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Leonardo-Finmeccanica, ecco come Cdp, Intesa Sanpaolo e Unicredit coccoleranno i fornitori di Profumo

Cosa fa Leonardo-Finmeccanica per aiutare i suoi fornitori a crescere. Il protocollo con Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnl-Bnp Paribas, il programma "LEAP 2020" e la strategia del gruppo di Alessandro Profumo

 

Un protocollo con banche e Cassa depositi e prestiti per aiutare le imprese fornitrici a crescere. Lo ha siglato Leonardo (ex Finmeccanica) nell’ambito del programma “LEAP2020” (Leonardo Empowering Advanced Partnerships), dedicato alle aziende italiane e internazionali che collaborano con il gruppo e previsto dal Piano Industriale 2018-2020.

Obiettivo: mettere a disposizione dei suoi fornitori strategici strumenti e soluzioni, finanziari e non, nell’ottica di supportarne – e magari pure accelerarne – i piani di sviluppo e rendere sostenibile la catena nel medio-lungo periodo.

CHE COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO TRA LEONARDO-FINMECCANICA, INTESA SANPAOLO, CDP, BNL E UNICREDIT

L’intesa è stata siglata insieme a Bnp-Bnl, Cdp, Intesa Sanpaolo e Unicredit che, singolarmente o in sinergia tra loro e anche tramite le rispettive società-prodotto, promuoveranno tavoli operativi con Leonardo in modo da ricercare e perfezionare soluzioni finanziarie da offrire ai fornitori del gruppo.

GLI OBIETTIVI DELL’INTESA FRA LEONARDO-FINMECCANICA E LE BANCHE

La finalità è quella di supportarli nello sviluppo delle loro attività e dei loro piani di crescita anche attraverso acquisizioni e aggregazioni. In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030, il protocollo di intesa – si legge nella nota di Leonardo (ex Finmccanica) – rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso volto a costruire in Italia una catena di fornitura solida e affidabile nel settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza (AD&S) e a migliorare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, elemento fondante del sistema economico e industriale nazionale, favorendo la crescita delle pmi.

IL PROGRAMMA “LEAP 2020”

“LEAP 2020” è entrato nel vivo alcune settimane fa grazie alla sigla di un accordo a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, tra l’ex Finmeccanica e Cdp ed Elite, il programma internazionale del London Stock Exchange. Previsto l’avvio di una collaborazione per studiare, ricercare e valutare possibili soluzioni a favore delle imprese appartenenti alla “Elite Leonardo Lounge”, la prima classe di fornitori del gruppo che al momento è costituita da 22 aziende di 11 Regioni che operano in tre settori di business: industria aerospaziale e difesa, hardware e strumenti informatici, industria aerospaziale e difesa chimica.

“Ci sono in alcuni casi aziende piccole ma che secondo noi possono crescere” ha commentato Marco Zoff, chief procurement and supply chain officer di Leonardo. Ancora più netto Nunzio Tartaglia, responsabile direzione Cdp: “Piccolo non sempre è bello. La dimensione aziendale rappresenta un tema fondante della capacità competitiva delle aziende e tutti i soggetti devono porsi delle domande a riguardo”.

LA STRATEGIA DI LEONARDO

La teorizzazione di questo approccio da parte di Leonardo si trova esplicitata nel Rapporto, datato settembre 2018, dal titolo “La filiera italiana dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza” curato da Ambrosetti con l’ex gruppo Finmeccanica. “A livello globale – si legge – sono in corso processi di aggregazione tra i produttori/assemblatori che ‘accorciano la filiera’ ed emergono nuovi operatori di dimensione globale, soprattutto nei Paesi emergenti”. In Italia, si rileva, il settore AD&S “coinvolge una pluralità di pmi che completano le rispettive filiere e formano la base per le relazioni in network che contraddistinguono il settore. Queste aziende fatturano in media 15 milioni di euro: ciò determina una frammentazione delle competenze tecnologico-industriali in numerosi distretti produttivi basati (anche per l’evoluzione storia del settore AD&S in Italia) in specifiche aree del Paese che, unita al sotto-dimensionamento del comparto, impedisce di ‘fare sistema’ a livello nazionale”.

Ad esempio viene citata la Francia, dove la sola Aerospace Valley fra Tolosa e Bordeaux, con 859 aziende, occupa il doppio dei lavoratori di tutti i distretti aerospaziali italiani.

Da qui la proposta di Leonardo secondo cui la filiera AD&S deve evolvere verso un nuovo modo di collaborare lungo tre direttrici principali: “Supportare le pmi aerospaziali a collaborare di più con le grandi aziende attraverso processi aggregativi con strumenti ad hoc volti a raggiungere la massa critica (anche su scala transnazionale) necessaria per potersi inserire come fornitori primari, se non come veri e propri risk sharing partner all’interno delle supply chain relative ai progetti internazionali; favorire interazioni e scambi di competenze tra i diversi distretti industriali italiani sfruttando i punti di contatto presenti tra molti di questi (per esempio Ict, meccatronica, automotive, energie rinnovabili) prevedendo una specifica funzione interna ai singoli distretti che agisce come punto di contatto e strumento per favorire il trasferimento di tecnologie e competenze inter-distrettuale; promuovere una maggiore capacità di coordinamento tra gli attori della filiera AD&S anche in un’ottica di specializzazione dei diversi domini tecnologici/di prodotto/applicativi e nello spirito di ‘fare squadra’, per attribuire al sistema Paese maggiore forza nel proporsi sui mercati internazionali con un’offerta integrata di prodotti e servizi sui diversi domini”.

Peraltro, sempre secondo l’ex Finmeccanica, “l’interazione interdistrettuale potrebbe permettere alle aziende AD&S in Italia di creare sinergie non solo nel cluster di riferimento ma anche con settori correlati favorendo processi di ibridazione tecnologica e di mettere a sistema le competenze specifiche detenute nell’aerospazio nelle singole aree del Paese”.

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