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Manovra, chi guadagna e chi perde col fisco stile Conte-Gualtieri. L’analisi di Italia Oggi

Chi guadagna e chi perde con la manovra del governo Conte 2? Ecco le risposte del quotidiano economico Italia Oggi

 

Chi guadagna e chi perde con la manovra del governo Conte?

Domanda sciatta, si direbbe populista, eppure non troppo banale.

Domanda, soprattutto, utile per andare oltre polemiche e polemichette che fanno comprendere poco o nulla. Così come la gragnuola di numeri e percentuali spesso utili a confondere le idee.

Per rispondere alla domanda con cognizione di causa, è opportuno affidarsi – vista la materia altamente specialistica – a chi fa questo lavoro con perizia.

Dunque, meglio leggere Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Leggendo l’articolo di Marino Longoni, condirettore del quotidiano ed esperto di fisco, si ha un quadro chiaro su chi guadagna e chi perde dopo la prima stesura della manovra 2020 (al di là si scazzottamenti mediatici fra i partiti della maggioranza quadripartita M5s-Pd-Leu-Italia Viva).

Il lavoro di Italia Oggi (qui il numero denso di articoli di approfondimento) ha condotto a questa conclusione: guadagnano lavoratori dipendenti, pubblico impiego e pensionati: perdono lavoratori autonomi, professionisti e piccole e medie imprese.

“Nonostante gran parte delle risorse disponibili siano state impiegate per neutralizzare le clausole di salvaguardia – ha scritto Longoni, sintetizzando gli approfondimenti – quel poco che è rimasto è stato distribuito così: 3 miliardi per aumentare le buste paga dei lavoratori subordinati, 3,5 miliardi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici (con aumenti ben superiori al tasso di inflazione), e poi la rivalutazione degli assegni pensionistici, il rinnovo di Ape sociale e Opzione donna. Ma soprattutto nessuna modifica a Quota 100 e nemmeno al reddito di cittadinanza, una misura che ha dimostrato essere fonte di moltissimi abusi e soprattutto che finora non ha offerto alcun contributo nel far incontrare domanda e offerta di lavoro, a parte l’assunzione dei navigator, peraltro a tempo determinato”.

E gli autonomi? Bastonati.  “Se c’era stata una riforma in materia fiscale che negli ultimi anni aveva dato buoni risultati in termini di semplificazione è stata la creazione della categoria dei forfettari, destinataria di un meccanismo ipersemplificato di determinazione del reddito. Un’innovazione che aveva riscosso notevole successo presso i diretti interessati, ma aveva anche consentito di aumentare il gettito di più di un miliardo di euro: ora l’intenzione del governo è di radere al suolo questo regime reintroducendo le complicazioni che erano state appena eliminate, gettando così lo scompiglio tra centinaia di migliaia di lavoratori autonomi che avevano scelto il nuovo regime rinunciando, tra l’altro, alla possibilità di portare in deduzione i costi sostenuti per l’esercizio della loro attività”, ha concluso Italia Oggi.

Ora le chiacchiere politicistiche stanno davvero a zero.

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