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La Bce silura il pagamento dei dividendi delle banche, ecco perché

La Bce estende la raccomandazione alle banche europee di non pagare dividendi e di non effettuare acquisti di azioni proprie fino al prossimo mese di gennaio. Tutte le motivazioni della decisione della Banca centrale europea

La Bce estende la raccomandazione alle banche europee di non pagare dividendi e di non effettuare acquisti di azioni proprie fino al prossimo mese di gennaio.

L’annuncio è arrivato dalla Vigilanza della Banca centrale guidata dall’italiano Andrea Enria.

Da Francoforte è giunto anche l’invito alle banche di essere estremamente caute con le retribuzioni variabili.

La raccomandazione sui dividendi, spiega una nota, è un provvedimento che si conferma temporaneo ed eccezionale con la finalità di preservare la capacità delle banche di far fronte alle perdite e di sostenere l’economia nella fase di estrema incertezza legata alla pandemia.

Enria nel corso di un incontro virtuale con la stampa ha ricordato che certamente si tratta di una raccomandazione non vincolante “ma ci aspettiamo che le banche la adottino. Nella nostra base legale abbiamo la possibilità di emettere un requisito vincolante (sulla distribuzione dei dividendi, ndr) e non esiteremo a prenderlo se le banche non rispetteranno la raccomandazione ma siamo lieti di vedere che tutte le banche hanno seguito la raccomandazione di marzo”.

Ha aggiunto il capo della Vigilanza Bce: “Stiamo parlando di una raccomandazione che arriva a fine anno, in uno scenario di alta incertezza ed è interesse delle banche di attendere fino a quando non ci sarà chiarezza sul sentiero che prenderà il capitale e la qualità degli asset prima che prendano nuove delibere sulla distribuzione di utili”.

Secondo Enria è opportuno avere in questa fase una raccomandazione “uguale per tutte” che siano più redditizie o meno. ‘Siamo in una situazione molto particolare – ha proseguito – immaginate se avessimo messo una soglia di capitale specifica per la distribuzione dei dividendi, in quel caso tutte le banche avrebbero fatto ogni sforzo per rimanere al di sopra di quella soglia e avrebbero probabilmente effettuato un deleverage e questo avrebbe avuto un impatto, ad esempio sulla disponibilità a dare il credito all’economia reale”.

La situazione è talmente incerta che non c’è visibilità sui rischi per le banche. “Puoi avere una banca che apparentemente ha una situazione di capitale sana ma potrebbe avere una concentrazione dell’esposizione in un comparto produttivo colpito dal Covid con la conseguenza che l’impoverimento di capitale a presidio delle perdite potrebbe essere molto veloce e sarebbe dannoso anche per noi se a quella banca venisse consentito di pagare dividendi”.

Si tratta di una situazione temporanea, ribadisce Enria: “non appena possibile vogliamo tornare alla nostra attitudine, quella di analizzare le banche caso per caso”.

Dopo il provvedimento della Bce per gli istituti soggetti alla sua vigilanza, Banca d’Italia raccomanda fino al primo  gennaio 2021 anche alle banche meno significative di non pagare dividendi relativi agli esercizi 2019 e 2020 (ivi incluse le distribuzioni di riserve) e non assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi relativi agli stessi esercizi.

Inoltre, Palazzo Koch chiede di non procedere al riacquisto di azioni miranti a remunerare gli azionisti. La raccomandazione vale anche per le Sim soggette alle regole del pacchetto Crr/Crd IV.

La limitazione al pagamento dei dividendi, spiega Bankitalia, va riferita solo ai pagamenti in contanti che hanno l’effetto di ridurre il livello e la qualità del Common Equity Tier 1. Gli intermediari che non ritengano di conformarsi dovranno contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le proprie motivazioni e permettere le opportune valutazioni.

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