Alla fine l’ha spuntata Elon Musk. Gli azionisti Tesla stanno votando a favore della retribuzione da 56 miliardi di dollari su 10 anni a favore del ceo dell’azienda dell’auto elettrica.
A VOTAZIONE IN CORSO MUSK BRINDA
A dirlo è lo stesso patron di Tesla, preannunciando, anche un po’ irritualmente, che ci sarebbero “ampi margini” per una conclusione favorevole ben prima del termine della consultazione. “Entrambe le risoluzioni degli azionisti di Tesla stanno passando con ampi margini!”, ha esulato sul suo X.
Both Tesla shareholder resolutions are currently passing by wide margins!
♥️♥️ Thanks for your support!! ♥️♥️ pic.twitter.com/udf56VGQdo
— Elon Musk (@elonmusk) June 13, 2024
Il riferimento è alle richieste che prevedono, oltre alla approvazione del suo pacchetto retributivo multimiliardario, anche al trasloco della sede di Tesla dal Delaware al Texas.
UN GIUDICE S’E’ MESSO IN MEZZO
Proprio nel Delaware un giudice, Kathaleen St. Jude McCormick, a inizio anno aveva dato ragione a un gruppo di investitori che avevano ritenuto quel compenso eccessivo e ottenuto peraltro ingiustamente, ovvero facendo pressioni su un CdA che, a detta del tribunale, non sarebbe stato realmente indipendente dall’imprenditore. Veniva così congelata la decisione presa nel 2018 che farebbe di Musk il Ceo più pagato di una quotata.
Come spiega il Financial Times, veniva dato credito alle accuse che sostengono che Musk pur controllando il 22% della società, avrebbe sfruttato la propria personalità ingombrante per aggiudicarsi un pacchetto retributivo sproporzionato a proprio vantaggio. Nel momento in cui la sentenza dovesse essere confermata e passasse in giudicato l’amministratore delegato potrebbe perdere quote, che scenderebbero al 13% di Tesla.
FUGA DAL DELAWARE
E la seconda decisione della giornata, ovvero quella di andare via dal Delaware, è proprio collegata alla necessità di non restare invischiati in uno Stato in cui c’è un potenziale ostacolo alla sua mega retribuzione decennale. Vinta la battaglia con gli azionisti, ora Musk dovrà vincere la guerra in tribunale.