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Le convergenze parallele di Caltagirone e Panerai su Class Editori (Milano Finanza)

Che cosa può succedere nel gruppo Class Editori dopo l'ingresso di Caltagirone che è arrivato a superare quota 5%?

Caro direttore,

vorrei approfittare della ospitalità di Start Magazine per lanciare un appello a due imprenditori che stimo, Paolo Panerai e Francesco Gaetano Caltagirone: parlatevi, andate a pranzo, trovate un accordo perché sarà salutare e lungimirante per i vostri due gruppi editoriali.

Sto parlando dell’ingresso del gruppo Caltagirone (che è salito oltre il 5% dopo un primo acquisto di circa il 2%) in Class Editori, il gruppo fondato da Panerai che spazia dalla carta alla radio all’online con una serie di testate di taglio economico-finanziario che ne fanno un punto di riferimento insostituibile per molti investitori e inserzionisti: tanto di cappello per aver costruito un gruppo dietro il colosso confindustriale del Sole 24 ore.

Ma i conti di Class (come quelli di tutto il settore editoriale) non fanno presagire scenari ottimistici. Start Magazine ha spulciato già il bilancio e non mi dilungo. Ho percepito qui a Milano, peraltro, che l’eventuale presenza anche solo di un membro del collegio sindacale espressione di Caltagirone, a valle della prossima assemblea dei soci che rinnoverà il consiglio di amministrazione, possa mettere in apprensione gli attuali vertici di Class.

Ma secondo me l’82enne costruttore, finanziere ed editore non ha alcun interesse a fare le pulci al bilancio di Class Editori, società peraltro presieduta da un luminare della scienza economica e contabile come il bocconiano Luigi Guatri. Piuttosto, secondo me – e sottolineo secondo me perché non vorrei che tu pensassi che io sia di casa in casa Caltagirone -, il gruppo romano completerebbe l’attuale bouquet di testate, in cui spicca appunto l’assenza di giornali specializzati in economia, finanza e fisco. Insomma, davvero con Class il gruppo Caltagirone potrebbe fare quel salto di qualità che da anni gli esperti del settore si attendono.

La prospettiva per Class sarebbe rosea: entrerebbe a far parte di un gruppo molto liquido, dagli eredi certi e rodati come i figli di Caltagirone, visto che finora per Class le ipotesi su nuovi soci rilevanti che circolano da anni (Cairo?, Della Valle?, Mediaset?) sono rimaste solo tali, anzi forse meno di ipotesi: sogni da parte di qualcuno.

Forse, a questo punto, è solo una questione di orgoglio che frena il fondatore di Milano Finanza: teme che la sua creatura possa avere un diverso atteggiamento rispetto all’opera dei vertici di Mediobanca e Generali, apprezzati ed elogiati da Panerai anche nelle operazioni con Natixis e su Banca Generali: operazioni fieramente avversate dai giornali di Class.

D’altronde alcune delle banche che sostengono la vita di Class stanno cambiando volto o lo possono cambiare o sono già pragmatiche. Mps, ad esempio, è parte attiva dei progetti di Caltagirone (anche se qualcuno a Milano bisbiglia che la procura meneghina possa addirittura sequestrare i pacchetti di azioni oggetto dell’inchiesta) e quindi sarebbe ben felice di continuare a finanziare il gruppo Class imperniato su Caltagirone. E Mediobanca sarà ancora retta da Nagel in futuro o un nuovo assetto più gradito a Caltagirone potrebbe delinearsi? E che dire di Intesa Sanpaolo, che sostiene da tempo le finanze di Class? Il numero uno Carlo Messina si vanta giustamente e oculatamente di non far parte del confuso e caotico risiko bancario dai risvolti anche giudiziari ma in maniera altrettanto lungimirante appoggia Caltagirone. Rammento questo titolo, proprio sul quotidiano Mf del gruppo Class, di alcuni mesi fa: “Maxi-prestito da mezzo miliardo a Caltagirone da Intesa Sanpaolo: provvista per il risiko Mediobanca-Generali”.

Buon lavoro, caro direttore, e cordiali saluti. Sperando che il mio appello per un volemose bene possa giungere al cuore e al portafoglio di Panerai e Caltagirone.

Ps: Siccome conosco entrambi e non vorrei avere nocumento per questa missiva, ti pregherei di firmarla Angelo Ristori.

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