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Meloni negli Emirati arabi uniti. Che cosa cambierà per Eni, Leonardo e Fincantieri

Prospettive fruttuose per i grandi gruppi italiani come Leonardo, Eni e Fincantieri dopo la missione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, negli Emirati Arabi Uniti. Fatti e approfondimenti

 

Prospettive fruttuose per i grandi gruppi italiani come Leonardo, Eni e Fincantieridopo la missione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in India e negli Emirati Arabi Uniti. Dopo aver approfondito fatti e scenari sulla missione avvenuta in India (qui e qui gli articoli a conclusione della missione), Start Magazine fa il punto sugli esiti di quella negli Emirati, a cominciare dalla firma dell’accordo fra le compagnie dei due Paesi, Eni e Adnoc.

LA FIRMA DELL’INTESA ENI-ADNOC NEGLI EMIRATI ALLA PRESENZA DI MELONI

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria e delle Tecnologie Avanzate degli Emirati Arabi Uniti e Direttore generale e Amministratore Delegato di Adnoc, hanno firmato ieri un Memorandum of Understanding (MoU) che delinea un quadro di cooperazione per futuri progetti congiunti in ambito di transizione energetica, sostenibilità e decarbonizzazione. La firma è avvenuta alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e di Sua Altezza lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti.

ECCO I TERMINI DELL’ACCORDO FRA ENI E ADNOC

Con questo accordo, Eni e Adnoc esploreranno potenziali opportunità nei settori delle energie rinnovabili, idrogeno blu e verde, cattura e stoccaggio di CO2 (CCS), riduzione delle emissioni di gas serra e metano, efficienza energetica, riduzione del flaring di routine e l’impegno nel Global Methane Pledge, per sostenere la sicurezza energetica globale e traguardare una transizione energetica equa. Inoltre, valuteranno aree di cooperazione per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una cultura della sostenibilità all’interno dell’industria energetica e dei suoi stakeholder.

IL COMMENTO DI DESCALZI (ENI)

“Questo accordo fa leva sulla relazione strategica che Eni e Adnoc hanno sviluppato negli anni, per rafforzare la cooperazione nell’impegno alla decarbonizzazione e per una giusta transizione energetica”. Lo afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, commentando l’accordo strategico siglato tra Eni e Adnoc per accelerare la riduzione delle emissioni e rafforzare la cooperazione nei settori dell’energia pulita e della sostenibilità. “Arriva – aggiunge Descalzi – in un momento cruciale, in una complessa situazione internazionale e in vista dell’imminente COP28 in cui gli Emirati Arabi Uniti, in quanto paese ospitante, dovranno definire la loro visione per un’agenda che porti a una transizione energetica pulita”.

IL RUOLO DI ENI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI

Eni è presente ad Abu Dhabi dal 2018. Con un significativo portafoglio di progetti negli Emirati Arabi Uniti, Eni è una delle principali società internazionali del Paese.

NON SOLO ENI NEGLI EMIRATI

Sono circa 600 le imprese a partecipazione italiana negli Emirati. I settori di azione sono l’energia, le infrastrutture e trasporti, i servizi finanziari. «Ma qui ci sono anche tante opportunità – ha sottolineato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani – nei settori dell’innovazione e dell’agroalimentare». Ci sono ampi margini affinché l’interscambio, che è in crescita nei primi 11 mesi del 2022, e ha raggiunto i 7,4 miliardi (+17,6% sul 2021) possa aumentare ancora.

LO SCOPO DELLA MISSIONE DEL PREMIER MELONI NEGLI EMIRATI ARABI UNITI

Si è trattata di una missione decisiva per ripristinare un rapporto virtuoso con un player la cui rilevanza non si esaurisce al Golfo Arabo, ha sottolineato il Sole 24 ore: “Tra le cause di deterioramento dei rapporti, il divieto all’esportazione di armi negli Emirati ai tempi del Governo Conte II (bando poi rimosso ad agosto 2021), e un consequenziale, generale peggioramento della collaborazione nella difesa, fino alla revoca con breve preavviso dell’uso della base aerea di Al Minhad. Senza dimenticare gli strascichi giudiziari del matrimonio fallito tra Alitalia ed Etihad“.

GLI SCENARI SUI RAPPORTI ITALIA-EMIRATI ARABI UNITI

Si prevedono prospettive favorevoli per le circa 600 imprese italiane presenti nel Paese, attive principalmente nei settori dell’energia, delle infrastrutture e dei trasporti e dei servizi finanziari. E’ questa la sensazione che si raccoglie in ambienti governativi. A valle dei colloqui, il vicepremier Tajani e il ministro dell’Industria Sultan Ahmed Al Jaber hanno siglato una dichiarazione sulla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, la prossima edizione della conferenza Onu sul clima, che sarà ospitata a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre prossimi. Un appuntamento fondamentale per gli Emirati, che hanno tutta l’intenzione di avvalersi della collaborazione dell’Italia come partner privilegiato sui temi dell’ambiente e della transizione energetica. Sono temi fondamentali nella strategia di ammodernamento dell’economia emiratina. E le aziende italiane possono mettere a disposizione un know how fondamentale per aiutare il Paese nell’ambizioso percorso di decarbonizzazione, ha rimarcato il quotidiano di Confindustria.

LE OPPORTUNITA’ ANCHE PER LEONARDO E FINCANTIERI

Il rilancio delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi creerà nuovi spazi anche per il settore della difesa ma intanto Fincantieri si è portata avanti: a febbraio ha firmato un accordo di cooperazione con Abu Dhabi Ship Building per lavorare insieme alla realizzazione di flotte di navi militari e commerciali. Nell’ambito dell’elettronica per la difesa anche il gruppo italiano Elettronica e l’emiratina Etimad Holding hanno di recente siglato un accordo di partenariato. E poi c’è Leonardo che è ben radicata nell’area, ha chiosato il Sole.

IL SUCCO DELLA MISSIONE

In sostanza, dopo anni di incomprensioni si è di fronte ad una rilancio delle relazioni bilaterali fra i due Stati. E’ stato firmato un accordo di partenariato strategico, che andrà coniugato in concreto, ma che pone le basi per sviluppi commerciali, politici e strategici non indifferenti, ha scritto il Corriere della sera. «Mi pare che ci sia ampia disponibilità da parte dello sceicco Bin Zayed di dare una mano nella piena volontà di recuperare un rapporto di amicizia per gli interessi nazionali dell’Italia», è la sintesi della premier.

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