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Transizione

La transizione verde conviene? Solo ai lavoratori qualificati. Report Bankitalia

La transizione ecologica dovrebbe garantire circa 120.000 posizioni lavorative entro il 2025. Ma a beneficiarne saranno soprattutto le professioni più qualificate. Cosa dice la Banca d’Italia (Estratto dalla relazione annuale 2022 della Banca d’Italia) Le trasformazioni strutturali necessarie per ridurre le emissioni di gas climalteranti, il principale obiettivo europeo e italiano per la transizione verde,…

(Estratto dalla relazione annuale 2022 della Banca d’Italia)

Le trasformazioni strutturali necessarie per ridurre le emissioni di gas climalteranti, il principale obiettivo europeo e italiano per la transizione verde, comporteranno una ricomposizione dell’occupazione tra i settori produttivi e tra le tipologie di figure professionali richiedendo anche nuove competenze.

COSA DICONO I DATI EUROSTAT E ISTAT

Secondo i conti ambientali, pubblicati da Eurostat e da Istat con un ritardo di circa due anni dal periodo di riferimento, tra il 2011 e il 2021 la quantità di emissioni per occupato equivalente a tempo pieno generate dalle attività economiche si è ridotta in misura relativamente simile in tutti i principali paesi europei (figura A, pannello a). In Italia questo miglioramento è attribuibile a una maggiore efficienza, anche nei comparti a più alte emissioni, dovuta prevalentemente all’utilizzo di fonti energetiche meno inquinanti; la riallocazione della quota degli occupati verso settori con una minore impronta carbonica ha contribuito in misura molto contenuta (figura A, pannello b). Nei comparti in cui il calo delle emissioni è stato maggiore si è osservata una crescita dell’impiego di specialisti in professioni scientifiche e informatiche lievemente superiore a quella del resto dell’economia.

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GLI OCCUPATI NEI SERVIZI AMBIENTALI

La quota di occupati nella produzione di beni e servizi ambientali espressamente volti a una riduzione delle emissioni è ancora bassa: nei quattro principali paesi dell’area dell’euro era inferiore al 2 per cento nel 2020 e solo in lieve aumento rispetto al 2014. Anche in queste attività, in Italia il numero delle posizioni lavorative ad alta qualifica di tipo scientifico e ingegneristico è salito più che nel resto dell’economia. La transizione ecologica sembrerebbe essersi quindi associata, nel complesso, a una ricomposizione dell’occupazione prevalentemente a favore delle professioni più qualificate.

L’OCCUPAZIONE NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, SECONDO IL PNRR

L’esigenza di abbattimento dei gas climalteranti generati dai processi produttivi aumenterà significativamente nei prossimi anni, per raggiungere l’obiettivo comunitario di un impatto climatico nullo entro il 2050, con ulteriori ripercussioni sulla domanda di lavoro.

Gli investimenti pubblici forniranno un impulso potenzialmente rilevante alla transizione ecologica; il PNRR, da realizzare nel periodo 2021-26, destina a questo scopo il 37,5 per cento delle risorse complessive. Si stima che il Piano attiverebbe nel 2025, l’anno di massima spesa, circa 120.000 posizioni lavorative a tempo pieno limitatamente ai progetti con finalità verdi, a condizione che vengano tutti portati a termine entro le scadenze previste; circa 51.000 di queste posizioni sarebbero riconducibili a misure per cui è esplicitamente indicato nel Piano un obiettivo di abbattimento delle emissioni climalteranti.

Le maggiori attivazioni avverrebbero soprattutto nel settore delle costruzioni per interventi in materia di infrastrutture per la mobilità sostenibile e di riqualificazione del patrimonio abitativo. L’occupazione, rapportata al livello pre-pandemico, aumenterebbe anche in altri comparti, quali ricerca e sviluppo, fabbricazione di mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli e programmazione informatica (figura B).

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