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Forze e debolezze della meccanica italiana. Report Cdp

La meccanica strumentale italiana tra eccellenza, innovazione e sfide globali. Cosa dice il brief di Cassa depositi e prestiti.

In Italia il comparto della meccanica strumentale poggia su una rete di circa 18.000 mila imprese specializzate nella produzione di macchinari industriali, con mezzo milione di addetti e figura tra i primi settori per investimenti in ricerca e sviluppo, “svolgendo un ruolo cruciale come fornitore e sviluppatore di tecnologie di processo lungo le filiere”: lo si legge nel brief di Cassa depositi e prestiti intitolato La meccanica strumentale italiana tra eccellenza, innovazione e sfide globali.

LA MECCANICA STRUMENTALE IN ITALIA: I PUNTI DI FORZA

Con un fatturato annuo di quasi 150 miliardi di euro, il settore si posiziona  al primo posto per valore aggiunto, con una quota del 13,6 per cento al 2022. A livello dell’Unione europea, il settore italiano dei macchinari è secondo solo a quello tedesco in termini di valore aggiunto.

Il 62 per cento delle imprese italiane di meccanica strumentale vende all’estero (rispetto al 22 per cento della media manifatturiera), da cui genera più della metà dei ricavi totali (contro un terzo della media manifatturiera).

Nel 2024, le esportazioni di macchinari sono valse il 16 per cento del totale dell’export italiano di beni, per un
valore superiore ai 100 miliardi di euro e un surplus commerciale di quasi 60 miliardi di euro: questo valore è cresciuto
significativamente nel corso degli ultimi anni (+25 per cento rispetto al 2019), e più rapidamente rispetto al resto della manifattura.

La rilevanza delle vendite all’estero della meccanica strumentale è tale che, in assenza di questo comparto, il surplus commerciale complessivo dell’Italia si tramuterebbe in deficit.

DIVERSIFICAZIONE PRODUTTIVA E CONCENTRAZIONE GEOGRAFICA

La produzione italiana è molto diversificata per via dei molteplici usi a cui è destinata: dai macchinari per il packaging alle macchine utensili per la lavorazione del metallo; da quelle per la trasformazione degli alimenti ai sistemi di raffreddamento industriale, fino alla produzione di rubinetti, valvole, pompe e compressori.

Dal punto di vista geografico, invece, la produzione è molto concentrata: l’85 per cento degli addetti si trova nelle regioni del Nord; Lombardia ed Emilia Romagna, nello specifico, rappresentano rispettivamente il 28% e il 22% del totale.

LE SFIDE: IL RALLENTAMENTO EUROPEO…

Il settore italiano della meccanica strumentale ha subìto il rallentamento del mercato europeo, la destinazione principale delle esportazioni (Francia e Germania, in particolare). Il 2024, quindi, ha segnato una battuta di arresto per il comparto, che ha visto contrarsi in misura significativa il fatturato complessivo (-6 per cento) e i volumi prodotti (-3,8 per cento). Anche l’export è diminuito, in misura maggiore rispetto alla media del manifatturiero: -1,3 per cento, anziché -0,5 per cento.

“Da sottolineare”, si legge nello studio, “la performance negativa degli investimenti fissi lordi in Francia e Germania, i due principali mercati di sbocco europei della meccanica strumentale italiana, che insieme assorbono quasi un quinto dell’export di settore. Questi hanno registrato un andamento stagnante nel biennio 2022-2023, per poi contrarsi nell’ultimo anno rispettivamente dell’1,4% e del 2,5%6, incidendo negativamente sugli ordini di beni strumentali. Di conseguenza, si è contratto anche l’export italiano verso i due Paesi – in Germania del 6,4% e in Francia del 5,9% – e i dati provvisori per il primo trimestre del 2025 riportano un’ulteriore contrazione su base tendenziale – in Germania dell’8,2% e in Francia del 6,5%”. Le prospettive per il 2026 non sono particolarmente incoraggianti.

… E I DAZI AMERICANI

La meccanica italiana, spiegano gli analisti di Cassa depositi e prestiti, non ha accolto come una buona notizia i dazi americani sulle importazioni di prodotti manifatturieri europei (al 15 per cento o superiori): benché il mercato estero principale sia quello europeo, infatti, nell’ultimo decennio le esportazioni del comparto negli Stati Uniti sono cresciute “costantemente”. Oggi le esportazioni di macchinari rappresentano un quinto dell’export totale verso gli Stati Uniti e generano un saldo commerciale settoriale positivo prossimo agli 11 miliardi di euro.

D’altra parte, i danni dei dazi americani sono contenuti dal basso grado di sostituzione delle vendite italiane con produzioni domestiche statunitensi.

LA DIMENSIONE DELLE IMPRESE E LA DIGITALIZZAZIONE

La taglia media delle imprese del comparto della meccanica strumentale (28 addetti nel 2022) è di gran lunga maggiore rispetto alla media del manifatturiero nel suo complesso (11 addetti). Tuttavia, il settore italiano appare sottodimensionato rispetto agli standard europei, dove la media mostra dimensioni maggiori del 40 per cento, e quasi triple in Germania.

Lo studio sottolinea però che “la taglia ridotta non ha finora costituito un fattore di criticità per la competitività della meccanica strumentale nazionale: la produttività del lavoro delle imprese italiane è in linea con la media UE ed è significativamente cresciuta negli ultimi anni”. D’altra parte, per quanto riguarda la digitalizzazione la meccanica italiana “sconta un ritardo non trascurabile se rapportata ai principali peer europei del settore. In particolare, l’integrazione di tecnologie di IA [intelligenza artificiale, ndr] all’interno dei processi ha caratterizzato poco più del 9% delle imprese italiane del settore nel 2024, lontano non solo dalla quota registrata dai primi della classifica – tra cui la Germania (20%) – ma anche dalla media europea”.

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