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Borse Coronavirus

Come l’Italia dovrà districarsi tra il bazooka abbassato di Draghi e i tassi eccitati della Fed

Il Taccuino di Polillo fra mercati e politica: la mossa della Bce, la manovra della Fed e le aste dei titoli di Stato  Della borsa si parlerà subito dopo. Intanto è necessario registrare quanto avvenuto negli Stati Uniti, in attesa di conoscere i risultati del vertice di Riga: la capitale della Lettonia. Sono circa 2.500…

Della borsa si parlerà subito dopo. Intanto è necessario registrare quanto avvenuto negli Stati Uniti, in attesa di conoscere i risultati del vertice di Riga: la capitale della Lettonia. Sono circa 2.500 i chilometri che la separano da Roma. Ma le decisioni che saranno assunte, colà, dal board della Bce peseranno enormemente sull’evoluzione economica del Paese. Saranno infatti decisi i nuovi tempi del quantitative easing. Vale a dire il progressivo disimpegno della Banca centrale negli acquisti dei titoli del debito sovrano, secondo le rigide procedure fissate un passato.

Le decisioni di Washington ne hanno, in qualche modo, anticipato i possibili sviluppi. Rialzare i tassi di interesse di riferimento, per collocarli intorno al 2 per cento è già un’indicazione precettiva per mercati finanziari tra loro strettamente comunicanti. Si è trattato della seconda stretta dell’era “Jerome Powell” e della settima dal 2015. Altre ne verranno: una in più rispetto alle precedenti previsioni, entro il 2018. Nel 2019 si vedrà.

Per tornare alla situazione italiana, i primi elementi di valutazione non sono incoraggianti. Nel 2019 l’Italia dovrà rinnovare circa 380 miliardi di titoli in scadenza. Il peso di quelli a medio e lungo termine crescerà di circa 30 miliardi, rispetto ai 200 del 2018. Occhi quindi puntati sul possibile “bit to cover”. Vale a dire sulla differenza di rendimento che il Tesoro dovrà garantire per convincere i potenziali sottoscrittori ad investire i loro risparmi. E non basteranno certo le rampogne di Milena Gabanelli per favorire una scelta che ne tocca il relativo portafogli.

I risultati dell’asta di ieri non rappresentano un buon viatico. Il Tesoro ha offerto un pacchetto composto da circa 9,75 miliardi di euro. Pezzature di vario taglio. Contro un’offerta di 6 miliardi di Bot ad 1 anno, la domanda è stata pari a circa 12 miliardi. Squilibrio che ha consentito la piena collocazione, ma ad un tasso maggiore rispetto a quello delle precedenti aste. Il bit to cover è stato pari all’1,92 per cento. I rendimenti sono infatti passati da meno 0,36 per cento a più 0,55. Ed è stato ancora un prezzo di favore se si considera, che in piena crisi per la formazione del governo, i Bot a 6 mesi erano stati piazzati ad un tasso dell’1,36 per cento.

Per i titoli a più lunga scadenza, i risultati sono stati meno brillanti. Se i Btp a 3 anni sono stati tutti collocati, per un importo pari a 2 miliardi, contro un’offerta di 3,33, il relativo rendimento è ugualmente cresciuto dall’1,34 al 2,37 per cento. Con un bit to cover di poco superiore all’1 per cento. Evidentemente il mercato teme di più le turbolenze di breve periodo e spera che, in un orizzonte più lungo, la crisi italiana possa trovare una soluzione migliore. La stessa cosa si è verificata per i Btp a 7 anni. L’offerta, in questo caso, era pari a 2,25 miliardi, contro una domanda di 2,84. Ne sono stati collocati, tuttavia, un po’ meno. Per un importo pari a 2,13 miliardi. Il rendimento è salito dall’1,34 al 2,37 per cento. Con un bit to cover (poco più dell’1 per cento) non troppo dissimile dal caso precedente.

Più preoccupante, infine, il caso dei Btp a 30 anni. In quest’ultimo caso, l’offerta era pari a 1,5 miliardi, ma ne sono stati piazzati solo 1,03, con un rendimento che è salito dal 2,88 al 3,54 per cento. Un bit to cover dello 0,66 a dimostrazione che il “breve” inquieta più del lungo periodo.

Morale della favola: il costo aggiuntivo di questa tornata è stimato in circa 288 milioni. Da sommare a quello delle aste di alcuni giorni fa, che hanno portato un maggior aggravio di circa 250 milioni. Dalla nascita del governo Conte, quindi, lo Stato italiano dovrà versare circa 500 milioni di maggiori interessi. L’avviso ai naviganti non potrebbe essere più chiaro di così.

Fino a metà giornata la borsa italiana era in perdita (meno 0,7 per cento). Poi le prime notizie su risultati della riunione della Bce, quindi il rapido recupero fino alla chiusura, con un guadagno dell’1,22 per cento. Le decisioni della Bce mostrano i segni del compromesso tra chi (soprattutto i Paesi del Nord) voleva un intervento ben più deciso. E chi (i paesi più esposti dal punto di vista finanziario) peroravano un intervento più morbido.

Gli stessi dati della congiuntura non facevano propendere per una delle sue soluzioni possibili. Inflazione in crescita, sempre più vicina al tetto del 2 per cento (1,9 per cento). Ma l’inflizione core – al netto di energia e materie prime – ancora ferma all’1,1 per cento. Mario Draghi è stato costretto a mediare per una soluzione di compromesso. E compromesso fu, accolto dall’unanimità dei consensi.

Per i prossimi mesi – per tutta l’estate – non cambierà alcunché. Gli acquisti dei titoli del debito sovrano rimarranno immutati. Ma a partire da settembre, la stretta. Gli acquisti saranno dimezzati da 30 miliardi al mese a 15. Per i successivi tre mesi. A partire dall’inizio dell’anno, ogni Stato dovrà vederla da solo. La Bce si limiterà a rinnovare i soli titoli in scadenza.

La struttura dei tassi comunque non subirà modifiche, almeno fino all’estate del 2019. Ma la Bce non abbasserà la guardia: pronta ad intervenire – come precisato dallo stesso Mario Draghi – in caso di turbolenze. E’ importante sottolineare questa disponibilità: significa che il quantitative easing è entrato a far parte degli strumenti ordinari per il controllo del ciclo. Nel presupposto che l’euro – di nuovo le parole di Draghi – è, ormai, irreversibile.

Ci saranno riflessi sull’Italia? Troppo presto per dirlo. Dipenderà dalle scelte del governo. Due sono le variabili da tenere sotto osservazione: il tasso di crescita dell’economia reale e la stabilità finanziaria. Da questo binomio dipenderanno le sorti del governo. E non solo.

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