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Non solo Carige, ecco le prossime mosse di Bper

Mosse e scenari su Bper dopo Carige. Fatti, numeri e analisi (con lo zampino del socio Unipol). L'articolo di Emanuela Rossi

 

Bisogna attendere metà febbraio per capire qualcosa di più del futuro di Carige. Entro quella data, infatti, Bper presenterà un’offerta vincolante al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – che dal 2019 possiede l’80% della banca genovese, all’epoca commissariata – dopo il niet alla proposta avanzata poco prima di Natale. Un’operazione che guarda caso “piace” all’amministratore delegato Piero Montani, ex ad di Carige: “Ci aiuterebbe a completare la mappa geografica, la Liguria è una zona importante” ha detto in una recente intervista a La Stampa, sottolineando che “abbiamo dimostrato, senza possibilità di equivoci, la volontà di crescere anche per linee esterne e di portare avanti progetti che possono giovare all’intero sistema bancario italiano”.

Nel frattempo il gip di Milano ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta in cui risultavano indagati per aggiotaggio, fra gli altri, Carlo Cimbri e Pierluigi Stefanini, amministratore delegato e presidente di Unipol, primo azionista dell’istituto modenese con il 20%. L’indagine si sviluppava intorno ai rapporti di concambio deliberati nell’operazione di fusione del 2013 tra la compagnia assicurativa bolognese e le società del gruppo Fondiaria – Fondiaria-Sai, Milano Assicurazione e Premafin – all’epoca della famiglia Ligresti.

LE OFFERTE DI BPER E LE MOSSE DEL FONDO INTERBANCARIO

Come si diceva, ai primi di gennaio il Fitd ha deciso – dopo valutazione “comparativa” e interlocuzioni con “un numero considerevole di soggetti potenzialmente interessati” – di dare a Bper un periodo di esclusiva di un mese per presentare entro il 15 febbraio un’offerta vincolante su Carige https://www.startmag.it/economia/perche-le-grandi-banche-daranno-carige-a-bper/ . Un tempo necessario alla banca guidata da Montani per effettuare una due diligence, assistita dai suoi advisor Rothschild e Mediobanca, e dunque poi formalizzare la proposta definitiva. La chance è arrivata dopo che Bper ha chiesto una dote finanziaria pari a 530 milioni a fronte de pagamento simbolico di 1 euro.

Stavolta il Fondo ha detto sì dopo aver chiuso le porte a fine 2021. Il 21 dicembre scorso la banca modenese aveva diffuso una nota a mercati chiusi in cui asseriva che il cda aveva preso atto “dei contenuti della lettera del Fondo interbancario del 20 dicembre, con la quale il Fitd ha ritenuto non accoglibile l’offerta non vincolante presentata da Bper Banca lo scorso 14 dicembre e avente a oggetto l’acquisizione di una partecipazione pari all’88,3%, di cui l’8,3% detenuta da Cassa Centrale Banca, del capitale di Banca Carige”. Allora la richiesta al Fondo di ricapitalizzare era di 1 miliardo. Inoltre Bper preannunciava il lancio di un’offerta pubblica di acquisto a 80 centesimi per titolo sull’11% in mano ai piccoli soci genovesi. Il Fitd aveva allora risposto negativamente perché c’è un articolo dello statuto che limita i contributi delle banche consorziate a 500 milioni, che possono aumentare fino a non oltre 700 milioni, rimanendo dunque ben lontani dal miliardo chiesto dalla banca modenese.

Dal canto suo, Bper ha potuto rivedere i proprio piani perché certa di poter trasformare in credito d’imposta una quota di attività per imposte anticipate, le cosiddette Dta (Deferred Tax Asset), che la legge di Bilancio ha prorogato al 30 giugno prossimo per un limite di 500 milioni.

Da ricordare che dal 2019, anno di ingresso del Fitd nel capitale di Carige con un aumento pari a 700 milioni, è arrivata nell’azionariato anche Cassa centrale banca che ha acquistato l’8,3% della banca ligure al prezzo di 65 milioni. Rimangono in attesa, al momento, gli altri gruppi interessati a Carige, ossia Crédit Agricole e il fondo Cerberus.

COSA NE PENSANO GLI ANALISTI

Secondo quanto riferisce l’Ansa la mossa di Bper sulla banca genovese piace pure agli analisti. Ad esempio Equita ritiene che la ricapitalizzazione e la conversione dei crediti fiscali per 320 milioni dovrebbero “permettere di coprire i costi di ristrutturazione e integrazione. Il nuovo gruppo avrebbe un Cet 1 ratio attorno al 13% e un Npe ratio sotto al 5%”. Non solo: “L’operazione sarebbe positiva anche per Unipol, primo azionista di Bper”.

Altri numeri arrivano dagli analisti di Kepler Cheuvreux, secondo cui l’istituto modenese con l’acquisizione potrebbe vedere crescere la sua “base clienti del 20%, superando i 5 milioni dopo l’aggiunta di 800.000 clienti di Carige. Potrebbe superare il 5% del mercato italiano nei prestiti e depositi”. Insomma, “le sinergie potenziali sono significative a regime, da ricavi extra, da un minore costo del finanziamento e dai risparmi derivanti dalla fusione delle due banche”.

LA “SUPER BPER” O TERZO POLO

Corriere Economia ha fatto qualche conto sul polo che potrebbe nascere dall’unione di Bper con Carige sommando i dati finanziari dei due gruppi al 30 giugno scorso e anche quelli di Popolare Sondrio, di cui Bper detiene il 10% del capitale, che in un secondo momento potrebbe aggregarsi. Ebbene, la “Super Bper” – o per altri il terzo polo – arriverebbe a un totale dell’attivo di 209,3 milioni e a crediti verso la clientela per più di 119 milioni. La raccolta diretta crescerebbe fino a 150,8 milioni a fronte degli oltre 500 milioni di Intesa Sanpaolo e di Unicredit mentre i dipendenti sarebbero quasi 25mila in 2.604 sportelli. Cifre che, secondo il dorso economico del quotidiano diretto da Luciano Fontana, evidenziano come “la strada per il terzo polo è ancora molto lunga e non potrà che passare, prima o poi, per la milanese Piazza Meda, sede di Banco Bpm, una banca che da sola conta attivi per 198,5 milioni di euro.

E POPOLARE SONDRIO?

Per quanto riguarda la Banca Popolare di Sondrio occorre ricordare che neppure un mese fa si è conclusa la sua trasformazione in società per azioni dopo 150 anni di storia societaria cooperativa. Popolare Sondrio intanto ha già da qualche mese registrato il sostegno di Unipol, suo primo azionista (9%) e anche partner commerciale (in Arca Vita e in Arca Fondi tramite Bper). A inizio novembre l’ad Cimbri aveva detto: “Con Sondrio possiamo fare molto di più anche solo con la distribuzione di prodotti assicurativi. Le scelte sono della banca, quindi se la banca vorrà crescere attraverso aggregazioni valuteremo con loro se possiamo supportarli. Se invece vuole rimanere nell’attuale configurazione saremo soddisfatti”.

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