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La retromarcia di Macron sul sado-masochismo austero? Una vittoria dell’Italia. Parla il prof. Piga

È finita l'era del Fiscal Compact con il discorso di Macron in Francia. L'analisi dell'economista Gustavo Piga

“Se siamo arrivati a questo punto, a un residente francese che inscena una retromarcia clamorosa per non perdere per la prima volta nella storia della Repubblica la poltrona prima della fine del mandato, è perché le condizioni politiche e sociali sono diventate insostenibili per una larga fetta della società transalpina. Un disastro epocale, che sancisce la condanna definitiva delle sue politiche economiche, in linea con l’afflato austero dell’Europa che lui voleva rilanciare”.

È il commento di Gustavo Piga, economista, da tempo sostenitore in Italia del superamento del Fiscal Compact, dopo il discorso di ieri era del presidente francese Emmanuel Macron. (qui la sintesi degli annunci di Macron nell’articolo di Start Magazine che valgono circa 10 miliardi di euro)

Proprio ieri sera Piga ha twittato:

Professore, vedo che su Twitter esulta dopo il discorso di Macron. E’ stato picconato il Fiscal Compact dall’Eliseo dunque?

C’è poco da esultare. Se siamo arrivati a questo punto, a un presidente francese che inscena una retromarcia clamorosa per non perdere per la prima volta nella storia della Repubblica la poltrona prima della fine del mandato, è perché le condizioni politiche e sociali sono diventate insostenibili per una larga fetta della società transalpina. Un disastro epocale, che sancisce la condanna definitiva delle sue politiche economiche, in linea con l’afflato austero dell’Europa che lui voleva rilanciare, e che oggi è sparita dal suo vocabolario. Mi pare che non abbia mai menzionato la parola Europa, nel suo discorso, ha notato?

Sì, sì. Solo Francia, nazione, République. Una marcia indietro una inversione di marcia?

Direi un funerale. Possiamo chiamarlo sovranista, ora, Macron? Ho visto in questi giorni di protesta sui muri la scritta Macron=Luigi XVI; ed in effetti possiamo dire che abbiamo a che fare con una decapitazione, in stile moderno.

Dunque Macron annuncia più spese e meno tasse. E il commissario Moscovici che dirà? Sta finendo davvero l’ortodossia di Bruxelles?

Bruxelles è l’ultimo degli attori rilevanti, segue una recita a soggetto, a metà tra improvvisazione e copione scritto da altri. Finita l’ortodossia in Francia, con una leader tedesca cattolica ed i verdi in crescita, finisce questa Commissione Europea di cui i libri di storia ricorderanno solo il sado-masochismo austero.

Svolta populista o svolta realista quella di Macron?

Cosa intende? Se per lei populismo significa finte promesse, allora no, Macron porterà a termine quanto annunciato a costo di far fuori il suo primo ministro, ovvio e solito capro espiatorio. Se per lei populismo significa ascoltare il popolo, direi di sì, con una buona dose di realismo. Ho un dubbio tuttavia.

Quale dubbio?

Un leader conduce. Se un leader segue, paradossalmente avrà vita breve, ha perso qualsiasi autorità.

Dalla Francia arriva un buon segnale per il governo in Italia?

Direi piuttosto che è una vittoria italiana. E’ la ripetizione dei Mondiali del 2006, non ce la fanno a superarci, con tutte le loro superiorità.

Torniamo alla politica, prof.

L’Italia ha dato prova di democrazia, dando un mandato politico di rappresentanza per le classi più deboli che non fosse né estremista, né violento. E che lungimiranza! Siamo un grande popolo, che fiuta la vita come si fiuta il buon vino. I francesi hanno dovuto scegliere Macron per evitare Le Pen, come scegliere tra due vinelli acetosi, senza rendersi conto che erano comunque finiti in un vicolo cieco.

Ora dunque i saldi della manovra italiana non saranno toccati?

Beh, buona domanda. Io rilancerei il deficit al 2,4%, ma solo con investimenti pubblici fatti di appalti di piccole dimensioni, per le piccole imprese, a dimensione d’uomo, come l’Europa a cui aspiriamo.

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