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Riccardo MEssina

Messina (Intesa Sanpaolo) al governo: servono soldi a fondo perduto per le aziende

"Se fossi il governo aggiungerei anche interventi a fondo perduto". E' uno dei suggerimenti dell'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, contenuti nell'intervista al quotidiano Il Sole 24 Ore. Ecco tutti gli aspetti salienti

“Il governo sta facendo quanto è possibile, sostenendo l’occupazione e garantendo liquidità alle aziende”, ma “se fossi il governo aggiungerei anche interventi a fondo perduto”. E’ l’indicazione che arriva da Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, intervistato oggi dal direttore de “Il Sole 24 Ore”, Fabio Tamburini. Ecco tutti i dettagli.

I CONSIGLI DI MESSINA DI INTESA SANPAOLO

In particolare, ha detto l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, “aggiungerei interventi a fondo perduto. I finanziamenti possono andare bene per superare le difficoltà del momento ma poi sono debiti, sia pure garantiti dallo Stato, che vanno restituiti. Il rischio è che gli imprenditori non vedano all’orizzonte una prospettiva di ripresa. E’ esattamente quanto occorre evitare. Per questo non basta tamponare le situazioni, occorre lavorare per il futuro, progettare il futuro attraverso una programmazione economica e sociale che incentivi la crescita demografica e sappia valutare le necessità del Paese”.

CHE COSA HA DETTO MESSINA DI INTESA SANPAOLO AL SOLE 24 ORE

L’indicazione rientra fra i consigli diretti e indiretti che il capo azienda di Intesa Sanpaolo fornisce al governo: “Più che interrogarci su quanto tempo abbiamo a disposizione credo sia il momento di concentrarci sulle decisioni che possiamo prendere subito. Così facendo ci troveremo preparati in autunno quando, ci auguriamo, l’emergenza sanitaria sarà superata”, ha detto l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.

I PASSAGGI SALIENTI DELLA INTERVISTA DI MESSINA

Ecco altri passaggi significativi dell’intervista apparsa sul quotidiano di Confindustria. “Dobbiamo contrastare la prospettiva di trovarci a fare i conti con un debito pubblico troppo elevato. Ricadrebbe tutto sulle prossime generazioni”. “Già oggi ogni bambino che nasce in Italia ha sulle spalle un debito consistente. E questo mentre la crisi dell’economia reale, delle imprese, provocata dall’emergenza sanitaria rischia di diventare crisi sociale”. “Le fasce del Paese che erano in condizioni precarie sono colpite dalla crisi e va evitato che l’emergenza diventi ancora più pressante. In gioco per questa parte della popolazione non c’è il benessere, ma la possibilità di una vita dignitosa”.

LE PRIORITA’ SECONDO INTESA

Le fasce del Paese che erano in condizioni precarie sono colpite dalla crisi e va evitato che l’emergenza diventi ancora più pressante. In gioco per questa parte della popolazione non c’è il benessere, ma la possibilità di una vita dignitosa”. Per il manager “questa è la priorità da affrontare”. Perché tra le conseguenze c’è “la prospettiva è una forte accelerazione della crisi che nel giro di sei mesi potrebbe portare il numero delle persone in difficoltà gravi in Italia verso i 10 milioni. Una dimensione difficile da gestire”.

CAPITOLO BOND E NON SOLO

Serve un piano che preveda bond sociali e impieghi agevolati dei Tfr. Poi il rientro dei capitali, lo sblocco degli investimenti e il patrimonio pubblico da valorizzare”. Messina lancia l’allarme sui “livelli eccessivi di rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo”, che rischiano di “ricadere sulle prossime generazioni” quando “già oggi ogni bambino che nasce in Italia ha sulle spalle un debito consistente”.

DEBITI E DINTORNI

La regola numero uno, dice Messina, è che “i debiti vanno pagati”. Per questo la priorità è mettere in campo “tutte le iniziative possibili”. Serve, sempre secondo Messina, “un progetto Paese che preveda interventi a tutto campo, con cinque manovre importanti” a partire dal lancio di bond sociali “creando le condizioni affinché gli italiani si convincano a comprarli spostando una quota della loro ricchezza”, riportando capitali in Italia, utilizzando parte dei Tfr, valorizzando il patrimonio di Stato e Regioni, sbloccando gli investimenti pubblici.

L’ELOGIO DELLA BCE

Infine, un plauso alla Banca centrale europea: nell’emergenza coronavirus, “la novità epocale è stata l’apertura della Bce ai titoli spazzatura”.

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