Sogno Georgiano, il partito al governo in Georgia, ha detto nei giorni scorsi che abbandonerà la proposta di legge che ha innescato le grandi proteste dei giorni scorsi a Tbilisi, la capitale, nel corso delle quali la polizia ha usato lacrimogeni e idranti per disperdere i manifestanti. Centinaia di persone sono state arrestate.
LA LEGGE SUGLI “AGENTI STRANIERI” IN GEORGIA
La proposta di legge in questione obbligava gli organi di informazione e le organizzazioni non governative (ONG) che ricevevano dall’estero una parte dei loro fondi (il 20 per cento del totale o più) a registrarsi come “agenti stranieri” nel paese, pena il pagamento di una multa.
I critici della misura sostenevano che si ispirasse a una legge già esistente in Russia, dove viene utilizzata per reprimere il dissenso verso il governo.
I RAPPORTI ECONOMICI TRA ITALIA E GEORGIA
L’Italia è il quindicesimo mercato di destinazione per le esportazioni georgiane, con una quota dell’1,1 per cento nel 2022. Di contro, la Georgia rappresenta il novantacinquesimo mercato per l’export italiano (circa lo 0,04 per cento nel 2022). L’Italia è il nono paese fornitore della Georgia; la Georgia, viceversa, è la 122° fornitrice dell’Italia.
Nel periodo gennaio-novembre 2022 il valore delle esportazioni italiane in Georgia è ammontato a 247 milioni di euro; le importazioni sono valse 66 milioni. Si tratta di cifre sostanzialmente in linea con gli ultimi quattro anni, se si esclude il 2020.
COSA ESPORTA L’ITALIA IN GEORGIA, E COSA IMPORTA
L’Italia esporta in Georgia principalmente macchinari e apparecchiature (23,7 per cento del totale, per 58,5 milioni di euro), abbigliamento e prodotti tessili (13,8 per cento, per 34 milioni), prodotti alimentari e tabacco (12,9 per cento, per quasi 32 milioni), metalli e derivati (8,6 per cento, per 21,2 milioni).
Vi importa invece soprattutto prodotti agricoli (38,1 per cento, per 25 milioni), metalli e derivati (31,5 per cento, per 20,7 milioni), coke e prodotti petroliferi raffinati (9 per cento, per quasi 6 milioni).
GLI INVESTIMENTI
Nel 2021 gli investimenti diretti esteri italiani in Georgia sono ammontati a 11,8 milioni di euro; quelli georgiani in Italia a 0,3 milioni. Anche in questo caso, le cifre sono rimaste sostanzialmente stabili dal 2018, se si esclude il 2020.
MATERIE PRIME ED ENERGIA E OCCUPAZIONE
Il portale governativo infoMercatiEsteri spiega che la Georgia non è un paese particolarmente ricco di minerali, salvo qualche giacimento di medie o piccole dimensioni di oro, manganese, carbone e petrolio: la Georgia importa infatti la maggior parte delle materie prime di cui ha bisogno dalla Russia, con la quale confina.
A livello energetico, il paese è autosufficiente sull’energia elettrica, che produce per l’80 per cento dall’idroelettrico. Trattandosi però di una fonte dipendente dal meteo, durante l’inverno, quando cala il flusso d’acqua dei fiumi, la generazione idroelettrica non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico; per questo motivo la Georgia ha dovuto costruire delle centrali elettriche a gas naturale.
L’OCCUPAZIONE
Oltre il 50 per cento della forza-lavoro georgiana lavora nel settore agricolo, che però contribuisce al PIL solo per il 90 per cento. La metà della popolazione abita nelle aree rurali.
Il tasso di disoccupazione è parecchio elevato, pari al 22,1 per cento nel 2021: nel 2019 era del 16,6 per cento.
IL QUADRO MACROECONOMICO
Anche l’inflazione è alta: nel 2021 è stata del 13,9 per cento; le previsioni per il 2022 parlano di un 8,9 per cento.
Nel 2022 il PIL della Georgia dovrebbe registrare una crescita del 6 per cento, leggermente sopra alle proiezioni del Fondo monetario internazionale (+5,8 per cento). Nel 2021 la crescita su base annua è stata del 10 per cento, secondo il governo georgiano; le stime del FMI sono più conservative, del +7,7 per cento.
Il debito pubblico georgiano vale intorno al 51 per cento del PIL (era superiore al 60 per cento nel 2021), mentre il deficit dovrebbe assestarsi sul 4,2 per cento. In termini nominali, la crescita della spesa riguarda soprattutto le infrastrutture, i programmi di assistenza sociale e sanitaria e l’istruzione.