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Le news su Caltagirone, Castagna, Dagospia, Donnet, Messina, Milleri, Orcel, Vaticano e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su su Caltagirone, Castagna, Dagospia, Donnet, Messina, Orcel e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

I CONTI DEL VATICANO E DEI CARDINALI

 

I CONTI DELLA MEDICINA

 

LE PAGHETTE DI CASTAGNA, ORCEL, MESSINA E NON SOLO

 

I NUMERI DI X

 

IL PUNTO SULLE OPS

 

IL LIBERISMO CALTAGIRONIANO DEL FOGLIO

 

CARTOLINA DA BRUXELLES

 

CARTOLINA DALLA GERMANIA

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

 

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU MILLEI, MEDIOBANCA E BANCA GENERALI:

«Un’azienda creata solo sette anni fa con la fusione tra Luxottica ed Essilor, che non si limita guardare al futuro ma a costruirlo attraverso gli occhi di ciascuno di noi». All’assemblea di Essilux, Francesco Milleri, presidente e ceo, ha voluto parlare della nuova posizione sul mercato costruita da EssilorLuxottica. «Abbiamo scommesso su un’azienda digitale: il settore del wearable computing è diventato il core business della società, è una prospettiva completamente nuova».

Milleri è anche presidente della cassaforte Delfin che ha il 32,3% di Essilux ed è protagonista in molte partite bancarie. «Come holding siamo coinvolti sia in Mediobanca sia in Generali, (19,8% e 9,8% rispettivamente, ndr)», ha detto Milleri che attende i dettagli dell’Ops di Piazzetta Cuccia per esprimersi all’assemblea del 16 giugno sull’Ops su Banca Generali. «Come visione industriale l’operazione di Mediobanca è più semplice da capire» rispetto agli effetti su Generali, «daremo un giudizio dopo aver conosciuto la posizione del board».

La sintesi di Milleri è che l’Ops potrebbe aiutare quella lanciata dal Monte sulla stessa Piazzetta Cuccia. «La quota di Mediobanca in Generali era quasi un elemento di disturbo, ha osservato il manager —. Ora l’operazione sembra andare nella direzione del progetto industriale di Mps. Se ci spiegheranno che questa operazione è positiva per Mediobanca e per Generali, ci esprimeremo a favore ma mancano i dettagli. Noi abbiamo sempre sostenuto i progetti validi dei manager. Il ceo Philippe Donnet ha dimostrato di fare le cose correttamente. Voteremo piani che creano valore per tutti». E sottolinea: «Vorremmo che non ci fossero né vincitori né vinti». Poi ha aggiunto: «Il ceo Alberto Nagel sta cambiando la forma della banca. Forse è stato un po’ spinto, ma questo compito spetta agli azionisti finanziari che vogliono migliorare la performance. Lui sta cercando di cambiare il ruolo di Mediobanca, c’è da apprezzarlo».

Sul fronte del 2,7% che Delfin ha in Unicredit, Milleri ha detto che «a un certo punto potremmo pensare di riordinare le partecipazioni, soprattutto quando ormai abbiamo ottenuto plusvalenze importanti. Anche se siamo in un sistema di guida a vita di Delfin, rimaniamo pur sempre dei gestori di portafoglio».

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