MATTARELLA STRAPAZZA MUSK, SENZA CITARLO…
MATTARELLA VS. MUSK
"Oligarchi di diversa estrazione si sfidano (…) in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo come veri e propri contropoteri".
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 20, 2023
IL SUPERMUSKIANO STROPPA SBROCCA CONTRO MATTARELLA
I NUOVI TAXI POSSONO ATTENDERE…
Taxi, bandi solo in tre città su otto. Nuove auto non prima dell’estate. Nonostante l’intervento del governo con il decreto Asset solo Roma, Milano e Bologna si stanno attivando per aprire a nuovi operatori. Ma i tempi non si annunciano brevi. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 17, 2023
L’IMPERO DI CHIARA FERRAGNI
Gruppo Ferragni: 40 milioni di fatturato nel 2021. Un solo post sponsorizzato può arrivare a fruttarle anche 80mila euro. Fenice srl, ex Serendipity, 23 dipendenti e 14 milioni di euro di fatturato, è la società di cui Ferragni è amministratrice delegata. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 20, 2023
CALENDA BENEDICE CONTE…
"La competizione per la leadership della sinistra è tra Schlein e Conte. E vincerà Conte". (Carlo Calenda al Messaggero)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 18, 2023
LA BENEDIZIONE DI PAPA FRANCESCO AI GAY
Il Papa dà il via libera alla benedizione in chiesa di coppie omosessuali, purché sia una preghiera e non un rito e quindi ben distinta dal matrimonio tra uomo e donna. (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 19, 2023
"Il Pontefice ha approvato la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso. Non cambia niente, si dice, ma in realtà cambierà tutto". (Il Foglio)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 19, 2023
CARTOLINA DAL VATICANO
Per dare un’idea del bancomat che è stata la Segreteria di stato Vaticano: nel quinquennio «maledetto» ha pagato provvigioni a Mincione, Torzi e altri per almeno 100 milioni. (Mario Gerevini, Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 17, 2023
CARTOLINA DALLA SPAGNA
Lo Stato spagnolo rientra nel capitale di Telefónica 26 anni dopo la completa privatizzazione del gigante delle tlc. E lo fa a 3 mesi dall’ingresso nella compagnia dell’operatore statale saudita Stc, che aveva rastrellato sul mercato il 9,9% del capitale. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 20, 2023
CARTOLINE DALL’UCRAINA
Il 2023 doveva essere l’anno della controffensiva di Zelensky. Invece poco è cambiato e dopo 22 mesi Mosca controlla più o meno lo stesso territorio di fine 2022: 100 mila km quadrati, il 17,48%, una porzione che corrisponde all’intera Estonia. (Battistini e Gabanelli, Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 18, 2023
"Combattere in Ucraina conviene economicamente: un soldato russo guadagna in media 2.135 euro al mese, contro i 560 di un professore universitario". (Battistini e Gabanelli, Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 18, 2023
CARTOLINA DALL’ETIOPIA
L’ambasciatore italiano in Etiopia, Agostino Palese: «In Etiopia abbiamo una prateria, la Cina sta per inaugurare tre giacimenti dove prende il 75% dei profitti». (Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 19, 2023
CARTOLINA DA TARANTO
"La classe politica italiana, che si è misurata in questi undici anni con il caso dell’ex Ilva, non conosce l’odore delle fabbriche, non ha passione per le imprese, non capisce i meccanismi di funzionamento delle aziende". (Paolo Bricco, Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 20, 2023
PIZZA O PINSA?
Pinsa, dopo il boom l’obiettivo è diventare l’alternativa alla pizza. Il giro d’affari supera i 63 milioni: solo nell’ultimo anno le vendite nei supermercati tra prodotto fresco e surgelato sono aumentate del 40%. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 16, 2023
SCAZZI A REPUBBLICA: GIORNALISTI CONTRO MOLINARI
"I risultati economicamente negativi sono da ascrivere anche alle scelte della linea editoriale che non riesce a intercettare nuovi lettori e che ha allontanato il tradizionale pubblico di riferimento della testata Repubblica". (Comunicato dell'assemblea dei giornalisti di Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 16, 2023
GIORNALISMO MON AMOUR
Carlo De Benedetti ha imputato a John Elkann di aver “distrutto Repubblica”. In realtà, se oggi il quotidiano fondato da Scalfari attraversa una crisi d’identità e diffusione, la colpa è innanzitutto di De Benedetti. (Giovanni Valentini, ex direttore del settimanale L'Espresso)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 16, 2023
La federazione degli editori ha parlato di "rischi per il pluralismo" se le sovvenzioni statali venissero invece ridotte. Quello che in realtà gli editori dei giornali chiedono di difendere sono le loro attività imprenditoriali dalle note difficoltà economiche. (Il Post)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 17, 2023
Secondo una newsletter del sito americano GQ, le riviste in molti casi stanno spostando le loro attrattive verso la propria qualità di prodotto estetico piuttosto che contenitore di letture, e venendo acquistate più per essere esposte quasi come oggetto di arredamento. (Il Post)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 17, 2023
DOLCISSIMI NUMERI PER FERRERO
Cresce Ferrero in Italia, a quota 1,756 miliardi da agosto 2022 ad agosto 2023, con un aumento dei ricavi del 6,7%. Performance condizionata dalla variabile inflattiva: Ferrero ha registrato una crescita a valore mentre si è configurata una stabilità a volume. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 20, 2023
PREMIO SLURP DEL MESE
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 15, 2023
+++
IMPERO FERRAGNI, ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA:
Milioni e scivoloni. Per Chiara Ferragni sono più quantificabili i primi: quaranta milioni di fatturato nel 2021, ultimo anno in cui sono disponibili i dati del suo impero. Una ricchezza che cresce in continuazione e viaggia di pari passo con gli inciampi che negli ultimi tempi hanno visto protagonista l’influencer. Qualunque cosa Ferragni dica è divisiva, qualsiasi cosa tocchi diventa oro. Un solo post sponsorizzato può arrivare a fruttarle anche 80 mila euro.
La scalata parte da lontano: tutto inizia nel 2009, quando l’allora studentessa di giurisprudenza alla Bocconi investe 510 euro assieme al fidanzato dell’epoca, Riccardo Pozzoli, per acquistare una macchina fotografica e il dominio internet The Blonde Salad.com, un piccolo blog di moda e viaggi che — 14 anni e 29 milioni di follower su Instagram dopo — si sarebbe trasformato nel primo mattone di un impero economico che oggi tocca appunto i 40 milioni di euro di incassi. Proventi che arrivano grazie alle sponsorizzazioni — come quelle dei pandori e delle uova di Pasqua “solidali” al centro delle polemiche degli ultimi giorni — e che vengono convogliati nelle sue società. Già nel 2016 Forbes l’aveva inserita nella lista degli under 30 più influenti del pianeta, e dodici mesi dopo finanche l’Università di Harvard l’invitava a tenere una lezione di economia e marketing digitale. Ora le primavere sono diventate trentasei, al compagno di gioventù Pozzoli è succeduto il marito Fedez e da quell’unione sono arrivati i piccoli Leone e Vittoria, al centro di un’ostensione social che nel corso del tempo ha fatto alzare più di un sopracciglio Ciò che non è mai cambiato è la capacità di Ferragni di fare di sé stessa un brand diventato quasi un’attività di famiglia. Il suo nome è noto a chiunque, con buona pace degli analogici più affezionati: una notorietà a cui ha contribuito la copertura social h24 del suo ménage familiare — immortalato oltre che da video e post anche dalla serie tv The Ferragnez, arrivata alla sua seconda stagione su Amazon Prime — e l’esposizione del marito, Fedez, il rapper a sua volta testimonial di marchi, personaggio televisivo e contestatore di lunga data della destra sovranista. L’uso dei social è sempre piuttosto disinvolto: una foto postata in déshabillé le valse il rimprovero di una undicenne su Instagram: «Copriti!», le chiese. Al netto dell’età dell’interlocutrice, la risposta fu al vetriolo: «Faccio incazzare i puritani? Meglio così». C’è chi continua a chiamarla fashion blogger, chi influencer: e però nessuna di queste definizioni è in grado di restituire la dimensione dell’imprenditrice attiva principalmente in due settori.
La capitale dell’impero è in via Turati, a Milano, dove ha sede il quartier generale de La Fenice srl, ex Serendipity, 23 dipendenti e 14 milioni di euro di fatturato, la società di cui Ferragni è amministratrice delegata e che manovra i diritti del brand del celebre occhio con le ciglia: un marchio con cui realizza una collezione che spazia dai cosmetici e alle calzature, fino alla cartoleria e all’intimo per bambini, e con il quale allestisce per conto terzi sfilate di moda, programmi musicali e documentari. Il secondo ramo di impresa, la promozione immagine e le consulenze in digital marketing — tra i clienti Procter & Gamble, Nespresso e Bulgari — fa invece capo a Tbs Crew srl, di cui Ferragni è divenuta azionista unica nel 2022, nove milioni di euro di disponibilità liquide e anch’essa 14 milioni di ricavi nel 2022. Dal 2021 Ferragni siede anche nel consiglio di amministrazione di Tod’s: in soli tre mesi, dopo il suo ingresso, le azioni del gruppo di Diego Della Valle aumentarono di più di 30 euro. Si può scivolare, ma l’atterraggio è morbido.
+++
ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU TELEFONICA:
Il governo di Madrid ha approvato l’acquisizione fino al 10% del capitale di Telefonica da parte della Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (Sepi), il braccio industriale dello Stato, che ne diventa così il maggiore azionista.
Un accordo, questo, che riporterebbe lo Stato spagnolo nel capitale dell’operatore dopo 26 anni dalla sua completa privatizzazione. La partecipazione avrebbe un valore di mercato di oltre 2 miliardi euro, rendendo questa operazione la più onerosa mai effettuata dalla compagnia statale. Le azioni dell’operatore, in rialzo del 7% nei primi minuti della giornata, hanno poi rallentato la corsa chiudendo però, come detto, a +3,2 per cento.
Raggiungerà il 10% del capitale, lo Stato diventerebbe il primo azionista dell’operatore, davanti a Bbva, CaixaBank, Saudi Telecom Company (STC) e BlackRock.
Nadia Calviño, vice primo ministro uscente della Spagna, ha dichiarato che la mossa è «in linea con altri grandi Paesi europei, come Francia e Germania, che hanno e stanno aumentando le loro partecipazioni in grandi e strategici operatori di telecomunicazioni». Del resto, l’affondo del governo spagnolo arriva più di tre mesi dopo che l’operatore statale saudita, Stc, ha dichiarato di aver speso 2,1 miliardi per acquisire una partecipazione del 4,9% in Telefónica con strumenti finanziari per un ulteriore 5%.