Come tutte le imbarcazioni, anche il Bayesian, l’imponente superyacht di 56 metri dall’albero maestro da record realizzata da Perini Navi e affondato in rada a Palermo tra domenica e lunedì mattina, poteva navigare solo dopo aver stipulato due assicurazioni: “scafo e macchine”, che copre fino al valore massimo dello yacht e “protection and indemnity” che pone un ombrello in relazione ai risarcimenti dei danni eventuali, il cui massimale, scrive MilanoFinanza, generalmente è “tarato su un paio di miliardi di dollari, la stessa copertura prevista per una petroliera. Sono 12 i club principali al mondo che erogano questo tipo di assicurazione e è fino a questo massimale che la società sarà disposta ad accordare il risarcimento”. MilanoFinanza cita la compagnia inglese Steamship e quella norvegese Gard.
COSA COPRE LA PROTECTION AND INDEMNITY
P&I (Protection and Indemnity) è una soluzione assicurativa nata per proteggere gli operatori marittimi quali per esempio armatori e spedizionieri, ovvero gli associati dei “club” inglesi, detti appunto “P&I” (associazioni mutue).
Normalmente copre il risarcimento per lesioni o spese mediche verso l’equipaggio; i danni da inquinamento ambientale per esempio per lo sversamento di oli, solventi e carburante; i rischi connessi al traino dell’imbarcazione; la tutela legale dell’armatore in caso di controversie ed eventuali danni a terzi a seguito di collisione.
QUANTO VALEVA IL BAYESIAN?
Andando al di là della Manica, dove per ovvi motivi la vicenda dell’affondamento del veliero è seguita con spasmodica attenzione, il quotidiano inglese Sun afferma che il Bayesian valesse almeno 16,5 milioni di euro.
Già nei giorni scorsi era invece emerso che poteva essere noleggiato per circa 200 mila euro a settimana, anche se in questo caso l’amministratrice di Revtom, società proprietaria dell’imbarcazione, è Angela Bacares, una dei sopravvissuti al naufragio nel quale ha perso il marito Mike Lynch e la figlia diciottenne Hannah.
Quest’oggi Il Sole 24 Ore ha fatto qualche conto e sono emersi altri numeri. Secondo gli esperti interpellati dal quotidiano di Confindustria il valore di mercato del Bayesian sarebbe il doppio rispetto alle cifre dei media d’Oltremanica e si aggirerebbe pertanto sui 30 milioni di euro. “I 30 milioni di euro sono la prima voce nella lista di risarcimenti che le compagnie di assicurazione dell’armatore – il magnate inglese Mike Lynch, una delle vittime – saranno chiamate a pagare per l’incidente”.
IL RELITTO SARA’ RECUPERATO?
Come già si anticipava, il valore della nave (compreso apparecchiature, arredi, equipaggiamenti) “è coperto dalla polizza ’corpo e macchina’ stipulata con un gruppo di società internazionali”. Il Sole elenca Omac con Tci, Navium marine e Convex. Il balletto delle cifre già discordanti potrebbe subire altre variazioni a seconda di ciò che deciderà di fare la magistratura: recuperare o meno il relitto adagiato sul fondale a circa 50 metri?
L’operazione sembra inevitabile per dare una risposta ai tanti interrogativi sull’affondamento del superyacht, dato che molti esperti ritengono che la tempesta che ha colpito Palermo non sarebbe stata sufficientemente potente da causare un naufragio, per di più tanto celere. Ma l’operazione di recupero sarà anche difficile e costosa. Per questo potrebbero pure essere impiegate moderne tecnologie nel tentativo di mappare il veliero, ricostruendolo tridimensionalmente, così da portare nell’aula del Palazzo di giustizia la sua fedele rappresentazione virtuale, su cui si avranno modo di sbizzarrirsi periti e avvocati.
Cosa c’entra questo con le assicurazioni? Semplice: bisogna tenere presente che l’operazione, se effettuata o meno, inciderà anche sulla somma risarcibile con la polizza “corpo e macchina” dato che il valore residuo del veliero, una volta recuperato e dissequestrato, andrà defalcato da quanto dovuto ai beneficiari della polizza dalle compagnie assicuratrici. Oppure le autorità italiane potrebbero imporre la rimozione del relitto e altre operazioni di bonifica dell’area marina. Altre spese che rischiano di ricadere nel conto delle assicurazioni del Bayesian, di spettanza per la precisione della polizza P&I.
PER LE ASSICURAZIONI DEL BAYESIAN UN CONTO DA 530 MILIONI?
“Ma la cifra più consistente da sborsare – scrivono infatti sul Sole – è quella prevista dalla polizza Protection & Indemnity (P&I), stipulata dalla famiglia Lynch con la società British Marine del gruppo australiano Qbe, specializzata nella responsabilità verso terzi in campo marittimo. Per questo tipo di polizze il massimale assicurato è solitamente pari a 500 milioni di dollari per singolo evento, […]. Nel complesso, dunque, tutte le compagnie assicurative coinvolte nel disastro potrebbero essere chiamate a pagare più di 530 milioni di euro.”
COSA HANNO NOTATO I SOMMOZZATORI
Scrive l’Ansa: “Ad attirare l’attenzione dei sub è stata anche la grande deriva mobile dell’imbarcazione, parzialmente sollevata perché il veliero si trovava in rada. Il pescaggio in assetto di navigazione del cosiddetto corpo morto, che nel caso del Bayesian è di circa dieci metri, mira infatti ad assicurare stabilità all’imbarcazione. Il sollevamento della deriva potrebbe quindi avere in qualche modo favorito il repentino affondamento dello yacht, avvenuto secondo le riprese di alcune telecamere del litorale nel giro di un minuto.”
L’IPOTESI DEI PORTELLONI APERTI
Chiarito che l’albero maestro non si è spezzato e che dunque l’affondamento, almeno per il momento, non sembra essere ascrivibile a errori di progettazione, costruzione e revisione (l’imbarcazione era stata sottoposta negli anni ad almeno due restyling) si fa largo un’ulteriore ipotesi, ovvero che l’intero equipaggio avesse lasciato i portelloni aperti.
IL COSTRUTTORE: “ATTEGGIAMENTI POCO IDONEI AD AFFRONTARE UNA PERTURBAZIONE”
Ne scrive il tabloid inglese Daily Mail ed è naturalmente tra le spiegazioni più semplici per provare a comprendere come mai il veliero abbia imbarcato così tanta acqua in pochi secondi. Parla di errore umano anche il costruttore, la Perini Navi, che fa capo alla società navale The Italian Sea Group, quotata alla Borsa di Milano. “Lo yatch Bayesian è molto probabilmente affondato per un errore umano, un atteggiamento poco idoneo ad affrontare l’eventuale arrivo di una perturbazione”, ha dichiarato un ingegnere di TISG a RaiNews, citando la violazione di “protocolli di sicurezza basilari” e la possibile mancanza di tempestività nell’attuare le misure di emergenza. “Abbiamo avuto un danno di immagine enorme e una flessione in Borsa. Stiamo valutando possibili azioni a tutela della nostra immagine e credibilità delle Navi Perini”.
Se sul serio prendesse corpo l’ipotesi dell’errore umano e, in particolare, dei portelloni dimenticati aperti come ipotizzato Oltremanica, sul fronte delle assicurazioni, potrebbe essere necessario appurarlo (o smentirlo) processualmente perché una simile condotta, per di più nottetempo (quindi con l’equipaggio del Bayesian che dormiva e senza vedette) con una tempesta in atto potrebbe rappresentare un ostacolo nel risarcimento dei danni. Insomma, quanto del disastro dipende da un evento fortuito come una tromba marina notturna e quanto dalla colpa, magari grave, imputabile agli occupanti del veliero? Domande che valgono centinaia di milioni di euro.