“Lo Stato e in particolare Cdp hanno un ruolo chiave che va potenziato riprendendo il progetto Capricorn definito tre anni fa con lo spostamento delle partecipazioni nelle aziende del Tesoro a Cdp. Il Progetto permetterebbe di lavorare con più forza sulle filiere, favorirebbe la cooperazione in Italia e all’estero tra le imprese nazionali sbloccando nuove risorse per Cdp anche per l’equity. Progetto che comporterebbe inoltre una privatizzazione secca stimata in 15/20 miliardi di euro”.
E’ quanto ha scritto ieri sul Sole 24 Ore Roberto Sambuco, partner dello studio Vitale & Co, già capo dipartimento allo Sviluppo economico e conoscitore del primo progetto Capricorn al quale collaborò durante il governo Renzi.
Solo un auspicio teorico quello di Sambuco oppure c’è già qualcosa che bolle sul tema nel pentolone del governo giallo-rosso in fieri nell’ambito della prossima manovra economica?
Anche nel governo Conte 1, in verità, si era parlato di un piano del genere, con lo spostamento di quote azionarie detenute dal Mef alla Cassa depositi e prestiti, seppure con obiettivi diversi rispetto al progetto dell’epoca renziana secondo quanto sottolineò un anno fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni (M5s).
Il piano prevedeva lo spostamento di partecipazioni come la quota residua in Eni, il controllo di Enav, Leonardo (ex Finmeccanica), il 30% di Poste.
Ieri è stato il leghista Massimo Garavaglia, viceministro dell’Economia uscente, a lanciare un allarme via Twitter, beccandosi un rilievo pepato dello stesso Buffagni
Occhio ai 18 miliardi di #privatizzazioni:#eni , #leonardo, etc…
Per un posto in cda qs svendono tutto https://t.co/ITlPNrsy7G— Massimo Garavaglia (@massimogara) August 29, 2019
La cifra, che abbiamo votato tutti, non la composizione.
Ovviamente mi riferisco al rischio svendita partecipate: dati i soggetti con cui vi alleate è un film già visto.— Massimo Garavaglia (@massimogara) August 29, 2019
https://twitter.com/SBuffagni/status/1167009533887242241
L’allarme di Garavaglia (che ha citato nei tweet anche Avio) è stato rilanciato da Formiche di Paolo Messa, direttore Relazioni istituzionali Italia di Leonardo (ex Finmeccanica): “Il governo giallorosso non è ancora nato ma c’è già chi teme Britannia due. La riedizione di quella crociera nel panfilo della Corona inglese dove manager e banchieri discussero (secondo alcuni decisero) le privatizzazioni dell’Italia post Tangentopoli. Il governo nascente starebbe già pensando di cedere partecipazioni nelle società più competitive”.
Eni, Leonardo & co. Britannia 2 in vista? I tweet di @massimogara (con @SBuffagni),
L'articolo di @AnSignorini https://t.co/llQbeKKRIq pic.twitter.com/YyNFjtT4Bg
— Formiche (@formichenews) August 29, 2019
Ha poi aggiunto Garavaglia: “Vedo il rischio che si svendano fiori all’occhiello del Paese. Sulla difesa in Europa circola l’idea che la Francia la faccia da padrone. Non vorrei si favorissero altri, come è successo con l’operazione trivelle che ha dato un vantaggio alla Total”.
Timori condivisi da Giulio Sapelli, storico ed economista, secondo cui il governo M5s-Pd si appresterebbe a una sorta di svendita di asset a Francia e Germania (qui l’intervista a Sapelli).
Sarà così? Vedremo.