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Andrea Agnelli Juventus

Juventus, ecco le accuse della Procura contro Andrea Agnelli

Juventus, che cosa emerge dall'“avviso all’indagato e al difensore della conclusione delle indagini preliminari” della Procura di Torino su Andrea Agnelli, Pavel Nedved e non solo. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Un vero terremoto è quello che è stato provocato in casa Juventus dalla chiusura del procedimento aperto nel 2021 dalla Procura di Torino. La società, il cui consiglio d’amministrazione lunedì scorso si è dimesso in blocco (su input di John Elkann, numero uno di Exor), è indagata per irregolarità nei bilanci e per false comunicazioni al mercato.

Ma vediamo quali sono le contestazioni contenute nell’“avviso all’indagato e al difensore della conclusione delle indagini preliminari”, il cui testo è stato letto da Startmag.

GLI INDAGATI

Intanto partiamo con le persone informate dal pubblico ministero.

Il gruppo è guidato, neanche a dirlo, da Andrea Agnelli (presidente) e Pavel Nedved (vicepresidente). Ci sono poi Fabio Paratici (chief football officer) e Marco Giovanni Re (chief financial officer), Stefano Bertola (dirigente e cfo pro tempore) e Stefano Cerato (dirigente con responsabilità strategica). L’atto è indirizzato anche a Cesare Gabasio (avvocato e consulente legale) e ai tre componenti del board Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano. E ancora: la società Juventus Football Club, Paolo Piccatti (presidente del collegio sindacale), Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici (sindaco effettivo), Stefania Boschetti e Roberto Grossi (revisore legale).

LE IRREGOLARITÀ NEI BILANCI 2019-2020-2021

Una condotta che ricorre, secondo il pm, è il falso in bilancio.

Nel comunicato stampa del 20 settembre 2019 e nei bilanci, relazioni o in altre comunicazioni sociali diretti ai soci o al pubblico il progetto di bilancio al 30 giugno 2019 risulta chiuso con ricavi a 621,5 milioni e con perdita di 39,9 milioni. In realtà però gli indagati “diffondevano notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria” causando un’alterazione di prezzo delle azioni quotate al Mercato Telematico Azionario della Borsa. In particolare vengono appostate in bilancio “Plusvalenze da cessione diritti calciatori” per circa 49,7 milioni che hanno consentito di ridurre la perdita da 84,5 milioni e di presentare un patrimonio netto positivo pari a oltre 31,2 milioni anziché negativo per più di 13,3 milioni.

Idem l’anno successivo. Nel comunicato stampa del 18 settembre 2020 e nei bilanci, relazioni o in altre comunicazioni sociali diretti ai soci o al pubblico il progetto di bilancio al 30 giugno 2020 – così come modificato a seguito della risoluzione consensuale del contratto di prestazione sportiva con Gonzalo Higuain – si evidenziano ricavi per 573,4 milioni e un rosso di 89,7 milioni grazie a “Plusvalenze da cessione diritti calciatori”: 78 milioni grazie ad operazioni di “scambio”, oltre 14,6 milioni grazie al trasferimento al Borussia Dortmund di Emre Can e 3,813 milioni per il trasferimento all’Atalanta di Simone Muratore. Inoltre si omette di esporre nel conto economico alla voce “Personale tesserato” l’importo di più di 62,2 milioni. In questo modo si trova una minor perdita di esercizio per oltre 89,6 milioni anziché pari a 236,7 milioni e un patrimonio netto pari a 239,2 milioni anziché superiore a 47,5 milioni.

Stessa condotta nel 2021. Il pm indica il comunicato stampa del 17 settembre 2021 e bilanci, relazioni o in altre comunicazioni sociali diretti ai soci o al pubblico in cui si presenta un progetto di bilancio al 30 giugno 2021 chiuso con ricavi a 480,7 milioni e perdita di 209,9 milioni. Nel conto economico vengono indicati alla voce “Proventi da gestione diritti calciatori” 28,3 milioni e si omette invece di esporre alla voce “Personale tesserato” l’importo di 27,5 milioni esponendo così una minor perdita di esercizio pari a 209,5 milioni anziché pari a oltre 222,4 milioni e un patrimonio netto positivo pari a 28,8 milioni anziché negativo pari a quasi 176 milioni.

LA “MANOVRA STIPENDI”

Un altro capitolo riguarda la cosiddetta “manovra stipendi”. Con comunicato stampa price sensitive del 28 marzo 2020 vengono diffuse – a detta del pm – notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società. In particolare si parla di un’intesa con calciatori e allenatore prima squadra (Massimiliano Allegri) che “prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020” con “effetti economici e finanziari positivi per circa 90 milioni sull’esercizio 2019/2020”. Invece l’accordo raggiunto – effettuato tramite scrittura privata non resa pubblica sottoscritta dal presidente Agnelli e da Giorgio Chiellini, allora capitano della squadra – “prevedeva la rinuncia ad una sola mensilità, con recupero certo e incondizionato di tre mensilità nelle stagioni successive a prescindere dalla ripresa dell’attività calcistica e del trasferimento del calciatore a società terze”, con “conseguenti effetti economici e finanziari positivi, al più, per soli 22 milioni”.

EVASIONE DELL’IVA

C’è poi il capitolo dell’imposta sul valore aggiunto non versata. Per l’anno 2018, nella dichiarazione relativa all’Iva, vengono indicati elementi passivi fittizi per 127.049,18 euro con conseguente Iva “indebitamente detratta” per 27.950,82 euro. Per l’anno seguente, invece, lo stesso meccanismo viene usato per elementi passivi fittizi pari a 604.098,36 euro con conseguente Iva indebitamente detratta pari a 132.901,64 euro. Per il 2020, ancora, stesso meccanismo: elementi fittizi pari a 732.049,18 euro e conseguente Iva indebitamente detratta pari a 161.050,82 euro. Per il 2021 le cifre erano pari, rispettivamente, a 525mila euro e a 115.500 euro.

FALSE COMUNICAZIONI ALLA CONSOB

Le accuse della Procura di Torino riguardano anche le comunicazioni dovute dalla società Juventus Football Club, ente sottoposto alla vigilanza della Consob e quotato al Ftse Italia All Share, alla stessa commissione. Come quella inviata ad aprile scorso in cui – riferisce il pm – sono stati omessi riferimenti “alla sottoscrizione nel periodo aprile-maggio 2021 di plurime scritture private riguardanti 16 calciatori tesserati e contenenti obblighi incondizionati di pagamento degli stipendi oggetto di ‘rinuncia/riduzione’ anche in caso di tesseramento del calciatore a favore di club terzo, per complessivi 63,68 milioni”.

“Le false comunicazioni sociali – si legge nell’atto giudiziario – ed il conseguente ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob consentivano di celare l’erosione del capitale sociale, già perfezionatasi nel bilancio al 30 giugno 2019, e di procrastinare indebitamente l’attività sociale così ottenendo un profitto di rilevante entità, non avendo, peraltro, Juventus Football Club adottato o comunque efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati della specie di quelli verificatisi, inerenti, in particolare, agli investimenti dell’area sportiva ed alla fissazione dei valori di cessione e di acquisto dei diritti dei calciatori”.

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