI SARDEGNA CON NEXI

Il 1° giugno scorso Bper ha annunciato di aver sottoscritto, insieme a Banco di Sardegna, un accordo per la costituzione di una partnership strategica di lungo termine con Nexi “da realizzarsi mediante il trasferimento dei rispettivi rami aziendali aventi ad oggetto le attività di merchant acquiring e gestione POS”. Nell’ambito dell’intesa Banco di Sardegna si impegnava a cedere a Nexi la partecipazione detenuta in Numera Sistemi e Informatica S.p.A. “previo carve-out da Numera stessa delle attività non relative alla gestione e assistenza POS”.

“Il corrispettivo dell’Operazione – si legge nella nota sul sito di Bper – è pari a 384 milioni di euro (inclusivo di una componente differita fino a 66 milioni di euro il cui pagamento è condizionato al raggiungimento di taluni target economici e qualitativi). Il business oggetto di conferimento ha generato nel corso del 2021 un volume transato complessivo di €13 miliardi mediante una rete di più di 110 mila esercenti e circa 150 mila POS”.

La partnership – di cui si indicava il closing nella seconda metà del 2022 – “consentirà di valorizzare ulteriormente la componente strategica del merchant acquiring con le competenze presenti all’interno del Gruppo Bper, attraverso un sistema di governance per la condivisione con Nexi del percorso evolutivo dei prodotti e servizi di acquiring per la clientela del Gruppo Bper. Risulteranno altresì valorizzate le attività relative ai sistemi di pagamento di Numera, riconoscendone il ruolo strategico quale centro di eccellenza nel territorio in cui attualmente opera”.

LE CRITICHE DEI SINDACATI

Come si diceva, già a luglio le organizzazioni sindacali avevano fatto sentire la propria contrarietà all’operazione lamentando “un altro colpo pesante all’economia e alla prospettiva di valorizzazione economica del territorio” costretto “a pagare una linea industriale sempre meno attenta a valorizzare capacità, professionalità e specificità maturate e consolidate nel tempo”. Peraltro, notavano, “il caso non è isolato. Prima i noti tentativi di trasferimento di lavorazioni del Banco di Sardegna fuori dall’isola, evitato grazie alla grande mobilitazione sindacale del 2019, poi le recenti volontà di chiusura massiccia di agenzie del Banco di Sardegna, ora la cessione di Numera”. Per questo chiedevano “con forza che la Fondazione di Sardegna, le autorità politiche regionali e locali e tutto il mondo sindacale sardo” si costituisse “a presidio di tutela del lavoro e dei lavoratori”.

Ora Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin sono tornate alla carica proprio all’indomani delle dimissioni di Capitta. “Nonostante la posizione di contrarietà espressa dall’ormai ex presidente di Numera giunga evidentemente in forte ritardo rispetto non solo all’annuncio ufficiale dell’operazione ma anche a comunicati dei sindacati territoriali di settore, ad articoli sulla stampa avvenuti durante l’estate scorsa e addirittura alle comunicazioni formali di avvio di procedure sindacali ufficiali che datano 30 settembre scorso, riteniamo che tale fatto sia comunque la testimonianza più fedele delle preoccupazioni già espresse a più riprese dall’intero ambiente sindacale territoriale di settore” dichiarano in una nota congiunta.

“A nostro parere, non deve trarre in inganno l’aspetto legale della cessione dell’intera quota azionaria dal Banco di Sardegna a Nexi Spa. Così potrebbe sembrare un semplice cambio di proprietà” sottolineano evidenziando poi che “nei fatti, ciò che si realizza è invece lo smembramento della società, quel ‘carve-out’ dichiarato dalla stessa Bper Banca Spa, che nei fatti comporta da un lato una diaspora di lavoratori che verranno suddivisi fra una nuova Numera, Banco di Sardegna e Bper Banca stessa e dall’altro la disgregazione di una società leader dell’informatica a Sassari, fiore all’occhiello del settore in Sardegna, con importanti connessioni a livello nazionale”.

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