L’AGENDA DI MESSINA (INTESA SANPAOLO)
"Dire come va fatta la manovra è il nuovo sport nazionale. Un po’ come fare gli allenatori della Nazionale. Con un debito pubblico come il nostro, dobbiamo garantire stabilità e ottimizzare la spesa pubblica". (Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
"Noi faremo più di 7,5 miliardi di utile netto. Di fronte a una richiesta di aumento di 435 euro lordi al mese come faccio a dire no? Bisogna dimostrare alle proprie persone che ci si prende cura di loro". (Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
"Il nostro Paese è stato toccato duramente dalle recenti crisi. Ma nelle aziende c’è tanta ricchezza, e la priorità che abbiamo è quella di aumentare gli stipendi dei lavoratori". (Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
L’intelligenza artificiale la preoccupa?
"No. Migliorerà il lavoro, garantendo l’occupazione. L’ho promesso a tutti i dipendenti. Ho spiegato che ci saranno nuovi mestieri, ma nessuno perderà il proprio posto". (Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
L’ultimo rapporto del Censis dice che il lavoro non è più centrale nella vita delle persone. E che nel 2040 solo una famiglia su 4 avrà un figlio. È davvero così?, domanda La Stampa.
"Credo sia una visione eccessivamente pessimista", risponde Carlo Messina, ad Intesa Sanpaolo.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
MONTEZEMOLO SI FUMA IL SIGARO TOSCANO
Sigaro Toscano, l’azienda passa a Montezemolo, Gnudi, Regina e Valli. Il fondo Usa Apollo ha ceduto il suo 50,01%. Operazione da 108 milioni di euro (tra acquisto quote e rinegoziazione del debito) che dà il controllo totale agli attuali azionisti di minoranza. (Sole)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
UNA CORRIDA PER MARK
Nuova grana europea per Meta, che deve fare i conti con una causa intentata dagli editori spagnoli che potrebbe costare 600 milioni di dollari alla holding di Zuckerberg. La vicenda è legata a un’accusa ben precisa di concorrenza sleale nel mercato pubblicitario. (Sole 24 ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
CARTOLINA DALLA SPAGNA
L'azienda di telecomunicazioni spagnola Telefonica prevede di mettere in atto un piano di licenziamenti che riguarderà 5.124 posti di lavoro. (Cinco Dias)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 4, 2023
CARTOLINA DALL’UE
Dopo il grano, lo zucchero. I prodotti agro-alimentari dell’Ucraina continuano a far discutere l'Ue. All’interno dei popolari europei (Ppe) c’è chi vede un’eccessiva penetrazione di zucchero ucraino nel mercato unico, con conseguenti ricadute negative. (Eunews)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
CARTOLINA DALLA CALABRIA
Reggio Calabria. Al supermercato per fare la spesa durante il loro orario di lavoro. Due medici, in servizio in una struttura sanitaria pubblica della Piana di Gioia Tauro, sono stati sospesi dal servizio per la durata di un anno perché accusati di assenteismo. (Ansa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 4, 2023
GLI APPROFONDIMENTI DI OPEN FONDATO DA ENRICO MENTANA:
"Andrea Giambruno si sente «vittima di una caccia all’uomo» e vuole il ritorno in video a settembre 2024". (Open di Mentana)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
"Sovranista ma quando riposa anche sottanista. Ecco i like di Matteo Salvini agli Intimissimi di Elisabetta Canalis". (Open di Mentana)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
QUISQUILIE & PINZILLACHERE
Il buongiorno di Belpietro pic.twitter.com/32xGKSy6Di
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 4, 2023
Ci vuole una certa sfrontatezza a pubblicare l’ennesima paginata con intervistona a Luigi Zanda pic.twitter.com/9lAffxiN4g
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) December 5, 2023
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COSA HA DETTO MESSINA DI INTESA SANPAOLO AL QUOTIDIANO LA STAMPA (qui la versione integrale dell’intervista):
Il taglio del cuneo fiscale non è strutturale perché avrebbe impattato sulle pensioni. Siamo dentro una trappola?
«Dire come va fatta la manovra è il nuovo sport nazionale. Un po’ come fare gli allenatori della Nazionale. Con un debito pubblico come il nostro, dobbiamo garantire stabilità e ottimizzare la spesa pubblica. Questa manovra garantisce stabilità al debito pubblico. Penso, poi, ai 300 miliardi di immobili nelle mani dello Stato: valorizzandoli e cedendoli si potrebbe ridurre il debito pubblico e questo ci darebbe ossigeno per leggi di bilancio di più ampio respiro. Per accelerare gli investimenti, invece, bisogna imparare a spendere meglio. L’importante è non farsi frenare da chi dice che le cose non si possono fare: immaginare nuove soluzioni ogni giorno è il mestiere di ognuno di noi. Anche se costa fatica farlo».
Si possono davvero vendere gli immobili di Stato?
«Sono 10 anni che lo ripeto. E qualunque Paese normale lo avrebbe preso in considerazione per rendere più sostenibile il proprio debito».
Intanto l’Europa ci mette più vincoli perché il nostro debito è al 144% del Pil anche per il Superbonus, mentre il Pnrr che dovrebbe essere il motore della nostra crescita non decolla.
«Non credo che sia solo il Pnrr ad aiutare la crescita. Per me è fondamentale mettere soldi in tasca alla famiglie, riducendo le tasse. Questa è una componente espansiva della manovra. E poi spesso ci dimentichiamo che, anche per il Superbonus, l’Italia è il Paese dove gli investimenti sono aumentati di più rispetto al periodo pre Covid. Così come la nostra economia: abbiamo fatto +3,3% contro il 2,2% della Francia e la crescita nulla o addirittura negativa di Germania e Spagna. Il nostro vero tema è far scendere il debito pubblico e far crescere la nostra credibilità, anche usando i fondi del Pnrr. Li abbiamo utilizzati ancora in maniera limitata: se accelereremo nel 2024, l’economia crescerà. Comunque anche il debito degli altri Paesi è cresciuto. Abbiamo alcuni punti di debolezza, ma anche tanti punti di forza».
Quando chiediamo flessibilità all’Europa, facciamo una richiesta di buon senso o da un Paese che non ce la fa?
«Voglio essere molto netto. Non dobbiamo ridurre il debito perché ce lo chiede l’Europa o la Germania. Dobbiamo farlo per noi, per la sostenibilità dei nostri conti pubblici. Quando diciamo che vogliamo essere indipendenti dagli altri, però, dobbiamo ricordarci che 800 miliardi del nostro passivo sono sostenuti dalla Bce. Quello che deve essere certo e sostenibile è il piano di rientro».
La Bce ha fatto bene ad alzare i tassi?
«Quello dei tassi negativi era un mondo sbagliato. È giusto, invece, che il costo del denaro oscilli tra il 2 e il 4%. Non so dire se la Bce abbia sbagliato la tempistica nell’aumentare i tassi, ma il livello attuale mi pare corretto rispetto all’inflazione, la cui riduzione mi sembra a portata di mano».
Però per molti è esplosa la rata del mutuo e ottenere finanziamenti è diventato più difficile.
«Il 60% dei mutui è a tasso fisso. Il 30% dei variabili ha un cap e le banche sono disponibili a rimodulare costi e tassi perché nessuna ha interesse a creare insolvenze. Per le aziende il rapporto tra disponibilità di cassa e debito è al 66%, in Europa è al 90%; per le famiglie siamo al 60% contro il 90% dell’Europa. Purtroppo, però, cresce molto la povertà. E anche se il nostro Paese sta meglio di altri, bisogna intervenire a sostegno di chi è più in difficoltà».
La tassa sugli extraprofitti ha fatto molto discutere. Come andava gestita?
«A maggio sono stato l’unico a dire che se la extra tassazione fosse stata usata contro le disguaglianze, la banca sarebbe stata a favore. Sono convinto che sia giusto soprattutto a fronte di utili che superano anche le aspettative. E per questo abbiamo lanciato un piano da 1,5 miliardi in 5 anni: sarebbe giusto che lo facessero tutte le aziende che hanno molti utili. La remunerazione degli azionisti è fondamentale, ma sono gli azionisti stessi ad apprezzare l’impegno sociale delle imprese. Senza che siano altri a chiederlo. Purtroppo si vedono poche aziende che agiscono in questo modo. Così come vanno alzati gli stipendi».
Oltre il salario minimo?
«Sì. Noi faremo più di 7,5 miliardi di utile netto. Di fronte a una richiesta di aumento di 435 euro lordi al mese come faccio a dire no? Bisogna dimostrare alle proprie persone che ci si prende cura di loro. Sono loro che ci permettono di fare questi utili. A pazienza se gli economisti dicono che gli aumenti salariali fanno aumentare l’inflazione».
Nel 2024 in Europa si vota. Da un lato Draghi chiede più unità; dall’altro Salvini chiama a raccolta i sovranisti.
«Se l’Europa vuole competere con la Cina e gli Stati Uniti deve avere un grande disegno. Altrimenti come Italia possiamo essere un Paese che si gioca la sua partita, ma in una dimensione limitata. Per funzionare, però, l’Ue non può essere quella di oggi prigioniera dei diritti di veto. Serve un ministro dell’economia europeo, un ministro della difesa… L’Italia da sola non può farcela, ma deve puntare a far crescere il proprio peso relativo».
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COSA SUCCEDE FRA LE ISTITUZIONI E INTESA SANPAOLO. L’APPROFONDIMENTO DI START MAGAZINE