Nonostante il gender gap nel mondo sarà colmato nel non proprio vicinissimo 2154, tre donne questa estate stanno segnando l’ascesa della SHEconomy, ovvero un’economia a guida femminile in cui il potere economico delle donne è in aumento, con ripercussioni su tutti i settori, nonché sul rimodellamento dell’economia stessa.
Taylor Swift ha vinto tutto, il suo tour si avvia a superare il miliardo e 400 milioni di dollari di incasso, stabilendo un record assoluto e trainando il Pil americano; l’annuncio di Beyoncé di un suo concerto a Stoccolma ha infiammato l’inflazione in Svezia e Barbie, come previsto, sta sbancando al botteghino.
Il consiglio degli analisti? Investite in imprese che parlano alle donne e sono mandate avanti da donne, ma anche in aziende con politiche responsabili e sostenete l’empowerment finanziario femminile. Non ve ne pentirete.
TAYLOR SWIFT, UN CASO STUDIO PER GLI ECONOMISTI
A trentatré anni è diventata la prima artista donna ad avere contemporaneamente quattro album nella top 10 statunitense, il suo ultimo tour Eras in 146 stadi registra solo il tutto esaurito e anche i biglietti più cari (possono superare i 3.000 dollari) vanno a ruba nel giro di pochi minuti dalla loro uscita online. Il sito per acquistarli, Ticketmaster è addirittura andato in crash: l’azienda infatti si era preparata per 1,5 milioni di fan, ma ha scoperto che a collegarsi sono stati in 15 milioni.
Per ogni concerto vengono venduti biglietti per 14 milioni di dollari e, secondo le previsioni, Eras dovrebbe incassare oltre un miliardo e 400 milioni di dollari, un altro primato mondiale. Inoltre, il Common Sense Institute ha calcolato che “l’intero tour statunitense di Taylor Swift potrebbe generare una spesa totale di 4,6 miliardi di dollari, superiore al Pil di 35 Paesi”.
Numeri che, scrive The Conversation, “hanno suscitato un tale clamore che persino economisti del calibro del premio Nobel Paul Krugman si sono espressi in merito”.
E non finisce qui. Swift oltre a cantare ed essere manager di sé stessa fa parlare di sé anche per la sua generosità. Che si tratti di marketing o realmente del suo buon cuore su cui garantiscono in molti, l’artista ha recentemente donato ai camionisti che hanno girato in lungo e in largo gli Stati Uniti trasportando attrezzature e materiali per il suo tour un assegno da 100mila dollari ciascuno, almeno secondo quanto dichiarato da una delle due società di trasporto che ha accompagnato la cantante.
COSA C’ENTRA BEYONCÉ CON L’INFLAZIONE SVEDESE
Beyoncé, o Queen B, icona del revenge pop prima di Shakira, Selena Gomez e Miley Cyrus (ma non di Swift, che ha anche questo primato) è il simbolo della donna indipendente nonostante un marito ingombrante (e fedifrago) come Jay-Z.
Ai Grammy di quest’anno, conquistando 5 statuette e portando a 32 i Grammy ottenuti, è diventata l’artista più premiata di tutti i tempi, e si è confermata regina anche dei diritti nel suo discorso di ringraziamento rivolto in particolare alla comunità LGBTQ+.
Ma la notizia che sta facendo parlare di lei in merito all’economia riguarda invece l’annuncio del suo nuovo tour mondiale. A giugno, le è bastato infatti dire che avrebbe fatto tappa a Stoccolma per causare un’impennata nei prezzi degli alberghi e dei ristoranti della capitale svedese, facendo registrare al Paese tassi di inflazione più alti del previsto. Ad affermarlo sono stati gli economisti della Danske Bank, la principale banca della Danimarca.
BARBIE TRASFORMA L’ECONOMY IN SHECONOMY
Infine, lei. Barbie, il personaggio dell’estate 2023. Ma soprattutto la regista del film Greta Gerwig e la produttrice e attrice Margot Robbie. Come scrive Finimize, “questo non è solo un fenomeno di cultura pop: è un segno dell’ascesa della SHEconomy”.
E come tale è anche il simbolo della donna che non odia gli uomini ma che è emotivamente ed economicamente indipendente da Ken, che può comprarsi una casa o una macchina senza bisogno di un Ken Sugar Daddy, (fortunatamente) scomparso dalla produzione di Mattel.
Il film, dal successo annunciato, a nemmeno tre settimane dalla sua uscita è stato rinominato Barbillion perché ha superato il miliardo in incassi a livello globale, incoronando Gerwig come la prima donna nella storia del cinema a girare una pellicola che supera questa cifra.
COSA DICONO GLI ANALISTI
Secondo gli analisti di Finimize, questa rivoluzione non dovrebbe essere sottovalutata né dalle aziende – e non solo da quelle di moda o bellezza ma anche da chi eroga mutui, assistenza sanitaria e servizi finanziari – né dagli investitori.
Tenendo conto che sono sempre di più le donne istruite, single, concentrate sulla carriera e con un maggiore potere d’acquisto, gli analisti prevedono infatti che il patrimonio mondiale controllato dalle donne aumenterà notevolmente. Se oggi si parla di oltre 10.000 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, nel prossimo decennio si stima che sarà triplicato.
Nonostante infatti persistano forti disparità tra i finanziamenti concessi a uomini e donne, queste ultime, con le loro startup o aziende, stanno facendo i numeri: “Basti pensare a Kim Kardashian con la sua linea di shapewear Skims da 4 miliardi di dollari negli Stati Uniti o alla Biocon Biologics di Kiran Mazumdar-Shaw da 6 miliardi di dollari in India”.
Queste sono solamente alcune storie famose di successo, che creano posti di lavoro, stabiliscono nuove tendenze e rimodellano il panorama imprenditoriale, ma per gli analisti il loro numero è destinato a crescere.