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Fenice Ferragni

Le news su Mattarella, Musk, Papa Francesco, gay, Chiara Ferragni e non solo

Mattarella, Musk, Papa Francesco, gay, Repubblica, Telefonica, Ilva, Ferrero e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

MATTARELLA STRAPAZZA MUSK, SENZA CITARLO…

IL SUPERMUSKIANO STROPPA SBROCCA CONTRO MATTARELLA

 

I NUOVI TAXI POSSONO ATTENDERE…

 

L’IMPERO DI CHIARA FERRAGNI

 

CALENDA BENEDICE CONTE…

 

LA BENEDIZIONE DI PAPA FRANCESCO AI GAY

 

CARTOLINA DAL VATICANO

 

CARTOLINA DALLA SPAGNA

 

CARTOLINE DALL’UCRAINA

 

CARTOLINA DALL’ETIOPIA

 

CARTOLINA DA TARANTO

 

PIZZA O PINSA?

 

SCAZZI A REPUBBLICA: GIORNALISTI CONTRO MOLINARI

 

GIORNALISMO MON AMOUR

 

DOLCISSIMI NUMERI PER FERRERO

 

PREMIO SLURP DEL MESE

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IMPERO FERRAGNI, ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA:

Milioni e scivoloni. Per Chiara Ferragni sono più quantificabili i primi: quaranta milioni di fatturato nel 2021, ultimo anno in cui sono disponibili i dati del suo impero. Una ricchezza che cresce in continuazione e viaggia di pari passo con gli inciampi che negli ultimi tempi hanno visto protagonista l’influencer. Qualunque cosa Ferragni dica è divisiva, qualsiasi cosa tocchi diventa oro. Un solo post sponsorizzato può arrivare a fruttarle anche 80 mila euro.

La scalata parte da lontano: tutto inizia nel 2009, quando l’allora studentessa di giurisprudenza alla Bocconi investe 510 euro assieme al fidanzato dell’epoca, Riccardo Pozzoli, per acquistare una macchina fotografica e il dominio internet The Blonde Salad.com, un piccolo blog di moda e viaggi che — 14 anni e 29 milioni di follower su Instagram dopo — si sarebbe trasformato nel primo mattone di un impero economico che oggi tocca appunto i 40 milioni di euro di incassi. Proventi che arrivano grazie alle sponsorizzazioni — come quelle dei pandori e delle uova di Pasqua “solidali” al centro delle polemiche degli ultimi giorni — e che vengono convogliati nelle sue società. Già nel 2016 Forbes l’aveva inserita nella lista degli under 30 più influenti del pianeta, e dodici mesi dopo finanche l’Università di Harvard l’invitava a tenere una lezione di economia e marketing digitale. Ora le primavere sono diventate trentasei, al compagno di gioventù Pozzoli è succeduto il marito Fedez e da quell’unione sono arrivati i piccoli Leone e Vittoria, al centro di un’ostensione social che nel corso del tempo ha fatto alzare più di un sopracciglio Ciò che non è mai cambiato è la capacità di Ferragni di fare di sé stessa un brand diventato quasi un’attività di famiglia. Il suo nome è noto a chiunque, con buona pace degli analogici più affezionati: una notorietà a cui ha contribuito la copertura social h24 del suo ménage familiare — immortalato oltre che da video e post anche dalla serie tv The Ferragnez, arrivata alla sua seconda stagione su Amazon Prime — e l’esposizione del marito, Fedez, il rapper a sua volta testimonial di marchi, personaggio televisivo e contestatore di lunga data della destra sovranista. L’uso dei social è sempre piuttosto disinvolto: una foto postata in déshabillé le valse il rimprovero di una undicenne su Instagram: «Copriti!», le chiese. Al netto dell’età dell’interlocutrice, la risposta fu al vetriolo: «Faccio incazzare i puritani? Meglio così». C’è chi continua a chiamarla fashion blogger, chi influencer: e però nessuna di queste definizioni è in grado di restituire la dimensione dell’imprenditrice attiva principalmente in due settori.

La capitale dell’impero è in via Turati, a Milano, dove ha sede il quartier generale de La Fenice srl, ex Serendipity, 23 dipendenti e 14 milioni di euro di fatturato, la società di cui Ferragni è amministratrice delegata e che manovra i diritti del brand del celebre occhio con le ciglia: un marchio con cui realizza una collezione che spazia dai cosmetici e alle calzature, fino alla cartoleria e all’intimo per bambini, e con il quale allestisce per conto terzi sfilate di moda, programmi musicali e documentari. Il secondo ramo di impresa, la promozione immagine e le consulenze in digital marketing — tra i clienti Procter & Gamble, Nespresso e Bulgari — fa invece capo a Tbs Crew srl, di cui Ferragni è divenuta azionista unica nel 2022, nove milioni di euro di disponibilità liquide e anch’essa 14 milioni di ricavi nel 2022. Dal 2021 Ferragni siede anche nel consiglio di amministrazione di Tod’s: in soli tre mesi, dopo il suo ingresso, le azioni del gruppo di Diego Della Valle aumentarono di più di 30 euro. Si può scivolare, ma l’atterraggio è morbido.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU TELEFONICA:

Il governo di Madrid ha approvato l’acquisizione fino al 10% del capitale di Telefonica da parte della Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (Sepi), il braccio industriale dello Stato, che ne diventa così il maggiore azionista.

Un accordo, questo, che riporterebbe lo Stato spagnolo nel capitale dell’operatore dopo 26 anni dalla sua completa privatizzazione. La partecipazione avrebbe un valore di mercato di oltre 2 miliardi euro, rendendo questa operazione la più onerosa mai effettuata dalla compagnia statale. Le azioni dell’operatore, in rialzo del 7% nei primi minuti della giornata, hanno poi rallentato la corsa chiudendo però, come detto, a +3,2 per cento.

Raggiungerà il 10% del capitale, lo Stato diventerebbe il primo azionista dell’operatore, davanti a Bbva, CaixaBank, Saudi Telecom Company (STC) e BlackRock.

Nadia Calviño, vice primo ministro uscente della Spagna, ha dichiarato che la mossa è «in linea con altri grandi Paesi europei, come Francia e Germania, che hanno e stanno aumentando le loro partecipazioni in grandi e strategici operatori di telecomunicazioni». Del resto, l’affondo del governo spagnolo arriva più di tre mesi dopo che l’operatore statale saudita, Stc, ha dichiarato di aver speso 2,1 miliardi per acquisire una partecipazione del 4,9% in Telefónica con strumenti finanziari per un ulteriore 5%.

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