Segnali apparentemente contraddittori dal mercato del lavoro ma che in parte potrebbero fotografare un disallineamento temporale tra domanda e offerta.
Come premessa, occorre ricordare che le rilevazioni del mercato del lavoro Usa derivano da due campioni:
- raccolta dati dal lato aziende e governo tramite numero di buste paghe (employer survery);
- raccolta dati dagli uffici di collocamento (household survey)
- Dal lato employer survey emerge che il numero di nuovi assunti è stato pari alla metà del consenso, circa 200.000 unità, pari all’incremento più basso dell’anno.
- Dal lato household survey emerge invece un netto incremento del numero di potenziali lavoratori che attivamente cercano lavoro (+594.000). Il tasso di disoccupazione (rapporto tra disoccupati e civilian labor forrce) è così sceso dal 4,6% al 4,2% grazie principalmente al denominatore, ossia l’aumento del numero di potenziali lavoratori che attivamente si son presentati per cercare lavoro. Questo probabilmente a causa del venir meno dei sussidi e dei minori timori sulla pandemia dopo il rallentamento dei contagi tra ottobre e novembre.
Mettendo insieme le informazioni dei due report ne emerge complessivamente un contesto in cui le aziende hanno iniziato a rallentare le assunzioni nel momento in cui finalmente i potenziali lavoratori si son presentati in modo più copioso a ricercar lavoro attivamente. o In altri termini, l’offerta di lavoro sta recuperando nel momento in cui la domanda di lavoro da parte delle aziende è apparsa più cauta.
Come si può vedere dal grafico, all’appello son mancate soprattutto le assunzioni nel comparto leisure and hospitality (+23.000) per il quale mancano ancora 1,3 milioni di posti di lavoro per ritornare alla fase pre-pandemica.