Dati personali, algoritmi e intelligenza artificiale sono la vera fonte di guadagno delle società ma la statunitense Federal Trade Commission (FTC), che si occupa della tutela dei consumatori, sospetta che alcune grandi aziende li sfruttino “per personalizzare i prezzi”.
LE SOCIETÀ INDAGATE
Le otto aziende di diversi settori su cui l’Agenzia ha avviato un’indagine sono Mastercard, JPMorgan, Accenture, Task Software, McKinsey, Revionics, Bloomreach e Pros.
Ieri tutte quante sono state informate che l’agenzia di regolamentazione ha emesso ordini per ottenere “informazioni su prodotti e servizi che utilizzano i dati personali, comprese le finanze e la cronologia del browser, per stabilire prezzi personalizzati per gli stessi beni o servizi”.
SU COSA INDAGA LA FTC
Lina Khan, presidente della Ftc, ha parlato di “oscuro ecosistema di intermediari dei prezzi”. “Le aziende che raccolgono i dati personali degli americani possono mettere a rischio la privacy delle persone e potrebbero sfruttare questo vasto patrimonio di informazioni personali per far pagare prezzi più alti ai cittadini”, ha spiegato nel comunicato.
In particolare, la Ftc ha dichiarato di essere alla ricerca di informazioni in quattro aree chiave: i tipi di prodotti e servizi di sorveglianza dei prezzi offerti da ciascuna azienda, le modalità di raccolta dei dati, le informazioni sui clienti e sulle vendite e il modo in cui queste pratiche di sorveglianza influenzano i prezzi che i clienti finiscono per pagare.
Alla fine dell’indagine l’Agenzia valuterà l’impatto di questa pratica tariffaria su privacy, concorrenza e protezione dei consumatori.
DIMMI CHI SEI E TI DIRÒ IL PREZZO
Utilizzando strumenti di dati, come l’intelligenza artificiale, le aziende impiegano una pratica nota come “surveillance pricing” (o anche “dynamic pricing”) per mostrare ai consumatori prezzi diversi per gli stessi prodotti in base alle loro caratteristiche o comportamenti. Queste possono includere la posizione, i dati demografici, la storia creditizia e la cronologia di navigazione o di acquisto.
Ma la pratica del “surveillance pricing” è un fenomeno molto più grande, in corso da anni, e che ha a che fare con l’etica. “C’è qualcosa di quasi esistenziale nella prospettiva della sorveglianza dei prezzi – si legge su Jacobin -. Se i venditori sanno quando il vostro salario aumenterà, non varrà quasi la pena di trovare un lavoro migliore; il denaro verrà sottratto da una determinazione intelligente dei prezzi. Se ogni decisione d’acquisto è accompagnata dal dubbio di aver pagato di più rispetto ai vostri amici e parenti, o di aver pagato di più a causa dell’ora del giorno o di una routine personale rilevata dal venditore, potreste passare molto tempo a riconsiderare le vostre scelte di vita. E se ogni vostra abitudine viene intuita così bene dagli esperti di marketing, ci si chiede quale sia il vostro potere in materia”.
LE AZIENDE COLLEGATE A QUELLE INDAGATE
Per tornare alle indagini della Ftc, come spiegano Quartz e Cnbc, molte delle società coinvolte forniscono servizi di transazione, vendita e determinazione dei prezzi ad altre big negli Stati Uniti e nel mondo.
Task è la società di gestione delle transazioni dietro a diverse grandi aziende del settore alberghiero, tra cui McDonald’s e Starbucks. Revionics fornisce software di ottimizzazione dei prezzi al dettaglio e analisi dei prezzi a diverse catene globali, tra cui Home Depot, Tractor Supply e la catena di negozi di alimentari Hannaford.
Bloomreach fornisce servizi a FreshDirect, Total Wine e Puma. Pros, una società di software che si presenta come fornitore di soluzioni IA per la determinazione dei prezzi, annovera tra i suoi clienti Nestlé, HP, United Airlines ed è anche un partner di Microsoft per lo sviluppo tecnologico.