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Lagarde

Unicredit-Commerzbank e tassi, cosa dice e cosa non dice Lagarde

Mosse e parole (su tassi e Unicredit-Commerzbank) del presidente della Bce, Lagarde, commentate da Liturri. Estratto dalla newsletter Out.

Sterzare in ritardo provoca sempre effetti disastrosi. Ne sa qualcosa il comandante del Titanic, che offrì il fianco all’iceberg che affondò nella lamiera come una lama nel burro. Allo stesso modo, Christine Lagarde alla guida della Bce in audizione al Parlamento europeo ha fornito uno sconfortante quadro di ovvietà e navigazione a vista.

DOSSIER INFLAZIONE PER LA BCE

Dopo mesi in cui la manifattura di Germania, Francia e Italia segna il passo e in alcuni casi arretra vistosamente e l’inflazione è ormai sotto il 2%, almeno in Italia, da ottobre scorso, oggi la Lagarde realizza che «si è rafforzata la fiducia che l’inflazione proceda tempestivamente verso l’obiettivo del 2% e di ciò sarà tenuto conto nella prossima riunione per le decisioni di politica monetaria prevista per il 17 ottobre».

LAGARDE SEMBRA ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

Sembra Alice nel paese delle meraviglie che fa continuamente scoperte. Quando sono fenomeni di cui avrebbe dovuto avere evidenza con largo anticipo e avrebbe dovuto mettere in atto tempestivamente azioni correttive. Infatti la stagnazione dell’economia dell’eurozona è un fatto noto a tutti gli analisti ormai da mesi e, poiché la Lagarde non può non sapere, è evidente che alla base di certe (non) scelte non ci può essere colpa ma solo dolo.

QUALI SONO I DATI SULL’INFLAZIONE IN EUROPA

I dati sull’inflazione a settembre in Germania (1,8%) e Italia (0,8%), usciti ieri, e quelli relativi a Francia (1,5%) e Spagna, usciti venerdì, hanno solo fornito l’ennesima conferma del processo disinflazionistico in atto. Domani leggeremo il dato relativo all’intera Eurozona che dovrebbe attestarsi intorno al 1,8%. E anziché sottolineare l’ovvio, sarebbe il caso che la Lagarde si assuma le proprie responsabilità circa questo trend discendente che è il segnale di un’economia stagnante. Non esattamente un grande risultato.

E correre ai ripari ora, con tagli tardivi – anche perché il tempo di trasmissione all’economia di questo genere di stimoli può arrivare fino a 12 mesi – è una sconcertante manifestazione di miopia e assenza di volontà di incidere presto e bene sulla crescita e sull’occupazione.

LE MEDICINE SCADUTE DELLA BCE

Ci permettiamo di evidenziare alla Lagarde che somministrare la medicina dopo l’ultima esalazione non è propriamente efficace. Invece siamo costretti ad ascoltare le trite e ritrite manifestazioni di prudenza di fronte ad un’inflazione “core” che stenta a ripiegare e cenni di preoccupazione rispetto ai prezzi dei servizi che manifestano ancora una discreta dinamica. Il mondo ideale della Lagarde è quello in cui è tutto fermo: salari, produzione, redditi e festeggiano solo coloro seduti sopra qualche bolla finanziaria.

Poi giocoforza esploderà pure quella e finiranno tutti per strada con i cartoni contenenti i loro effetti personali.

LE PAROLE DI LAGARDE SU UNICREDIT E COMMERZBANK

Per non farsi mancare nulla, la Lagarde ha fatto pure un cenno al fatto che “sia desiderabile avere banche che possano competere con la scala dimensionale di quelle Usa o cinesi”. Frase che ha fatto subito pensare all’operazione in corso di Unicredit su Commerzbank. Peccato che nessuno abbia osato fargli notare che la scala dimensionale di quelle banche extra europee è notevolmente superiore a quella della più grande banca europea per capitalizzazione (la francese Bnp Paribas, con Banca Intesa e Unicredit staccate di poco).

LA FUSIONE UNICREDIT-COMMERZBANK

La vagheggiata fusione (o qualsiasi altro tipo di combinazione) tra Unicredit e Commerzbank porterà forse a un soggetto la cui capitalizzazione potrebbe essere un sesto di quella della americana JPMorgan. Altro che “campione”. C’è poco da mostrare i muscoli in segno di orgoglio, siamo e resteremo dei nani di fronte a quei giganti che si aggirano tra New York e Londra. Il resto è e resterà periferia.

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