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Mps, ecco il nuovo salasso dello Stato per il Monte

Che cosa succederà con l'aumento di capitale di Mps. L'articolo di Emanuela Rossi

Via libera all’aumento di capitale fino a 2,5 miliardi per Monte dei paschi di Siena (Mps). Il disco verde è arrivato dall’assemblea straordinaria degli azionisti che si sono riuniti a Siena. “Questo era un passaggio molto importante perché è l’inizio ufficiale della partita, adesso si corre, in ottobre come abbiamo detto partiremo”, ha detto l’amministratore delegato della Rocca, Luigi Lovaglio, nella conferenza stampa seguita all’assise alla quale ha partecipato il 65,19% del capitale sociale ovvero – al netto della quota del Tesoro, pari al 64,23% – meno dell’1% del capitale.

Tra i soci 23 sono intervenuti in proprio e 131 per delega. I dati – riferisce l’Ansa – sono stati presentati dalla presidente di Mps, Patrizia Grieco, che al termine dell’assemblea si è definita “sempre fiduciosa sull’esito positivo”.

Lovaglio, ex Creval, ha pure sottolineato come “la velocità” della ricapitalizzazione sia “anche in funzione della chiarezza di obiettivi”. Nonostante la scindibilità, ha aggiunto, “fin dal primo giorno il cda compatto ha detto che siamo concentrati su 2,5 miliardi da portare a casa in un’unica soluzione entro il termine previsto”.

I TEMPI DELL’OPERAZIONE

Incassato il via libera dell’assemblea, ora bisogna aspettare l’approvazione del prospetto da parte della Consob – entro metà ottobre – per terminare tutto entro il 12 novembre, come contenuto nella richiesta di delega del consiglio d’amministrazione. In questo modo si potrà finanziare l’uscita di 3.500 dipendenti – costo stimato 800 milioni – entro la fine di novembre, come previsto dal piano industriale. L’esodo volontario e incentivato, che garantirà uno scivolo contributivo e le attuali condizioni di welfare per 7 anni, farà risparmiare alle casse di Rocca Salimbeni 270 milioni l’anno.

E se 1,6 miliardi dei 2,5 miliardi totali dell’aumento arriveranno dal Tesoro, altri 900 milioni andranno cercati sul mercato, anche andando a incontrare i possibili investitori come fatto dall’ad Lovaglio che, in conferenza stampa, ha assicurato di aver incontri “continui” con gli investitori “quindi direi incontri positivi”.

Tra chi ha già dato la propria adesione all’aumento di capitale c’è Anima Holding che, secondo quanto confermato all’Ansa in ambienti finanziari, potrebbe intervenire con 150-250 milioni di euro. Occorre ricordare che Anima ha in corso una partnership commerciale nel risparmio gestito con Montepaschi, che scade nel 2030, e – secondo l’agenzia di stampa – sarebbe interessata al rafforzamento dell’operazione. Stando a quanto riferisce La Repubblica Anima potrebbe arrivare fino a un 10% dell’aumento “ma solo per guadagnare di più, non certo per diventare un socio-perno della banca”.

COSA SI È DETTO ALL’ASSEMBLEA

Tornando all’assise, come riportato dalle agenzie di stampa, in apertura dei lavori è intervenuta la presidente Grieco, secondo cui “la nostra banca è chiamata a una prova di fondamentale importanza” perché l’aumento di capitale “costituisce un passaggio fondamentale” per “tornare a una crescita sostenibile” e rappresenta “l’architrave su cui poggia il piano industriale 2022-2026”.

Non solo: la ricapitalizzazione è urgente “per usufruire entro il 30 novembre della legge che consente di attuare gli esodi volontari di personale” ha rilevato il ceo Lovaglio, da febbraio scorso a Siena, rispondendo a un socio. “Più di un terzo dell’aumento sarà impiegato per l’implementazione dell’esodo volontario”, ha ricordato Lovaglio, perché “la legge scade il 30 novembre, noi abbiamo fatto un importante accordo con i sindacati per questa iniziativa che va nell’interesse di chi va e di chi resta, e l’iniziativa prevede che noi dobbiamo finanziare questo esodo a fronte di una legge che scade il 30 novembre, e i tempi sono necessariamente brucianti. Con l’esodo volontario di 3.500 dipendenti – ha continuato – avremo 270 milioni di costi in meno dal primo gennaio 2023, avremo un risultato operativo definitivamente in area confortevole e alla pari con i nostri competitor. L’aumento permetterà di dotare la banca di risorse aumentando la capacità di finanziamento a imprese e famiglie sul territorio”.

Lovaglio non si è tirato indietro davanti alle critiche degli azionisti in assemblea sulla credibilità del piano, “le capisco, proprio per questo, quando l’abbiamo presentato, abbiamo detto che dobbiamo far vedere di aver realizzato passi importanti nell’implementazione. Abbiamo deliberato fusioni societarie per semplificare il gruppo e farlo diventare più snello, venduto 900 milioni di crediti deteriorati, attivato una nuova organizzazione commerciale. Capisco lo scetticismo, non è facile dare fiducia, ma abbiamo voluto dimostrare che siamo seri e che vogliamo fare le cose per bene”.

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