Skip to content

perequazione

No alla patrimoniale sponsorizzata da Landini, sì agli investimenti (e anche alle trivelle). I consigli di Pirani (Uil)

Il segretario generale Uiltec, Paolo Pirani, a Start Magazine: la patrimoniale ha effetto depressivo sull'economia, avanti con investimenti pubblici e privati, siglare patto per lo sviluppo tra sindacati e imprese.

No alla patrimoniale, sì al rilancio degli investimenti pubblici e privati. Nei giorni in cui fervono le discussioni all’interno del governo sul Documento di programmazione economica e finanziaria, Paolo Pirani, segretario generale Uiltec (la federazione che rappresenta i lavori dell’energia, della chimica e del tessile), fornisce la sua ricetta per aiutare un Paese “in bilico tra recessione e stagnazione”.

PATRIMONIALE HA EFFETTO DEPRESSIVO SU ECONOMIA, DAL GOVERNO MISURE CONTRADDITTORIE

Pirani è decisamente contrario alla proposta lanciata nei giorni scorsi dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che in un’intervista a La Repubblica ha evidenziato la necessità di una riforma fiscale con cui si intervenga anche “sulle ricchezze per una lotta contro le disuguaglianze”. “Servono misure che rilancino lo sviluppo e che non abbiano un effetto depressivo sull’economia come la patrimoniale – commenta il segretario Uiltec in una conversazione con Start Magazine -. Stupisce che idee del genere allignino ancora nel mondo sindacale. Bisogna invece ridurre drasticamente le tasse sul lavoro, combattere l’evasione fiscale, rilanciare gli investimenti pubblici e privati. Questa è la bussola per la nostra economia”, secondo Pirani, che però rimprovera il governo di non star agendo in questa direzione. Anzi. “Si adottano misure contraddittorie – critica l’esponente di spicco della Uil -, non c’è nessuna idea di riforma fiscale ed è decisamente fuori luogo rilanciare concetti di patrimoniale”.

NON SOLO IVA, SERVE REVISIONE GENERALE DEL SISTEMA FISCALE ITALIANO

Un elemento su cui il governo gialloverde e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sembrano allineati è il no all’aumento dell’Iva. “Si tratta di una condizione che ci stiamo portando dietro da troppi anni con le clausole di salvaguardia – sottolinea Pirani -. E’ un macigno per la nostra economia. A mio avviso occorre una revisione generale del sistema fiscale italiano in modo da renderlo effettivamente fruibile per le politiche di sviluppo”.

E IL GOVERNO COSA FA?

Nel frattempo, l’azione di Palazzo Chigi non convince troppo il segretario generale Uiltec. “All’interno del governo coesistono due politiche economiche alternative fra di loro e si registra la difficile mediazione del ministro Tria che però – avverte – pare ripercorrere vecchie strade già battute dagli esecutivi precedenti”. Al contrario, ora “serve fare la voce forte nei confronti dell’Unione europea per togliere dai vincoli investimenti e riduzioni fiscali piuttosto che per i problemi dei barconi o per l’export delle arance italiane in Cina”.

SIGLARE UN PATTO PER LO SVILUPPO TRA SINDACATI E IMPRESE

Il leader Uil dei lavoratori del tessile, energia e chimica vede di buon grado, in questo momento, un patto per lo sviluppo tra sindacati e imprese. “Si tratta di una tendenza che sta emergendo e che non possiamo ignorare – rileva -. C’è un vento del Nord che da Torino (la manifestazione Sì Tav di sabato scorso, ndr) soffia verso Assolombarda (che chiede la sospensione di Quota 100, ndr) e Ravenna (dove a marzo si è svolta la manifestazione contro il blocco delle trivellazioni, ndr) e oltre. C’è un Paese che non ne può più di dire di no a tutto”. Nel patto ci sono persone che “credono nell’Italia, in un Paese che ha molto da dare e da dire in Europa e nel mondo senza richiudersi nei propri confini”. Per Pirani uno spiraglio nell’attuale difficile situazione potrebbe venire proprio dalla costruzione di un “blocco sociale che coinvolga il mondo del lavoro, le aziende più grandi che concorrono sul piano internazionale e le piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della nostra economia”. Occorre insomma un “vero patto con cui peraltro ci si possa confrontare con il governo. Se tutti vanno a ruota libera, e in più con una politica che fa orecchie da mercante, si rischia di non andare da nessuna parte”.

Torna su