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Credit Suisse

L’ultima boiata della Svizzera: abbiamo un sistema bancario robusto

Incredibili dichiarazioni dei vertici della banca centrale svizzera sul caso Credit Suisse. E la Consob svizzera giustifica l'azzeramento delle obbligazioni subordinate di Credit Suisse che sta facendo agitare i mercati finanziari.

Il sistema bancario svizzero rimane solido.

Lo sapete chi lo ha detto? Incredibile ma vero: la banca centrale svizzera.

Sì, quella stessa banca centrale che si è dovuta svenare in liquidità e garanzie affinché Ubs acquisisse la disastrata Credit Suisse.

Insomma, a dispetto di dubbi e incognite che continua a serpeggiare in Svizzera anche dopo il salvataggio del Credit Suisse (qui un articolo di approfondimento di Start Magazine), in Svizzera pare cerchino di prendere per i fondelli investitori e risparmiatori.

Ecco quello ha detto il presidente della banca centrale elvetica, dopo il piano di salvataggio di emergenza guidato dalle autorità che ha portato domenica all’acquisizione di Credit Suisse da parte della sua rivale Ubs. “Il sistema bancario svizzero e’ molto resiliente e robusto”, ha dichiarato Thomas Jordan in una conferenza stampa in occasione della riunione trimestrale di politica monetaria in cui la banca centrale ha deciso di alzare i tassi di interesse.

Non solo: la Consob svizzera ha difeso l’azzeramento del Cocobond di Credit Suisse – penalizzati infatti a sorpresa, rispetto alle regole europee, gli obbligazionisti subordinati rispetto agli stessi azionisti – nell’ambito dell’operazione che ha portato il Credit Suisse nelle braccia dell’Ubs.

“Gli strumenti At1 emessi dal Credit Suisse prevedevano contrattualmente di poter essere interamente svalutati” in caso di specifici eventi, ‘tra cui la concessione di aiuti pubblici eccezionali’. E’ quello che ha rimarcato l’autorità svizzera dei mercati finanziari (Finma), replicando indirettamente alle voci su possibili cause in arrivo da parte degli obbligazionisti.

La liquidita’ coperta da garanzia pubblica concessa al Credit Suisse il 19 marzo, prosegue la Finma, rientra tra gli eventi previsti contrattualmente come condizione per la svalutazione dei titoli At1 e quindi l’autorita’ ‘ha ordinato al Credit Suisse di azzerare i prestiti’.

La decisione è stata accolta con sorpresa dai mercati finanziari, nonché dalla Bce, dato che il Credit Suisse sarà comprato da Ubs per 3 miliardi di franchi: le azioni quindi, pur pesantemente svalutate, non saranno azzerate, a differenza dei bond At1.

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