Leonardo punta alla divisione Cyber & Intelligence dal gruppo Bae Systems?
Dovrebbe secondo gli analisti AlphaValue, ripresi da MF. In un recente rapporto sostengono infatti che la “Cybersecurity possa rappresentare ben più dell’1% delle vendite del gruppo dell’aerospazio e difesa italiano.
Intanto le azioni Leonardo sono aumentate di oltre il 33% dall’inizio dell’anno, in un momento in cui i paesi europei aumentano i budget militari, spinti dalla guerra in Ucraina.
In settimana Bank of America (BofA) ha aumentato il target price su Leonardo a 27 euro per azione (da 23 euro), confermando la raccomandazione “Buy”. Gli analisti hanno lasciato sostanzialmente invariate le stime su ricavi ed Ebita, ribadendo la view positiva sul titolo in considerazione delle forti prospettive della domanda e della valutazione interessante (viene scambiato a 10x EV/EBIT FY25, rispetto alla media del settore a circa 13x).”
Tutti i dettagli.
I TARGET DEL GRUPPO NEL PIANO INDUSTRIALE
Il mese scorso il gruppo ex Finmeccanica ha tracciato la rotta da qui a cinque anni nel piano industriale 2024-2028 che prevede: rafforzamento del core business velivoli, razionalizzazione del portafoglio (almeno il 20%), incremento della competitività e nuove alleanze (“nessuno può farcela da solo” ha evidenziato l’ad Roberto Cingolani nella presentazione del piano agli analisti).
Previsti ricavi cumulati per 95 miliardi, con un incremento medio annuo del 6%. La redditività, in termini di ebita sui ricavi, è stimata in doppia cifra al 10% nel 2026 e all’11,5% nel 2028. In particolare i ricavi a fine piano sono indicati a 21,3 miliardi (16,8 miliardi nel 2024) e l’ebita a 2,5 miliardi (1,44 miliardi quest’anno).
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI DI ALPHAVALUE
«Quest’espansione del margine è in gran parte guidata dalle joint venture contabilizzate a equity, in particolare Mbda, di cui possiede il 25%. Si noti che l’utile netto di Mbda rappresentava il 9,6% dell’ebita 2023 di Leonardo», scrivano gli analisti di AlphaValue, ripresi da MF. Tuttavia, dopo aver ripulito l’ebita (rettificato per i costi di ristrutturazione, le spese non ricorrenti, i contributi delle joint venture e il piano di potenziamento dell’efficienza di 1,8 miliardi), «osserviamo che le stime indicano piuttosto una contrazione del margine, con un recupero nel 2026. Riteniamo che questa guidance sui margini deludente, che probabilmente include i costi associati all’ottimizzazione del portafoglio, lasci ulteriore spazio per un miglioramento», precisano gli esperti.
Tuttavia, se Leonardo sarà in grado di aumentare i margini non solo attraverso il programma di efficienza, ma anche attraverso operazioni di M&A accrescitive, «possiamo aspettarci che l’azione goda di un re-rating, anche seguendo i passi di Rheinmetall data la sua enorme esposizione al settore militare. Si ricorda anche che Leonardo ha ancora un profilo da holding che l’ad vuole eliminare anche se, per ora, le attività detenute in quote di minoranza rappresentano ancora circa il 40% degli asset lordi. Fino ad allora, vediamo giustificata la nostra raccomandazione add con un target price a 26,3 euro sul titolo» aggiunge il rapporto di Alphavalue, come riporta MF.
ECCO PERCHÉ LEONARDO DOVREBBE PUNTARE “FORTE” SULLA CYBER-SECURITY
Passando a uno dei principali pilastri del nuovo piano industriale, Cingolani ha illustrato in conferenza con gli analisti l’importanza di razionalizzare e focalizzare il portafoglio prodotti esistente nel settore cyber, trasversale a tutto il business, facendo leva su big data e AI. A questo proposito, il numero uno di Leonardo ha affermato che il gruppo punta a diventare un riferimento per il mercato come “security buy design” per prodotti come radar, elicotteri e velivoli.
In quest’ottica Leonardo punta a crescere nelle tecnologie chiave grazie a operazioni di M&A: “due diligence in corso” ha anticipato Cingolani. Come rileva MF, “la Cybersecurity è il mercato in cui crescere poiché può fornire a Leonardo sia una crescita del fatturato sia un’espansione dei margini”. Nonostante questo, indicano gli analisti di AplhaValue, ci si aspetta che la Cybersecurity rappresenti meno dell’1% delle vendite entro la fine del piano Industriale nel 2028, «il che è piuttosto deludente. Secondo noi, affinché Leonardo rimanga motivato e competitivo come il suo ceo, deve puntare forte su questo settore», suggeriscono ad AlphaValue.
MERCATO FRAMMENTATO
«Non ci sono indicazioni da parte dell’azienda riguardo a questo mercato, a potenziali obiettivi e alle dimensioni di un eventuale deal ma, dato che il settore della cybersecurity non civile è di importanza strategica, l’area geografica per questo mercato può essere limitata all’Italia (mercato interno), agli Stati Uniti (mercato più grande per Leonardo), al Regno Unito e al Giappone (Global Combat Air Programme- Gcap). L’elenco sarebbe, comunque, lungo data la natura frammentata di questo mercato, ma possiamo pensare a qualcosa di non convenzionale che soddisfi tutti i requisiti non convenzionali del ceo di Leonardo», aggiungono gli analisti di AlphaValue.
NEL MIRINO LA DIVISIONE CYBER&INTELLIGENCE DI BAE SYSTEMS?
E in questo scenario, secondo Alphavalue un target di Leonardo potrebbe essere la divisione Cyber & Intelligence della britannica Bae Systems dal momento che i due gruppi hanno avviato varie collaborazioni (prima fra tutte quella sul Gcap per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione. Quindi perché escluderne una nel settore della cybersecurity?
«È possibile che Bae Systems ceda la sua attività Cyber & Intelligence in una joint venture con Leonardo che poi la consoliderebbe. La ragione per cui Bae Systems potrebbe essere disposta a cederla è che rappresenta solo il 9% delle vendite e il 3% del backlog, inoltre questa divisione ha una delle prospettive di crescita e di redditività più basse per Bae Systems e ha più dei 2/3 delle sue attività negli Stati Uniti, rendendola meno una attività strategica di importanza nazionale. Se questo accordo ipotetico diventasse realtà, potrebbe portare l’attività Cyber a contribuire almeno al 16% delle vendite stimate per il 2025 di Leonardo e aumentare il margine ebita del gruppo di ulteriori 120bps e senza considerare le sinergie, il tutto a un costo di circa 1,5-2 miliardi di euro con una quota del 50,5% di proprietà di Leonardo», hanno simulato gli analisti di AlphaValue.
IL COMMENTO DI BOFA
Infine, per gli analisti di Bank of America (BofA), “Leonardo ha fornito una notevole quantità di colore al piano industriale”. Pertanto, ritengono “fornisca molti dettagli per aiutare gli investitori a capire come si prevede che ogni azienda si svilupperà, cosa sta guidando l’espansione dei margini (elettronica ed elicotteri) e dove saranno effettuati i maggiori investimenti (circa il 40% del capex sarà speso in Elettronica e Cyber)”.
Alla Global Industrials Conference di BofA, il management ha ribadito il potenziale risparmio sui costi di circa 1,8 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, riporta Teleborsa. Leonardo prevede di ottenere questi risparmi sui costi semplificando la propria offerta di prodotti, chiudendo attività non core, aumentando la digitalizzazione per ridurre i tempi di consegna durante la conversione del portafoglio ordini in ricavi e riducendo i costi OpEx e di sede centrale. “Riteniamo che ciò sia incoraggiante per la traiettoria di redditività di Leonardo, se eseguito correttamente”, si legge nella ricerca.