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Meeting di Rimini 2019, chi sostiene la kermesse di Comunione e liberazione. Tutti i nomi delle aziende

Non ci sono solo i main e gli official partner. Nel complesso, circa 130 aziende ed enti partecipano, a vario titolo, alla manifestazione e utilizzano il Meeting per la loro comunicazione. Ecco i nomi

 

“Diciamo la verità, non è che un gran momento quello in cui si svolge questo Meeting”. Giorgio Vittadini esordisce così presentando il primo incontro della kermesse riminese su “Persona e amicizia sociale”. Ospite la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia). E anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia)

A prima impressione, il numero uno della Fondazione per la sussidiarietà sembra seccato: il Meeting i politici li ha sempre portati (quasi) tutti in Riviera. Quest’anno la settimana romagnola che si è aperta ieri si intreccia con agende romane fitte di regolamenti di conti parlamentari e discussioni istituzionali che scippano alla Fiera il palco da speakers’ corner di fine estate.

CHE GUAIO LA CRISI POLITICA

Poco male. I politici ci saranno ugualmente. Forse non si battezzeranno nuovi governi negli incontri ufficiali (è da un pezzo che non accade), ma probabilmente spunti e dialoghi nei salottini riservati e rinfrescati del primo piano dei padiglioni se ne intavoleranno, tra spole Roma-Rimini su un Frecciarossa o un’auto blu. Ma Vittadini non è seccato per questo. È solo l’accento marcatamente lombardo sciacquato nel baldanzoso eloquio ciellino a disegnarlo tale per un batticiglio. Dopo l’incipit difatti sfuma in altre ugge non meno assertive, dettagliando le (sue) preoccupazioni sulla situazione sociale e politica del Paese.

E IL VITTA DÀ DEGLI IDIOTI A CERTI CIELLINI

Analisi non necessariamente sempre condivisa dal popolo di Comunione e liberazione. Difatti, niente affatto en passant, il Vitta a chi, tra i ciellini, contesta al Movimento di occuparsi ormai di temi intimistici, dà sonoramente degli idioti. Letterale. Intanto che il tema migranti sia ancora una volta centrale, è evidente. La critica a Matteo Salvini idem. Come ha dettagliato in una intervista della vigilia a Repubblica: “I migranti sono una risorsa”.

MEETING, BILANCIO A SEI MILIONI E MEZZO

Il fatto è che se per Vittadini non è un buon momento per l’Italia, lo è ancora economicamente per il Meeting. Alla quarantesima edizione, i bilanci si mostrano tutt’altro che tristi. Le previsioni di spesa confermano il trend degli anni più recenti. Sia pure con un lieve rialzo: i costi preventivati toccano quota 6milioni 500mila.

DIECI ANNI DI BUDGET

Nel trentennale 2009, il bilancio segnava spese per 7milioni 400mila euro. Saliti a circa 8milioni e mezzo nel 2010 e 2011. Poi scesi: 7milioni e 250mila (spicciolo più o meno) nel 2013 e 2014. Nel 2015 la cinghia si è stretta: 5 milioni 407mila. Trend più o meno confermato fino al 2018.

COME SI SONO RIDOTTI (UN POCO) GLI SPAZI

La razionalizzazione dei costi in questi dieci anni ha comportato qualche sacrificio. In termini di spazi espositivi. Erano 170mila mq nel 2009, ridotti a 127mila nel 2015 (l’anno della riduzione del budget). Poi portati a 130mila mq nel 2016. E da allora sempre confermati. Quella che non è mai stata ridotta è la metratura dedicata agli stand gastronomici: 21mila mq erano nel 2009, lo sono sempre stati e rimangono tali per il 2019.

VOLONTARI IN LEGGERO CALO NEGLI ANNI

Flessione anche per i volontari impegnati negli allestimenti degli spazi (nella settimana che precede la kermesse), e quelli occupati durante il Meeting vero e proprio. Studenti, lavoratori e pensionati, dall’Italia e dall’estero. Erano complessivamente 3758 nel 2009, sono scesi quest’anno a 2850. Però in linea con gli ultimi anni. Nel 2012, anno turbolento per l’inchiesta della Finanza che aveva messo nel mirino la Fondazione Meeting per una presunta truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, i volontari hanno toccato il picco di 4050. Numeri più importanti del 2016, quando già in marzo il Tribunale aveva assolto tutti i rinviati a giudizio. Il pallottoliere segnò 2607 volontari.

SPONSOR, BENZINA DEL FESTIVAL

Le entrate sono al solito coperte in larga parte da sponsor – i principali sono affezionati, ormai di casa – pronti a dare benzina alla macchina Meeting. Che, lo si voglia o no, con le sue 700/800mila presenze, è una vetrina imprescindibile. Ed è soprattuto (ancora) l’oro di Rimini. E non solo della Riviera romagnola.

GRAZIE AL MEETING LA RIVIERA INCASSA 23 MILIONI

Secondo una stima dell’Osservatorio sul turismo dell’Emilia Romagna, elaborata da Trademark Italia, il giro di affari per camere di albergo e strutture ricettive produrrà quest’anno un giro di affari di circa 5 milioni di euro. A questa cifra va aggiunta la spesa dei visitatori e dei partecipanti ai convegni, stimata attorno ai 18 milioni. Complessivamente quindi, le “circa 800mila presenze agli eventi del Meeting, potranno produrre ricavi per hotel, appartamenti, bar, ristoranti, trasporti e shopping per circa 23 milioni”. Infatti Regione Emilia Romagna partecipa al Meeting con un gustoso stand, per mostrare in particolare le sue eccellenze enogastronomiche. Ma l’affare non è solo rivierasco.

REGIONI IN VETRINA

Lo documentano gli allestimenti delle regioni. Sicilia, Trentino, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria. Torna, come di consueto, la Lombardia. Non saranno più i contributi generosi dell’era Formigoni e poi sostanzialmente mantenuti da Maroni, ma il leghista Attilio Fontana non arretra. Cl in Lombardia ci è nata e cresciuta. I suoi quadri dirigenti arrivano ancora da lì. Ignorarla sarebbe un harakiri politico. L’anno scorso Fontana sbarcò in Riviera con una dote dimezzata rispetto ai predecessori (sui 60mila euro), ma non mancò a un incontro a cui era stato invitato. E quest’anno ritorna, per un dibattito il 23 su Regioni e autonomia dimezzata. Con lui, il presidente di Emilia Romagna Stefano Bonaccini; quello del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga; della Sicilia, Nello Musumeci; della Liguria, Giovanni Toti e del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Anche Regione Puglia ha offerto la sua collaborazione, per concerti e incontri.

BIG MONEY DAI PARTNER

Il contributo delle Regioni non è certo il più generoso. La parte del leone la fanno i main partner. Alla voce entrate si prevedono, invece, in ordine decrescente: servizi di comunicazione per le aziende (circa 4 milioni di euro); introiti dalla ristorazione (circa 1 milione 100mila). Non sarà ricchissimo ma conta, il contributo del popolo del Meeting: attività commerciali, biglietti delle poche manifestazioni a pagamento (il Meeting è praticamente totalmente gratuito per i visitatori) e contributi privati (legati al fundraising).

I PRINCIPALI SPONSOR: TIM, INTESA SANPAOLO, ENEL

Energia, innovazione, finanza e assicurazioni. Quest’anno i tre main partner sono Tim (Wind è stata presente ininterrottamente dal 2013 al 2018). Il gruppo delle telecomunicazioni offre in Fiera dimostrazioni della sua scalata al 5G. Si conferma un habitué Intesa Sanpaolo (presente da tempo), e un’altra affezionata, Enel, quest’anno con e-distribuzione dello stesso Gruppo.

CONTRIBUTI ANCHE DA ATLANTIA E UNIPOLSAI

Sei gli official partner (la recentemente contestata a Genova Atlantia, Automobil Club, Banca 5 – legata a Intesa Sanpaolo – Fondazione Ania, e UnipolSai che compie cinque anni di impegno per la kermesse. Presente ancora una volta Eni, che nel suo spazio punta sul tema dell’economia circolare.

AMBIENTE AL CENTRO, COME PAPA FRANCESCO INSEGNA

Difatti non difetta l’attenzione all’ambiente – tema tra gli altri rilanciato da Vittadini nel suo intervento di apertura. Conai, Consorzio nazionale imballaggi, figura come Sustainability partner. Lezioni di sostenibilità in Fiera le offre Coca-Cola che torna al Meeting con il progetto “Upcycle, il nostro viaggio nella sostenibilità”, realizzato in collaborazione con Corepla, Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica.

130 AZIENDE PER UN FIERA

Non ci sono solo i main e gli official partner. Nel complesso, circa 130 aziende ed enti partecipano, a vario titolo, alla manifestazione e utilizzano il Meeting per la loro comunicazione. Tra gli altri, si sono assicurati un banner o uno stand la Commissione europea con la International cooperation and development; la Repubblica di San Marino; Randstad, Euronics, Nestle, Orogel, l’azienda di trasporti Start Romagna e pure Philip Morris. Del resto, anche l’iniziatore di Cl don Giussani ogni tanto una sigaretta la fumava. Non mancano Folletto, il Grana Padano e i Birrai umbri. Torna Illumia, società attiva nella vendita di energia elettrica e gas. Offre una serie di incontri per scoprire le opportunità di lavoro. E offre – sottoscrivendo l’offerta Illumia Meeting Luce o Gas – un abbonamento omaggio alla rivista vicina a Cl, Tempi.

RINUNCIANDO A SPONSOR CRITICATI, IL MEETING VELEGGIA COMUNQUE

Insomma: il Meeting ha lasciato da qualche edizione ricchi partner come Lottomatica e Leonardo (Finmeccanica), che a ogni agosto eccitavano il puntuale dissenso di alcuni cattolici e le moraleggianti critiche di giornali laici. Ma non ha perso i sostenitori e ne ha recuperati di nuovi. Non meno importanti.

PER LA COMUNICAZIONE, MEGLIO STARE SICURI

Istituzionali i media partner: il portale Vatican News, Radio Vaticana Italia, Avvenire della Conferenza episcopale italiana e il Sussidiario.net. della Fondazione per la sussidiarietà presieduta da Vittadini. Non si ripete l’esperienza 2018 quando si coinvolsero Fanpage.it e Notizie.it.

BOOM DI INCONTRI E RELATORI

Crescono gli incontri – quest’anno saranno 179, erano 148 lo scorso anno – e i relatori invitati: picco totale tra incontri ufficiali e collaterali di 625. Una lunga, costante ascesa. Annunciando un altro anniversario, quello del trentennale, nel 2009, l’allora storico direttore della kermesse, Sandro Ricci, descriveva la crescita della manifestazione. L’edizione del 1980, presso la Fiera “vecchia” di Rimini, proponeva 16 incontri e una sola sala per conferenze, 42 personaggi, 5 spettacoli; già l’edizione 2009, invece, 116 incontri, 11 sale per conferenze, 299 personaggi, 26 spettacoli. Il primo Meeting è stato costruito da 300 volontari, occupava 9mila metri quadrati di spazi coperti ed ha conteggiato 50mila presenze; quello del trentennale era sostenuto, nei sette giorni della manifestazione, da 3058 volontari – a cui bisogna aggiungere i 700 del pre-meeting.

PECUNIA A PARTE, LA LINEA DEL VITTA SAPRÀ CONVINCERE I CIELLINI?

A parte il calo del numero dei volontari, e quello consolidato dei metri quadrati degli spazi espositivi e il taglio al budget (nel 2019 però in aumento), il quarantennale non sembra accusare crisi economiche imminenti. Anzi. Il punto semmai è se la direzione politica impressa dal co-regista Giorgio Vittadini saprà coinvolgere il popolo di Cl. Dario Di Vico – molto letto e considerato negli ambienti di Comunione e liberazione, quindi del Meeting – domenica sul Corsera notava l’assenza di un incontro sul voto cattolico alla Lega tanto criticata dal Vitta.

DISSENSI TRA AMICI SULLA LEGA DI SALVINI

Un amico di lunga data del presidente della Fondazione della sussidiarietà – e ospite praticamente fisso della kermesse riminese – il poeta Davide Rondoni, su Panorama è sembrato difendere l’uso dei simboli religiosi da parte di Salvini tanto criticato dal professor Vittadini: a Repubblica ha dettato sullo sbandieramento del rosario ai comizi: “Mi dispiace per la strumentalizzazione, l’esperienza cristiana è ben altra cosa”. È in buona compagnia dei principali giornali cattolici italiani. In fondo per anni i cattolici hanno messo una croce su una croce, quella della Dc, scriveva grosso modo Rondoni: “E poi si sa che molti ciellini hanno votato Lega, e la rivoteranno”.

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