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Dietro il Mes anti Covid-19 c’è la Troika per l’Italia. Parola della Repubblica di Molinari

C'è una "pericolosa sorveglianza rafforzata da parte di Commissione e Bce" in caso di attivazione del Mes da parte dell'Italia per le spese sanitarie. E' quello che scrive oggi il quotidiano Repubblica. Ecco tutti i dettagli e i commenti di Sapelli e Liturri

Dietro il Mes sanitario anti Covid-19 ci sarà la Troika per l’Italia.

E’ quello che fa capire oggi il quotidiano Repubblica diretto da pochi giorni da Maurizio Molinari, che John Elkann ha voluto alla testa del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari dopo aver silurato Carlo Verdelli.

Ecco che cosa ha scritto di preciso il quotidiano Repubblica:

“Da un lato l’assenza di condizionalità, come chiesto dall’Italia. Dall’altro una pericolosa “sorveglianza rafforzata” da parte di Commissione e Bce. È pronto il contratto standard del Mes sanitario, le regole per l’attivazione del Meccanismo europeo di stabilità contro la crisi pandemica. In totale 240 miliardi accessibili a tutte le capitali della zona euro. Per l’Italia, se il governo deciderà di accedervi, 36 miliardi. Il “Term sheet” preparato dal direttore generale dell’istituzione, il tedesco Klaus Regling, è stato recapitato ieri sera in via riservata alle Cancellerie dell’eurozona. Una cartella e mezzo divisa in tredici paragrafi che sarà negoziata dai governi fino all’8 maggio, giorno nel quale i ministri delle Finanze saranno chiamati al via libera finale”.

Infine così conclude il quotidiano diretto da Molinari: “Fonti del governo italiano parlano di «una buona base di partenza negoziale». C’è però il passaggio finale sul quale si concentreranno le trattative da qui all’8 maggio. La frase è tecnica: «La Commissione europea chiarirà monitoraggio e sorveglianza in accordo con le regole del “Two Pack”». Un passaggio obbligato dal Trattato del Meccanismo europeo che implica una “sorveglianza rafforzata” da parte della stessa Commissione e della Bce. Un richiamo alla vecchia Troika (manca l’Fmi) che in teoria potrebbe portare alla richiesta di un doloroso programma di aggiustamento macroeconomico. Tuttavia nei prossimi giorni la Commissione dovrebbe chiarire l’interpretazione di questo passaggio, neutralizzandolo: se il monitoraggio trimestrale da parte delle istituzioni Ue è inevitabile, si attende la garanzia che non porterà a condizionalità aggiuntive, cambio di scenari e tantomeno a un programma in stile Grecia. In caso contrario, il nuovo Mes nascerebbe pressoché inutile”.

IL TWEET DELL’ANALISTA LITURRI

“Poiché il Trattato continua ad applicarsi, e non è sospeso come pretende di farci credere David Sassoli, il Paese beneficiario, per tutta la durata del prestito è sottoposto ad un intenso scrutinio, cosiddetta “sorveglianza rafforzata”, addirittura con missioni specifiche della Troika, per verificare la solidità delle sue finanze. E qui scatta la trappola. Se “il sistema di allerta” (art. 13 commi 6 e 7) lancia segnali preoccupanti, il Board del MES valuta se mantenere la linea di credito e può addirittura revocarla. A quel punto al Paese sarà richiesta l’adozione di un programma di aggiustamento macroeconomico in piena regola a cui inizialmente non era stato assoggettato. E tale programma può in seguito anche essere ulteriormente modificato a maggioranza qualificata dal Consiglio. È la logica ferrea che seguirebbe qualsiasi creditore”, ha scritto giorni fa l’analista Giuseppe Liturri.

L’ANALISI DELLO STORICO ED ECONOMISTA SAPELLI

Ha detto a Start Magazine ieri Giulio Sapelli, storico ed economista: “Il Mes è un trattato internazionale ed è un ircocervo giuridico, in quanto da un lato è sotto la giurisprudenza del diritto dei trattati politici internazionali mentre dall’altro è regolato dal diritto commerciale, cioè con una governance tipica del diritto privato delle società. Presenta dunque condizioni molto chiare per accedere ai finanziamenti. Pertanto, per accedervi con condizioni differenti, non ci sono tante scappatoie: o si riforma l’intero trattato o se ne scrive uno nuovo (cosa che sarebbe possibile solo grazie ad un accordo tra tutti gli Stati che lo hanno firmato). E’ evidente che non si può accedere al Mes senza essere sottoposti a determinate condizioni”.

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