skip to Main Content

Cingolani Nato

Leonardo, Cingolani e il Fondo Nato

Prima della nomina ad ad di Leonardo, Roberto Cingolani era entrato nel cda del Nato Innovation Fund, il fondo dalla dotazione di un miliardo di euro che investirà in startup europee che sviluppano tecnologia con possibili applicazioni militari o di difesa. 

 

Dopo la nomina ad amministrare delegato di Leonardo, Roberto Cingolani resterà nel cda del Nato Innovation Fund?

La domanda sorge spontanea visto che l’ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi, Cingolani, dal 9 maggio alla guida di Leonardo, era entrato nel consiglio di amministrazione del Fondo innovazione della Nato il 23 marzo.

“Secondo fonti di Leonardo Cingolani manterrà l’incarico nel “board”, cioè il consiglio di amministrazione, del Nato Innovation Fund”, ha riportato Gianni Dragoni sul suo blog Poteri Deboli. 

Al vertice di Madrid della Nato dello scorso giugno, 22 alleati avevano lanciato il Nato Innovation Fund (Nif), il primo fondo di capitale di rischio multi-sovrano al mondo.

Cingolani è uno dei primi tre membri nominati nel board, insieme a Klaus Hommels, fondatore del fondo di venture capital Lakestar (uno dei principali investitori tecnologici in Europa) e a Fiona Murray del Massachusetts Institute of Technology (Mit), come reso noto dalla stessa Alleanza Atlantica. La creazione del Nato Innovation Fund, aveva dichiarato Cingolani all’indomani della nomina, “darà impulso alla ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza dei Paesi della Nato e per il progresso delle nostre società”.

Nel frattempo, prima dell’assemblea degli azionisti di Leonardo del 9 maggio, la società ha pubblicato un documento contenente domande e risposte in cui Leonardo ha risposto a un quesito proprio su Diana (Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic), un’iniziativa complementare del Nif.

Tutti i dettagli.

IL PROGETTO DIANA, IL FONDO PER L’INNOVAZIONE DELLA NATO E LEONARDO

Rispondendo alla domanda dell’azionista Marco Bava riguardo il progetto Diana e l’eventuale finanziamento di Leonardo, la società ha replicato che “La Nato sta aumentando la sua attenzione sulle nuove tecnologie dirompenti attraverso un Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (Diana) e un fondo per l’innovazione, che investirà 1 miliardo di euro nelle start-up più meritevoli selezionate da Diana”.

“Diana, approvato il 7 aprile 2022 dai ministri degli Esteri della Nato, — prosegue la replica della società — si concentrerà sulla valutazione di start-up che sviluppano tecnologie e prodotti in campo big data, intelligenza artificiale (ai), autonomia, quantistica, biotecnologie, energia e propulsione, nuovi materiali e produzione avanzata, ipersonico e spazio, in particolare su tecnologie a uso duale e deep tech, al fine di risolvere problematiche di difesa e sicurezza”.

“In Europa Diana avrà headquarter regionale a Londra presso l’Imperial College, 9 “siti acceleratori” che devono mettere a disposizione finanziamenti, tutoraggio e opportunità di business per le startup coinvolte e oltre 60 centri di test dedicati, che ospiteranno laboratori e apparecchiature. Per l’Italia, Torino è stata selezionata come accelerator, all’interno della nascente città dell’aerospazio. Gli altri siti italiani selezionati come centri di test sono il centro di supporto e sperimentazione navale della Marina Militare di La Spezia e il Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) di Capua” ha aggiunto Leonardo precisando che “L’iniziativa diana è finanziata dagli stati della Nato aderenti e non da Leonardo”.

Insieme, Diana e il Nif promuoveranno una filiera di principali innovatori, dalle start-up in fase iniziale alle aziende più mature, e alimenteranno l’adozione delle loro tecnologie da parte degli utenti finali nei governi e nelle forze armate della Nato.

CINGOLANI RESTA NEL BOARD DEL NATO INNOVATION FUND

Tuttavia, proprio il neo ad di Leonardo Roberto Cingolani si trova a sedere nel cda del Nato Innovation Fund che ha il compito di individuare start up da finanziare che sviluppano tecnologie emergenti a duplice uso (deep tech).

E pensare che quando il di Cingolani stava circolando nel totonomine per i vertici delle partecipate del Tesoro in scadenza ad aprile, tra cui proprio quello di Leonardo, la notizia della nomina di direttore del Fondo per l’innovazione della Nato, sembrava ridurre a ipotesi remota una sua eventuale nomina ad amministratore delegato del colosso dell’aerospazio e difesa nazionale.

Ma così non è stato: dopo aver incassato l’incarico al Fondo della Nato a marzo, poco più di un mese dopo Roberto Cingolani succede ad Alessandro Profumo alla guida di Leonardo. (Qui l’articolo di Startmag Ecco come sarà Leonardo con Cingolani e Pontecorvo).

Dunque, secondo fonti aziendali Cingolani manterrà l’incarico nel “board” del Nato Innovation Fund. “Insomma, per la Nato Cingolani può restare nel Fondo” ha concluso Dragoni. Il Nif sarà lanciato ufficialmente durante il vertice annuale della Nato previsto il prossimo luglio a Vilnius.

Back To Top