Mps è pronta per un nuovo sforzo nel processo di pulizia dell’attivo. Uno sforzo che, almeno negli auspici del management e dell’azionista pubblico dovrebbe essere definitivo.
CHE COSA FARA’ MPS ENTRO LA FINE DELL’ANNO
Entro la fine dell’anno l’istituto guidato da Marco Morelli è intenzionato a cedere un pacchetto di unlikely to pay dal valore nominale compreso tra 7 e 8 miliardi. A comprare potrebbe essere Sga, la controllata del Tesoro attiva nella gestione del credito deteriorato.
IL PROGETTO DI MORELLI
Il progetto si era affacciato nelle scorse settimane (come riportato da MF-Milano Finanza del 12 aprile), ma starebbe ora prendendo forma sotto la regia di una primaria banca d’affari.
LA TEMPISTICA DEL PIANO
L’idea sarebbe quella di ripulire il portafoglio del Monte dai crediti incagliati in vista della exit che il Tesoro dovrà definire nella seconda metà dell’anno.
IL RUOLO DEL TESORO
Entro dicembre infatti via XX Settembre sarà chiamata a comunicare alle autorità europee le tempistiche per l’uscita dal capitale, un processo che si completerà entro il 2021.
GLI OBIETTIVI DI MPS
Non si tratterà ovviamente di una partita semplice, ma è convinzione diffusa che il completamento del processo di derisking possa aiutare la banca ad attrarre eventuali investitori.
I PRECEDENTI DI MPS
Va peraltro ricordato che proprio un anno fa Mps ha chiuso la cartolarizzazione da 24 miliardi e da allora ha messo sul mercato diversi pacchetti di crediti deteriorati (npl e utp), portando a fine 2018 lo stock di sofferenze lorde a 8,58 miliardi e gli unlikely to pay a 8,06 miliardi, mentre il npl ratio lordo si è attestato al 17,3%.
TUTTI I DETTAGLI
Da qualche settimana, per ad esempio è in corso la dismissione dei portafogli Papa2 e Lima, che dovrebbe chiudersi entro la fine del primo semestre. Il primo stock comprende un’ottantina di posizioni con sottostante immobiliare per un importo lordo di circa 500 milioni, mentre il secondo interessa cinque o sei crediti per un valore di oltre 100 milioni: in tutto insomma sul mercato arriveranno oltre 600 milioni di utp.
I PROGRESSI
Seppure nell’ultimo anno i progressi sono stati significativi, la banca è comunque ancora lontana dai target richiesti dalla Bce che punta a portare gli istituti vigilati sotto il 10%. Serve insomma un’ulteriore sforzo per allinearsi ai target e attrarre potenziali investitori.
IL NODO
Il nodo resta ovviamente quello del prezzo che però potrebbe essere risolto coinvolgendo soggetti con un rendimento atteso meno aggressivo rispetto ai fondi speculativi. Una descrizione che si adatta perfettamente alla Sga, un soggetto ormai sempre più attivo sul mercato italiano del credito deteriorato.
IL RUOLO DELA SGA
Il gruppo guidato da Marina Natale, secondo quanto risulta, potrebbe intervenire con una modalità simile a quella adottata da Intrum per la gestione degli npl di Intesa Sanpaolo, realizzando cioè una partnership con la banca.
(estratto di un articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza; qui la versione integrale)