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Nexi

Nexi: conti, scenari e borsa

Che cosa emerge dalla trimestrale di Nexi, che cosa ha detto il vertice della società attiva nel settore dei pagamenti digitali e i commenti degli analisti.

Nexi sugli scudi in Borsa e non solo. Ecco numeri, scenari e commenti.

COME VA NEXI IN BORSA

Nexi allunga ancora in Borsa sulla scia dei risultati e delle indicazioni fornite dal management: il titolo sale del 6% a 6,35 euro, ricucendo così lo strappo avvenuto in reazione ai numeri della concorrente francese Worldline quando le azioni della società italiana dei pagamenti persero il 13% in un’unica sessione.

I continui rumors sull’interesse di fondi di private equity per il gruppo avevano già contribuito a far risalire i prezzi di Borsa nelle ultime sedute: il ceo Paolo Bertoluzzo, pur non commentando nel merito le indiscrezioni, ha sottolineato che le voci sono un segnale di come gli investitori di alto standing considerino sottovalutata la società.

I PRIMI NOVE MESI DI NEXI

Nexi ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi per 2.448,8 milioni di euro, in crescita del 7% sullo stesso periodo del 2022, e con un ebitda salito del 10,2% a 1.267,7 milioni mentre il margine dell’ebitda sui ricavi è migliorato di 149 punti base, al 52%.

La società di pagamenti, si legge in una nota, ha confermato la guidance sul 2023 dopo aver registrato nel terzo trimestre ricavi in crescita del 5% a 871,7 milioni e un ebitda salito dell’8% a 495,8 milioni, sostanzialmente in linea con il consensus. Gli analisti si attendevano infatti ricavi a 871 milioni e un ebitda di 491 milioni.

COSTI, RICAVI E DEBITI DI NEXI

Nei nove mesi i costi sono saliti del 3,8% a 1.181,1 milioni, di cui 375,9 milioni nel terzo trimestre (+1,3%), con la leva operativa, il controllo dei costi e le sinergie che hanno parzialmente compensato le pressioni inflazionistiche. L’indebitamento finanziario netto gestionale è sceso a 5.348 milioni mentre il rapporto con l’ebitda è diminuito a 3,1 volte, in linea con il piano. La leva finanziaria pro-forma che invece include le sinergie run-rate si attesta a circa 2,8 volte l’ebitda. La scadenza media del debito è di circa 3,3 anni con un costo cash medio al lordo delle imposte sostanzialmente stabile al 2,84%.

LA GUIDANCE 2023 DI NEXI

Nexi ha confermato la guidance 2023 che prevede ricavi in crescita di oltre il 7%, un ebitda che salga di oltre il 10%, una generazione di cassa in eccesso di almeno 600 milioni, una leva finanziaria pari a circa 2,9 volte l’ebitda e un utile per azione normalizzato in crescita di oltre il 10%. La divisione ‘merchant solutions’, dedicata agli esercenti e che rappresenta circa il 57% dei ricavi del gruppo, ha registrato nei nove mesi ricavi per 1.390,7 milioni (+8,2%), gestendo 13.708 milioni di transazioni (+13,9%), per un valore di 611,6 miliardi di euro (+8,6%).

COME È ANDATO IL TERZO TRIMESTRE DI NEXI

Nel terzo trimestre, i ricavi sono stati pari a 504,3 milioni, con un aumento limitato al 5,6%, principalmente a causa del confronto anno su anno che risente della forte performance registrata nell’estate 2022 in tutte le geografie. La divisione ‘issuing solutions’, relativa alle carte, che rappresenta circa il 32% dei ricavi del gruppo, ha registrato ricavi pari a 789,3 milioni, in crescita del 6,9%, con 14.269 milioni di transazioni gestite (+11,5%) per un valore pari a 659,6 miliardi (+9,4%), mentre nel trimestre la crescita dei ricavi ha rallentato al 4,5%, per un controvalore di 272,8 milioni. Infine la divisione Digital Banking Solutions, che rappresenta l’11% dei ricavi, ha registrato ricavi pari a 268,7 milioni (+1,3%), di cui 94,6 milioni nel trimestre (+3,3%).

LA VENDITA

Nexi ha firmato un accordo per la vendita del business eID (identificazione elettronica) delle persone nei paesi nordici a In Groupe, fornitore di identità e servizi digitali sicuri, per un corrispettivo massimo di 127,5 milioni di euro. Il prezzo, si legge in una nota, è composto da una componente upfront pari a 90 milioni e fino a un massimo di 37,5 milioni sotto forma di earn-out subordinati al raggiungimento di certi obiettivi finanziari. Il business, già riclassificato come tra gli asset detenuti per la vendita a partire dal 2023, fornisce soluzioni di identità digitale nei paesi nordici a banche, aziende e al settore pubblico e si prevede che genererà circa 11 milioni di ebitda run-rate nel 2023. Il closing dell’operazione è previsto entro l’estate del 2024, subordinato a diverse condizioni sospensive, ivi inclusa l’approvazione regolamentare in Danimarca.

COSA SUCCEDE FRA NEXI E UNICREDIT

“Siamo disponibili ad aiutare Unicredit a raggiungere le sue crescenti ambizioni nei pagamenti” ma “normalmente se si sigla un nuovo contratto su uno già esistente che è molto solido dev’essere qualcosa che sia considerato win win”, ha detto Paolo Bertoluzzo, ceo di Nexi parlando delle discussioni in corso con Unicredit, che vorrebbe rivedere i termini dei rapporti di processing con Nexi. Unicredit, ha ricordato Bertoluzzo, “è uno dei clienti più grandi del gruppo” ma il rapporto “è regolato da un contratto a lungo termine che scade nel 2036”, rispetto al quale, ha chiarito il cfo Bernando Mingrone, “non sono previste penalità in caso di rottura” ma neppure “l’opzione di romperlo”

L’ASSET RETE INTERBANCARIA

Nexi monitora “sempre” il suo portafoglio di attività “per ottimizzarlo” e la rete interbancaria rientra tra gli asset “su cui potremmo intavolare discussioni per venderlo” in presenza di “opportunità per noi attraenti”. Lo ha detto Bernardo Mingrone, cfo di Nexi, in conference call con gli analisti.

L’INTERESSE PER NEXI

Le indiscrezioni su un interesse dei fondi di private equity per Nexi “è un segnale di come ci possano essere investitori altamente qualificati che credono che il prezzo delle nostre azioni sia basso per la qualità degli asset e la loro potenzialità”, ha detto il ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo, in conference call con gli analisti. Bertoluzzo ha escluso che le voci stiano distraendo il mangement: “la società sta marciando normalmente nell’esecuzione del suo piano e senza impatti dei rumor”.

I MOVIMENTI DEI FONDI

Non c’è solo Cvc sul dossier Nexi. Altri tre-quattro fondi starebbero valutando un’offerta per il gruppo dei pagamenti. Fra loro figurerebbe il colosso canadese Brookfield che ha da poco comprato per 2,5 miliardi l’emittente di carte emiratino Network International battendo la concorrenza proprio di Cvc e Francisco Partners.

Ma non è agevole scalare la società, secondo molti analisti. Il primo ostacolo è di ordine finanziario: il prezzo. Tra i soci di Nexi ci sono tre fondi, Bain, Advent e Clessidra, che hanno già tratto profitti dall’investimento e potrebbero quindi risultare più inclini a vendere a fronte di un’offerta che contempli un premio adeguato. Difficile invece che una proposta possa soddisfare le aspettative di guadagno di Hellman & Friedman, primo socio con il 20%, entrato in Nexi all’epoca della fusione con la danese Nets, quando il titolo viaggiava in Borsa su prezzi più che doppi rispetto agli attuali. Il private equity americano potrebbe dunque restare nel capitale anche a seguito di un’eventuale opa.

IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI

Nel terzo trimestre il gruppo ha mostrato un margine operativo leggermente superiore alle previsioni delle case di investimento e il management ha confermato la guidance per l’intero 2023 fornendo indicazioni di un solido andamento dei volumi delle transazioni anche a settembre e ottobre. In particolare il gruppo ha generato un margine operativo lordo di 1,267 miliardi, in aumento del 10,2%, su ricavi per 2,448 miliardi (+7%) nei primi nove mesi dell’esercizio 2023.

Nel solo terzo trimestre la crescita dei ricavi è stata del 5% a 871,7 milioni e quella dell’ebitda dell’8% a 495,8 milioni per una marginalità del 57%, in miglioramento di 156 punti base rispetto al settembre 2022. Il consensus degli analisti stimava i ricavi a 871 milioni nel terzo trimestre con un ebitda di 491 milioni. Risultati “leggermente migliori delle attese con buona crescita dei ricavi considerando il confronto sfidante con il terzo trimestre 2022 – sottolinea Intermonte – Positiva la gestione costi (+1,3% annuo) con una migliore espansione dell’ebitda margin rispetto alle attese”.

Per l’intero 2023 il gruppo continua ad aspettarsi una crescita dei ricavi superiore al 7% e dell’ebitda superiore al 10% oltre a una generazione di excess cash di almeno 600 milioni. Con l’approvazione dei conti annuali, a marzo 2024, il management fornirà la guidance sul nuovo anno e darà una indicazione chiara dell’eventuale volontà di proporre forme di remunerazione degli azionisti. “La società ha annunciato il signing della cessione del business eID danese (identità digitale, ndr) per 127,5 milioni – sottolinea Equita Sim – pari a 11,5 volte il rapporto tra enterprise value/ebitda, pari a un multiplo a premio di oltre il 50% rispetto al proprio.

“In generale la mancanza di eventi drammatici è la principale notizia positiva in quanto gli investitori erano preparati al peggio dopo che i concorrenti avevano avuto risultati difficili”, commenta Jp Morgan, che indica nella conferma della guidance “un altro elemento positivo chiave”, secondo quanto riferisce Bloomberg. Un terzo trimestre in linea con le attese indirizza “bene” Nexi verso il rispetto della guidance per l’esercizio, rileva Citi, un fatto che dovrebbe essere accolto bene dal mercato alla luce delle basse aspettative maturate nelle ultime settimane e delle preoccupazioni sullo scenario macro.

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