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Mediobanca

Mediobanca, la guerra di posizione tra Del Vecchio e Nagel

Che cosa è successo all'assemblea di Mediobanca e come avanza la Delfin di Del Vecchio.

Leonardo Del Vecchio arrotonda la quota in Mediobanca e a un mese dal suo ingresso con il 6,94% si porta al 7,52%. Supera così Vincent Bolloré, sceso al 6,73 dal 7,85% di un anno fa, e diventa il secondo azionista di Piazzetta Cuccia dietro a Unicredit (stabile all’8,81%).

E’ questo il quadro azionario emerso ieri dall’assemblea dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Ecco dettagli e novità.

COME HA VOTATO DEL VECCHIO

La Delfin di Leonardo Del Vecchio, rappresentata all’assemblea di Mediobanca dall’ad Romolo Bardin, ha votato a favore del bilancio, della politica di remunerazione e del piano di performance shares. E’ quanto emerge dai risultati sui tre punti all’ordine del giorno che hanno visto il voto favorevole rispettivamente dal 99,9, dal 97,7 e dal 99,5% del capitale presente in assemblea (al 65,2%). La Delfin si è invece astenuta sull’azione di responsabilità nei confronti del Cda proposta da un piccolo socio per la vicenda dello Ieo (dove Unicredit alleata di Delfin si è contrapposta a Mediobanca).

IL QUADRO DELL’AZIONARIATO

Complessivamente i grandi soci – col patto che detiene il 20,94% – hanno dunque in mano a oggi il 35,2% del capitale di Mediobanca. Degli investitori di mercato, BlackRock resta il primo azionista con una quota invariata del 4,98%.

DOSSIER UNICREDIT

Sollecitato a commentare anche il blitz nel capitale della banca, il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, ha glissato: “Noi lavoriamo per tutti gli azionisti, chiunque essi siano, per definizione. E’ inutile entrare in polemiche in cui non vogliamo entrare”. Interpellato poi su un eventuale disimpegno da parte di Unicredit, “Siamo pronti a qualsiasi evenienza ci fosse nell’azionariato”, ha assicurato.

CAPITOLO GENERALI

Riguardo alle Generali, mentre si avvicina il nuovo piano il 12 novembre, Nagel ha detto che “tra 10/15 anni le Generali esisteranno e il mio auspicio è che rimangano indipendenti e con base in Italia”. “La nostra dipendenza Generali è venuta molto meno rispetto al passato – ha risposto indirettamente alle critiche espresse da Del Vecchio -. Ha un rendimento del 15%, vendere la quota ha senso se abbiamo bisogno di capitale o per reinvestire in un’attività che rende altrettanto”.

IPOTESI E SCENARI

Sul fronte M&A, in particolare, “Per acquistare qualcosa ci vuole qualcuno che vuole vendere. Mi sembra che oggi Banca Generali stia bene nel portafoglio di Generali”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

Ha commentato il Sole 24 Ore: “Non è ancora chiaro a cosa miri il patron di Luxottica che ha criticato quella che a suo giudizio è l’eccessiva dipendenza dei risultati di Mediobanca da Generali e Compass, sollecitando invece acquisizioni per crescere nel core business dell’investment banking. La settimana scorsa, in conference call con gli analisti, Nagel aveva difeso il modello di business dell’istituto che punta a compensare con la diversificazione le fasi negative dell’attività di banca d’affari, di per sé un business ciclico. In quell’occasione Nagel aveva anticipato che si sarebbe confrontato con Del Vecchio, ma che l’impianto del nuovo piano – che sarà presentato in cda e alla comunità finanziaria il 12 novembre – non cambierà e resterà in linea di continuità con il passato”.

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