L’attesa sta per finire e gli schieramenti si stanno delineando. Se le diverse partite finanziarie in Italia sono ormai comunemente definite un risiko bancario, l’assemblea di Mediobanca – che deve decidere riguardo l’ops su Banca Generali – può tranquillamente essere presentata come una battaglia. L’appuntamento è fissato per lunedì 16 giugno, quando i soci di Piazzetta Cuccia dovranno votare. Si prevede un’alta affluenza, che potrebbe arrivare oltre all’80% del capitale in assemblea.
CONTRARI E FAVOREVOLI ALL’OPS SU BANCA GENERALI
L’ops è stata annunciata da Mediobanca lo scorso 28 aprile, in risposta – anche se non ufficialmente – all’ops di Mps su Piazzetta Cuccia annunciata a gennaio. Secondo le stime, per dare il via libera all’ops, in assemblea serviranno almeno il 40% dei titoli presenti, cioè il 50% più uno del capitale presente. Ieri sono state comunicate altre posizioni. Banca Mediolanum e Mediolanum Vita (con il 3,49%) hanno infatti annunciato di essere favorevoli all’ops su Banca Generali. A seguire anche Finprog Italia, della famiglia Doris, con il suo 0,96% ha reso noto il suo sì. Un 4,5% totale che si aggiunge, quindi, al fronte dei favorevoli. Con loro anche il fondo sovrano Norges Bank, con un altro 1,45%. Ma anche altri investitori internazionali, come New York City Comptroller, Calstrs, Florida State board e Calpers, Calvert e Praxis.
Altri fondi internazionali invece non hanno ancora comunicato la propria posizione, come BlackRock (che ha il 3,5%), Pimco e Vanguard. Stessa postura di Delfin, che essendo primo azionista di Mediobanca con il 19,8% ha un peso decisivo. La cassaforte della famiglia Del Vecchio potrebbe far fronte comune, come succede in altre partite del risiko, con il gruppo Caltagirone – che ha circa il 10%. Ma non è ancora detto.
Caltagirone – socio di Mediobanca, di Mps e di Generali – sicuramente guida il fronte dei contrari, tanto che la scorsa settimana aveva chiesto anche il rinvio ufficiale dell’assemblea di Mediobanca. E dovrebbe portarsi dietro anche fondazioni varie e casse previdenziali, come l’Enpam, l’Enasarco e Cassa forense. L’esito del voto in assemblea, quindi, è ancora in bilico. Forse la linea dell’amministratore delegato Alberto Nagel è in vantaggio, tutto però dipenderà da Delfin o dai soci minori.
MEDIOBANCA: LA QUESTIONE ESPOSTO IN PROCURA
La battaglia, oltre che finanziaria e a colpi di voti, potrebbe sfociare nel legale. Ieri pomeriggio è infatti trapelata la notizia di un esposto depositato da Mediobanca alla procura di Milano sull’ops di Mps su Piazzetta Cuccia. Un esposto che ipotizza una possibile azione di concerto tra Caltagirone e Delfin, quindi in sostanza un accordo tra i due soci. Ma in serata Mediobanca ha smentito di aver presentato l’esposto, che – come riportato da Il Giornale – “sarebbe uguale a quello già depositato presso Consob e Bankitalia, che ha generato l’apertura di un fascicolo a modello 45 relativo ad «atti non costituenti notizie di reato»”. Secondo Repubblica, che cita fonti vicine alla procura, gli autori dell’atto sarebbero alcuni avvocati di parti coinvolte.
Una mossa che – come ricorda il Giornale – sembra simile a quella compiuta da Generali già nel 2022, quando chiese a Ivass e Consob di fatto di indagare su una possibile azione di concerto nell’operazione di Caltagirone, di Fondazione Crt e di Delfin. Ipotesi esclusa da Ivass e da Consob. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, con un articolo di Camilla Conti, va però oltre e sottolinea un punto preciso. Cioè una sorta quantomeno di incoerenza. “Naturalmente non una parola sulla tempistica dell’offerta lanciata da Mediobanca su Banca Generali: il giovedì (24 aprile) Piazzetta Cuccia nomina il cda delle Generali, il lunedì (28 aprile) propone al cda così nominato di spogliarsi di un pezzo pregiato della compagnia in cambio di azioni proprie: mai concerto fu più palese, ma la Consob si è ben guardata di proferire parola”.