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Leonardo, Avio, Elettronica e non solo. Cosa succede nelle aziende della difesa e dell’aerospazio

Tutte le ultime novità per le aziende della difesa e dell'aerospazio come Leonardo (ex Finmeccanica) Ge Avio, Fata Logistic System, Lgs, Vitrociset, Mbda e non solo.

Le previsioni del governo sui settori che restano aperti e che vanno chiusi. La situazione delle aziende attive nell’aerospazio e nella difesa come Leonardo (ex Finmeccanica) Ge Avio, Fata Logistic System, Lgs, Vitrociset, Mbda e non solo. E la posizione dei sindacati. Fatti, commenti e approfondimenti. Tutti i dettagli

IL COMUNICATO ODIERNO DI LEONARDO

Ieri Leonardo ha registrato nei propri siti in Italia oltre il 70% delle presenze dei propri dipendenti in linea con le attività programmate. Lo svolgimento dei processi produttivi –  si legge in una nota del gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’ad, Alessandro Profumo – sta avvenendo secondo le condivise esigenze di sicurezza e salute dei luoghi di lavoro, nonostante le iniziative di sciopero. “Prosegue invece il dialogo costante e costruttivo con le parti sociali con l’obiettivo di garantire l’operativita’ del comparto strategico dell’Aerospazio e Difesa”, conclude la nota di Leonardo.

LA NOTA DI IERI DEI SINDACATI

“La nostra richiesta è limitarsi senza eccezione alcuna, alle sole attività essenziali per ridurre la mobilita’ dei lavoratori. Sulla base di questa determinazione sosteniamo la richiesta di confronto avanzata da Cgil Cisl e Uil nei confronti del Governo per attuare tutte le modifiche necessarie”. Lo hanno affermato ieri in una nota i sindacati metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm: le organizzazioni sindacale sono “impegnate a tutti i livelli a mettere in campo iniziative unitarie di mobilitazione utili a costruire accordi e laddove non possibile a proclamare iniziative di sciopero finalizzate a riportare la definizione delle attivita’ indispensabili e a garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro aperti a partire dal 25 marzo”. Per le aziende non ancora sicure e per quelle fuori delle reali attivita’ essenziali, concludono, “Fim Fiom e Uilm gia’ venerdi’ 20 hanno prolungato la copertura dello sciopero nelle aziende metalmeccaniche fino al 29 marzo”.

GLI SCIOPERI

Sono diverse le aziende nel settore aerospazio dove sono scattati ieri gli scioperi contro il decreto del Governo che avrebbe esteso le attività indispensabili rispetto a quanto concordato con il sindacato, secondo quanto riporta la Fiom, hanno incrociato le braccia al momento i lavoratori di Leonardo, Ge Avio, Fata Logistic System, Lgs, Vitrociset, Mbda, Dema, CAM e DAR.

CHE COSA SUCCEDE IL 25 MARZO

Mercoledì 25 marzo sciopero generale dei metalmeccanici della Lombardia. E’ per lo stesso giorno i sindacati preannunciano uno stop delle fabbriche anche nel Lazio. Per Fiom, Fim e Uilm sono troppo larghe le maglie della sospensione di tutte le attività produttive non essenziali disposta dal Governo sul fronte dell’emergenza coronavirus: chiedono di ridurre l’attività o preannunceranno altri scioperi. Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, avverte: è un decreto che “dall’emergenza economica ci fa entrare nell’economia di guerra”, “se il Pil è di 1800 miliardi all’anno vuol dire che produciamo 150 miliardi al mese, se chiudiamo il 70% delle attività vuol dire che perdiamo 100 miliardi ogni 30 giorni”. Lo scontro tra industriali è sindacati, con il Governo arbitro e chiamato a decidere trovando il giusto equilibrio, è sulla lista di chi deve continuare a produrre.

DIVERGENZE BOCCIA-LANDINI

La linea di Confindustria era già stata ribadita ieri dal presidente, Vincenzo Boccia, in una lettera al premier Giuseppe Conte; in sintesi: senso di responsabilità delle imprese ma, attenzione, se si vuole mantenere operative le attività strategiche deve lavorare l’intera filiera. E per ripartire quando l’emergenza sarà finita bisogna considerare fin da ora ogni criticità. Boccia lo ribadisce: “Dobbiamo fare tutto quello che c’è da fare per garantire le filiere essenziali e poi pensare a fare tutto quello che serve perché le altre non chiudano definitivamente. E’ nell’interesse del Paese”. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, replica a stretto giro (come Boccia parla a Radio Capital, ospite di ‘Circo Massimo’): “Sabato avevamo trovato un accordo con il Governo. Poi domenica, mentre aspettavamo che uscisse il decreto, sono cominciate a circolare voci sull’allargamento della lista. Non si può fare la letterina sottobanco per dire di tenere aperte le attività, anche per rispetto dei lavoratori. Non è stato un aggiustamento, è stato uno stravolgimento” Il pressing dei sindacati è sul Governo: chiedono un incontro immediato, avvertono che intanto – come dice Landini, “in quelle imprese, Amazon come altre, che non applicano in queste ore le tutele e la sicurezza, tutte le categorie che proclamano sciopero chiedendo di applicare sicurezza avranno l’appoggio” dei sindacati confederali. Il confronto ci sarà domani: i ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri, hanno convocato Cgil, Cisl e Uil per una videoconferenza.

LE AZIENDE INTERESSATE

Intanto si registrano le prime proteste e i primi scioperi a macchia di leopardo in diversi stabilimenti industriali – Leonardo, Safilo, Vitrociset – e di diverse regioni. Un’assemblea all’ex Ilva ferma gli impianti dell’Acciaieria 1. Già ieri i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, avevano avvertito di essere pronti “a difesa della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, a proclamare in tutte le categorie d’impresa che non svolgono attività essenziali lo stato di mobilitazione e la conseguente richiesta del ricorso alla cig, fino ad arrivare allo sciopero generale”.

LE TENSIONI SINDACATI-CONFINDUSTRIA

Sciopero? “Onestamente non riesco a capire su cosa”, le liste per la chiusura di aziende “sono addirittura più restrittive” di quanto aveva prospettato il Governo, sabato, a sindacati e imprese, commenta il leader degli industriali: “Io non ho capito più di questo cosa si dovrebbe fare. L’appello che faccio è cerchiamo di essere compatti”, bisogna – avverte Boccia – “guardare alle cose con grande buon senso, è un momento delicato”. Anche i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin preparano la mobilitazione e minacciano lo sciopero. L’Abi risponde sottolineando la disponibilità “a ricevere eventuali segnalazioni di criticità ed a farsi parte attiva nel sensibilizzare in proposito le banche”.

IL COMUNICATO DI LEONARDO

“Il nostro è un settore altamente strategico ed il nostro obiettivo è garantire la continuità produttiva ma senza alcun compromesso sulla sicurezza e la salute”, sottolinea Leonardo in un momento in cui è aperto, nel Paese, il confronto sull’ampiezza della chiusura delle attività produttive non essenziali, con i sindacati che chiedono la massima rigidità, e primi scioperi nelle fabbriche. “Leonardo è consapevole – sottolinea l’azienda con una nota – del momento difficile che vive il Paese. Ribadiamo il massimo impegno per garantire a tutti i nostri lavoratori il massimo standard di sicurezza rispettando in pieno le prescrizioni stabilite dal Governo ed anche le ulteriori misure concordate con i sindacati attraverso il protocollo siglato pochi giorni fa”.

LE ASSICURAZIONI DI LEONARDO

“Con l’obiettivo di tutelare sempre più la salute dei lavoratori, Leonardo ha deciso di attivare una copertura assicurativa straordinaria per la gestione di un’eventuale infezione da Coronavirus per tutti i propri dipendenti in Italia e in tutti i Paesi in cui l’azienda è presente”. Lo comunica con una nota. “Ad integrazione delle misure già messe in atto per far fronte all’emergenza sanitaria e contenere la diffusione del contagio, l’azienda ha infatti sottoscritto una polizza integrativa in grado di coprire le spese legate ad un eventuale ricovero e alla successiva fase di recupero”, spiega: “Leonardo è fortemente impegnata nella prevenzione e nella tutela dei suoi lavoratori attraverso la rigorosa applicazione delle disposizioni normative e l’implementazione in Italia di un Protocollo ad hoc per il contrasto alla diffusione del virus Covid-19 condiviso con le organizzazioni sindacali”.

CHE COSA SUCCEDE IN TELESPAZIO

Telespazio “nonostante la grave crisi sanitaria l’operatività dei suoi centri spaziali in Italia e in tutti i Paesi nei quali è presente con sue società controllate”. Anche la joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), leader in Europa e fra i principali player mondiali nel settore satellitare soluzioni e dei servizi satellitari, ha adottato una nuova organizzazione del lavoro, d’accordo con i sindacati, per garantire “sicurezza dei lavoratori e al contempo continuità delle operazioni”. Presso il Centro Spaziale del Fucino sono state predisposte dall’azienda una serie di misure straordinarie: per la natura “sensibile” delle attività che vi si svolgono è stata garantita la prosecuzione delle attività operative con la creazione di aree segregate ad accesso limitato al solo personale preposto e con team di lavoro intercambiabili in grado garantire la continuità operativa delle prestazioni 24 ore su 24. In tutti i centri spaziali di Telespazio dal 10 marzo è stato previsto un regime di smart working per il personale (al 90% nei siti non operativi) mentre per il personale ‘non remotizzabile’ si è intervenuti per ridurre i contatti tra le persone delle aree comuni e sono stati limitati gli spostamenti all’interno dei siti.

LEONARDO E LA CONSOB

Altre novità in casa di Leonardo. Il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo intende dare massima diffusione a quanto contenuto nel provvedimento adottato dalla Consob lo scorso 17 marzo (delibera n. 21304 del 17 marzo 2020) avente ad oggetto l’adozione di un regime di trasparenza rafforzata sulle partecipazioni detenute in società quotate a più alta capitalizzazione e ad azionariato diffuso. Lo comunica il gruppo in una nota. Il provvedimento è entrato in vigore lo scorso 18 marzo e ha validità, salvo revoca, di tre mesi. In particolare, il provvedimento fissa all’1% la nuova soglia minima al superamento della quale scatta per gli Azionisti l’obbligo di comunicazione – nei confronti della società partecipata e della Consob – della partecipazione nelle società quotate italiane individuate nel provvedimento della Consob, tra cui LEONARDO. Inoltre, chiunque alla data del 18 marzo 2020 già detenga una partecipazione in tali società, tra cui LEONARDO S.p.a., superiore all’1% è tenuto a darne comunicazione entro 10 giorni lavorativi decorrenti dal 18 marzo scorso. Si invitano pertanto gli Azionisti di LEONARDO S.p.a. al rispetto degli obblighi di comunicazione sopra citati e, in particolare, in caso di partecipazione superiore all’1% del capitale sociale di Leonardo S.p.a. alla data del 18 marzo 2020, a provvedere alla prescritta comunicazione alla Società e alla Consob entro 10 giorni lavorativi decorrenti dalla data stessa con le consuete modalità di legge. Si rammenta infine che, ai sensi dell’art. 120 del TUF, il diritto di voto inerente alle azioni per le quali siano state omesse le previste comunicazioni non può essere esercitato.

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