C’è qualche lieve, diversa, interpretazione della Banca d’Italia sulla sostenibilità del debito pubblico italiano?
Durante il governo M5S-Lega era a rischio la sostenibilità e ora con l’esecutivo M5S-Pd è sostenibile?
Le domande sono circolate oggi in Parlamento in occasione dell’audizione della Banca d’Italia.
Ecco che cosa è successo.
La Nota di aggiornamento al Def “argomenta correttamente che anche” senza tener conto dell’impegno dei fondi del Next Generation Eu “il debito pubblico italiano è sostenibile; tuttavia la stabilizzazione del debito su livelli molto elevati lascerebbe il nostro paese fortemente esposto a rischi derivanti da tensioni sui mercati finanziari o da nuovi shock economici”. Così Banca d’Italia nell’audizione sulla nota di aggiornamento al Def (Nadef) davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “La riduzione del debito – ha sottolineato il Capo del dipartimento di Economia e statistica Eugenio Gaiotti – sarà tanto più agevole quanto più la qualità degli interventi previsti dal Ngeu sarà efficace nello stimolare la crescita e quanto più sarà mantenuto stabile il costo del debito”.
“Non abbiamo mai detto, neanche nei periodi peggiori, che il debito non è sostenibile, lo dicevano gli altri e noi abbiamo efficacemente contestato questa visione sbagliata in tutte le sedi, ma crediamo che mantenere il debito nell’ordine del 150% sia molto pericoloso non perché non è sostenibile ma perché lo espone a choc”, ha precisato rispondendo alle domande Gaiotti. “L’azione di politica economica – ha detto – deve fondarsi anche sull’obiettivo di conseguire un progressivo riequilibrio dei conti pubblici nel medio termine. Assicurare nel prossimo decennio una rapida riduzione del debito richiederà la massima attenzione alla qualità delle ampie misure di sostegno dell’economia in via di definizione e un graduale aggiustamento del saldo di bilancio quando le condizioni macroeconomiche saranno più favorevoli”.
Su Twitter, il senatore Alberto Bagnai – responsabile del dipartimento Economia della Lega – ha ricordato una precedente esternazione della Banca d’Italia nel giugno 2019, ossia quando era ancora insediato il governo Conte 1.
“Noi non abbiamo mai detto che il debito non è sostenibile”. Bankit mente in audizione. pic.twitter.com/aPQ8JGc1fM
— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) October 12, 2020
«Abbiamo un debito pubblico elevato in rapporto al Prodotto e abbiamo dei dubbi che riusciamo a sostenerlo», disse Ignazio Visco, governatore della Banca di Italia, nel suo intervento all’Ispi in cui ha discusso con Romano Prodi e Giorgio La Malfa le teorie keynesiane. Visco ha poi aggiunto che il debito «possiamo sostenerlo ma ci sono delle condizioni necessarie da rispettare». «L’Italia – ha rimarcato – è l’unico Paese in cui il tasso di interesse sul debito pubblico, cioè l’onere, supera il tasso di crescita: è un problema».