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Ecco come Nagel stronca l’Ops di Mps e seduce i soci di Mediobanca

Che cosa emerge dall'aggiornamento del piano di Mediobanca e che cosa ha detto l'amministratore delegato Nagel sull'Ops di Mps.

“Mediobanca promette di aumentare i dividendi per respingere l’offerta di acquisto di Monte Paschi”: così sintetizza stamattina il Sole 24 Ore on line l’aggiornamento del piano di Piazzetta Cuccia presentato dall’istituto guidato dall’amministratore delegato Alberto Nagel. Ma vediamo i numeri salienti del nuovo piano.

I NUMERI DEL PIANO AGGIORNATO DI MEDIOBANCA

Utile netto a 1,9 miliardi a fine giugno 2028, con una crescita del 45% dal giugno 2025, utile per azione a 2,4 euro (+14% medio annuo), utile ordinario a 1,7 miliardi (+30% e +9% medio annuo per l’eps a 2,1 euro) su ricavi a oltre 4,4 miliardi (+20% nel triennio e +6% medio annuo). Sono alcuni degli obiettivi al 2028 annunciati da Mediobanca nell’ambito dell’aggiornamento del piano “One Brand – One Culture”.

PERCENTUALI E CONFRONTI

Il Rote salirà al 20%, con quello ordinario al 17% (+3 punti percentuali dall’attuale 14%). Il Cet 1 si attesterà al 14% e il Tier 1 al 15,5%. Quanto alla remunerazione degli azionisti, ai soci andranno 4,9 miliardi in tre anni, di cui 4,5 miliardi cash. Il payout sarà al 100% degli utili ordinari e «interamente cash», con un dividendo per azione da 1,12 euro nel 2025, che salirà del 50% nel 2026 e poi ancora fino al raddoppio a 2,1 euro nel 2028. Il rendimento cumulato sarà così «superiore al 30%».

LE PAROLE DI NAGEL

Se Nagel ha elogiato i piani di Piazzetta Cuccia ha invece stroncato nuovamente la mossa di Mps (partecipata dal Tesoro) che ha lanciato un’Ops sull’istituto milanese. “L’offerta di scambio di Mps per gli azionisti Mediobanca è priva di razionale industriale e finanziario ed e’ caratterizzata da evidenti elevati rischi di esecuzione”, secondo Piazzetta Cuccia, sottolineando invece che il “percorso virtuoso” stand alone dell’istituto “sarà ulteriormente rafforzato dall’offerta su Banca Generali”.

OPS SU BANCA GENERALI

“Il comune Dna di eccellenza e la forte complementarità manageriale e di competenze tra Mediobanca e Banca Generali”, in particolare, “rafforzano ulteriormente il razionale industriale dell’operazione, rendendo il conseguimento delle sinergie visibile e a basso rischio di esecuzione”. L’offerta di Mps, al contrario, porterebbe la realtà aggregata ad avere “un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico”, una “riduzione a doppia cifra’ dell’utile per azione e ‘difficolta’ di stimare livelli di Rote, Cet 1 e quindi pay-out sostenibili”.

CHE COSA HA DETTO NAGEL

La politica di remunerazione degli azionisti, inoltre, “è a rischio di esecuzione basso in Mediobanca ed elevato in Mps” e l’ops presenza un “forte sconto implicito rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore”.

IL PIANO DI MEDIOBANCA

“L’estensione al 2028 del piano ‘One Brand – One Culture’, dimostra come Mediobanca sia in grado di realizzare, pur in un contesto macroeconomico complesso, un’ulteriore solida crescita di ricavi, utili e redditivita’, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e di execution nonché a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti”, ha dichiarato Nagel, aggiungendo che “questo entusiasmante percorso di crescita stand-alone, compiuto rimanendo ancorati alla “scuola di banca responsabile” radicata nel Dna della banca, verra’ ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali, operazione in grado di creare un leader europeo nel Wealth Management per dimensioni, capacita’ di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing e’ previsto per il prossimo mese di ottobre”.

LO SCENARIO CON BANCA GENERALI

In caso di aggregazione con Banca Generali, Mediobanca raggiungerà quota 5 miliardi di ricavi nel 2028 a fronte dei 4,4 previsti nello scenario standalone. E’ quanto emerge dalla presentazione dell’aggiornamento del piano strategico di Piazzetta Cuccia. In caso di successo del’Ops sulla controllata del Leone, inoltre, il wealth management peserà il 50% dei ricavi contro il 30% senza Banca Generali e il Rote supererà il 20% dal 17% previsto al momento.

“Dobbiamo avere alternative molto buone come storia industriale e impatto finanziario per vendere’ la quota in Generali ‘e Banca Generali lo è”, ha rimarcato il numero uno di Mediobanca”: Non e’ facile trovare alternative cosi’ convincenti come Banca Generali”, ha aggiunto. Di conseguenza, “se non potessimo fare Banca Generali per qualunque motivo valuteremo la situazione, ma visto il contributo di Generali al nostro bilancio è difficile trovare una forte motivazione a vendere”. “Banca Generali lo è”, ha ribadito in chiusura.

LO STALLO E LE PROSPETTIVE

Resta da vedere se la strategia dei vertici di Mediobanca avrà successo. Di certo non è stato un segnale positivo quello arriva con lo slittamento al 25 settembre dell’assemblea dei soci di Piazzetta Cuccia che doveva decretare l’ok all’ops su Banca Generali. Evidentemente i numeri non erano dalla parte dei vertici che hanno quindi deciso di prendere tempo. Chissà, magari per vedere se ci saranno iniziative giudiziarie concrete connesse all’inchiesta della procura di Milano sul caso delle vendita di quote detenute dal Tesoro a Caltagirone, Delfin, Anima e Banco Bpm.

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