Una Magistratura tributaria autonoma rispetto a quella ordinaria, amministrativa e contabile, in cui l’organizzazione e la gestione dei giudici tributari non dipenderà più dal Ministero delle Economia e delle Finanze (una delle parti del processo tributario) ma dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E’ questo, in breve, quello che prevede il disegno di Legge n. 243 “Ordinamento della giurisdizione tributaria” presentato in settimana a Roma, nell’Aula Isma del Senato, e depositato il 10 aprile scorso in Senato. Il disegno di legge, presentato su iniziativa del senatore Luigi Vitali, riprende, integralmente, la proposta di riforma della giustizia tributaria dell’avvocato tributarista leccese Maurizio Villani.
COSA PREVEDE IL DISEGNO DI LEGGE
Oltre alla nascita di una Magistratura tributaria autonoma, il ddl prevede “la creazione di Tribunali tributari (di 1° grado) e di Corti di Appello Tributarie (di 2° grado) che andrebbero a sostituire rispettivamente le vigenti Commissioni Tributari Provinciali e Regionali”, ha spiegato Maurizio Villani. “Nella nuova architettura della Giustizia Tributaria ci sarebbe anche una Sezione Tributaria della Cassazione con 5 sotto-sezioni, atteso il notevole contenzioso pendente nella Suprema Corte di Cassazione”.
COSA SUCCEDERA’?
Se il disegno di legge verrà approvato in Legge dal Parlamento, vi saranno a livello nazionale “mille nuovi giudici tributari selezionati mediante concorso pubblico a base regionale, per titoli ed esami orali con un trattamento economico congruo e dignitoso pari a quello del giudice ordinario”, ha spiegato il senatore Luigi Vitali. “Oggi, bisogna pensare che un giudice relatore percepisce 25 euro nette a sentenza depositata”.
“Ci auguriamo che oltre ai nuovi, si parta da questa riforma per poter migliorare anche la situazione degli attuali giudici tributari”, ha invece commentato Ennio Sepe, presidente dell’Associazione Magistrati Tributari.