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Microsoft, Google, Amazon e OpenAi si accordano con la pubblica amministrazione Usa

Dopo Google, anche Microsoft ha offerto un forte sconto alle agenzie federali per l'utilizzo dei suoi software di produttività e di intelligenza artificiale. Il colosso di Redmond punta a espandersi nella pubblica amministrazione e garantirsi il rinnovo delle licenze. Anche Amazon e OpenAi stanno seguendo una strategia simile.

Dopo Google, anche Microsoft ha annunciato un accordo con il governo degli Stati Uniti per la fornitura a prezzi ridotti dei suoi software di produttività contenuti in Microsoft 365 (il pacchetto con Word, Excel e altre applicazioni), del chatbot Copilot, della piattaforma cloud Azure e di sistemi di sicurezza informatica come Microsoft Sentinel. Secondo la General Services Administration, l’agenzia che – in breve – fornisce spazi e servizi alla pubblica amministrazione americana, l’accordo con Microsoft permetterà un risparmio di soldi pubblici superiore a 3 miliardi di dollari all’anno.

L’OBIETTIVO DI MICROSOFT

Come spiegato da Quartz, Microsoft non è mossa dal dovere civico ma dall’interesse economico: “gli sconti comprano la fedeltà, non l’efficienza”. In altre parole, l’azienda sta rinunciando oggi a una parte delle entrate per mettersi nelle condizioni di incassare guadagni più corposi un domani: il suo obiettivo è diffondere i suoi prodotti – in particolare quelli basati sull’intelligenza artificiale, costosi da sviluppare – tra le agenzie federali e farvi abituare i lavoratori, in modo da garantirsi la certezza, o quasi, del rinnovo delle licenze.

COSA FANNO GOOGLE, AMAZON E OPENAI

Google ha fatto la stessa cosa. Solo qualche giorno fa, infatti, la General Services Administration ha annunciato “Gemini for Government”, un accordo tra la società del gruppo Alphabet e il governo americano per la fornitura di servizi di intelligenza artificiale e cloud computing a prezzi scontati. In precedenza, Google aveva già tagliato del 71 per cento il prezzo di Google Workspace (la sua suite di software di produttività) per le agenzie federali, permettendo anche in quel caso un risparmio di miliardi di dollari di fondi pubblici.

E poi c’è Amazon Web Services, la divisione di cloud computing dell’omonimo gruppo, che ha fornito al governo 1 miliardo di dollari in crediti per i suoi servizi digitali, la modernizzazione dei sistemi e l’aggiornamento del personale fino al 2028. Perfino OpenAi, che non ha dimensioni paragonabili a quelle delle Big Tech, ha offerto alle agenzie federali l’utilizzo di ChatGpt Enterprise (la versione del chatbot pensata per le attività di amministrazione) ad appena 1 dollaro per il primo anno: l’obiettivo, anche in questo caso, è diffondere l’utilizzo del prodotto in modo da favorire il rinnovo della licenza.

IL PIANO D’AZIONE DI TRUMP

Non saranno solo le aziende tecnologiche a beneficiare di questi accordi, comunque: la pubblica amministrazione federale potrà modernizzarsi a costi contenuti. La diffusione dell’intelligenza artificiale nelle agenzie federali è uno degli obiettivi del Piano d’azione per l’intelligenza artificiale (Ai Action Plan) pubblicato dall’amministrazione di Donald Trump a fine luglio. Si tratta, in breve, di un documento volto a garantire il primato degli Stati Uniti su questa tecnologia attraverso la rimozione di molte leggi statali, l’allentamento delle normative ambientali (che frenano la costruzione dei centri dati) e la promozione delle esportazioni di software e componenti verso i paesi alleati.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL PENTAGONO

A proposito di diffusione dell’intelligenza artificiale, OpenAi ha recentemente chiuso il suo primo contratto con il dipartimento della Difesa: un accordo da 200 milioni di dollari e dalla durata di un anno per diffondere l'”intelligenza artificiale di frontiera” nelle operazioni di difesa e nel lavoro d’ufficio, che garantirà al Pentagono l’accesso in anteprima dei modelli linguistici più avanzati.

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