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La manovretta di Conte e Juncker. Numeri, commenti e 13 tweet

Più tagli alla spesa e più imposte. Ecco la correzione da 10,2 miliardi di euro nella manovra del governo Conte dopo la trattativa con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo. Numeri, commenti e approfondimenti

Nove miliardi di minore spesa pubblica e 1,2 miliardi di maggiori entrate.

In questi due numerini si possono racchiudere le differenze tra la manovra iniziale del governo e quella frutto della riscrittura a Bruxelles.

Totale: 10,2 miliardi di euro. Ecco quanto vale davvero la correzione apportata alla manovra “espansiva”, come era stata presentata dal governo M5s-Lega.

La manovra modificata per evitare la procedura d’infrazione scende, dunque, a quota 31 miliardi.

Il dimagrimento si basa molto con una linea rigorista, pari a 9 miliardi di minori spese.

Il lavoro di forbici è partito dai fondi per reddito e quota 100, che perdono 4,6 miliardi (2,73 chiesti alle pensioni, e non più 2 perché la finestra per il pubblico impiego si aprirà a ottobre e non a luglio, e 1,9 al reddito) e portato avanti rinviando al futuro 2,3 miliardi di investimenti legati al gruppo statale Ferrovie Italiane, cofinanziamenti delle politiche comunitarie e Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale.

Non solo: il fondo per gli investimenti della Pubblica amministrazione centrale perde poi altri 700 milioni, compensati però dall’utilizzo di fondi Ue per il dissesto idrogeologico. Su questo punto viene poi confermata la flessibilità che esclude 3,7 miliardi (0,2% del Pil) per spese straordinarie su manutenzione del territorio e della rete stradale.

Il capitolo delle maggiori entrate vale invece circa 1,2 miliardi, con i 450 milioni del pacchetto giochi, con la nuova tassa sulle scommesse sportive, la web tax (150 milioni il primo anno, 600 dal secondo) e una rimodulazione di crediti d’imposta e sconti fiscali che fa sparire anche l’Ires agevolata per gli enti non commerciali (435 milioni in tutto nel 2019); misura, quest’ultima, che ha fatto imbufalire i vescovi italiani riuniti nella Cei.

Una mano, che vale 950 milioni il primo anno e 150 l’anno negli altri due, arriva dalle dismissioni immobiliari.

In termini di saldi, lo sforzo per avvicinarsi a Bruxelles vale 10,2 miliardi per l’anno prossimo, 12,2 per il 2020 e 16 per il 2021.

C’è poi l’ipoteca-incognita Iva: sul 2020 e 2021 ritornano in campo gli aumenti Iva, con cifre ancora più consistenti di quelli scritti nella manovra dell’anno scorso. Rispetto alla versione di ottobre, l’Iva cresce di 9,41 miliardi nel 2020 e di 13,183 nel 2021. Sommati alle clausole che erano ancora presenti nella vecchia manovra, significa che il tutto poggia su aumenti da 51,9 miliardi in due anni (22,9 il primo e 29 il secondo). Si tratta di un’incognita pesante sui saldi, di cui Bruxelles ha scelto di tenere conto a differenza del passato.

TUTTI I DETTAGLI DELLA NUOVA MANOVRA

Domanda finale: le correzioni apportate dal governo di Roma migliorano la manovra rispetto all’obiettivo della crescita? No. Visti i tagli agli investimenti e più tasse sulle imprese.

Di seguito alcuni dei tweet più significativi:

 

 

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