Sul dossier Ita-Lufthansa sta lavorando di concerto una sorta di deep state a cavallo fra Bruxelles e Roma? È l’impressione che alcuni addetti ai lavori stanno percependo dalle ultime notizie e da come sono incartate sui giornali.
L’accordo tra il Mef e Lufthansa, siglato a maggio dello scorso anno per garantire un futuro a Ita Airways, sta rischiando di fallire sotto la pressione dell’Antitrust. Infatti una piccola parte dei tecnici della Direzione generale della Concorrenza, guidati dalla commissaria Margrethe Vestager, sarebbero disposti a dare il via libera all’accordo ma solo a condizione che Ita non entri mai nella joint venture Star Alliance, che Lufthansa condivide con United Airlines e Air Canada.
LE DIVISIONI NELL’ANTITRUST EUROPEO
Ma all’interno dell’Antitrust Ue ci sono alcune divisioni. Se da una parte c’è chi sostiene che le compagnie aeree europee abbiano acquisito troppo potere di mercato, l’altra parte dell’autorità, quella più obiettiva, invece desidera trovare una soluzione con il Mef e Lufthansa, poiché ritiene che la vera sfida del futuro dei cieli sia con i giganti dei cieli americani, turchi, mediorientali e asiatici e favoriscono il consolidamento.
LUFTHANSA DEVE ENTRARE NEL CAPITALE DI ITA CON IL 41%?
Ma cosa vogliono veramente ottenere quei poteri – con addentellati anche nelle istituzioni italiane – che con tutte le loro forze stanno cercando di sabotare le nozze tra Ita e Lufthansa?
Questi signori lo dicono forte e chiaro cosa vogliono: vogliono che i tedeschi propongano alla Ue un acquisto di Ita alle loro condizioni, e quindi Lufthansa dovrebbe proporre alla Ue di entrare subito nel capitale di Ita con il 41% delle azioni attraverso un aumento di capitale riservato da 325 milioni, così come concordato in precedenza. L’integrazione di Ita con Lufthansa, però, verrebbe congelata per 12/18 mesi durante i quali Ita continuerebbe ad essere ancora gestita dai manager e dai consiglieri di amministrazione italiani, con il presidente Antonino Turicchi (nella foto) in testa, e senza alcun innesto di persone indicate da Lufthansa, e così facendo Ita resterebbe controllata del Mef. La paura che aleggia in Ita infatti e che con l’arrivo dei tedeschi venga fatta tabula rasa delle prime linee dirigenziali, da qui la volontà di far naufragare le nozze. Ed è in sostanza a questo che il deep state vuole arrivare. Stanno praticamente dicendo a Lufthansa che per avere Ita devono versare 325 milioni senza poter contare nulla!
I tedeschi però non ci pensano minimamente ad una soluzione del genere, e la proposta inviata alla Dg Comp invece è quella di mantenere separate le attività di Ita sul Nord Atlantico per due anni e di dirottare parte dei passeggeri verso gli hub dei vettori rivali come Air France, KLM, Iberia e British Airways. Che già di per se è una grande concessione se non una rinuncia ad una buona fetta di guadagni.
COME SBLOCCARE LO STALLO
La situazione che si è venuta a creare desta non poca preoccupazione anche tra le sigle sindacali di Ita Airways. La trattativa, avendo affrontato tutti gli aspetti tecnici, è ormai in una fase puramente politica. Alcuni credono che il dossier possa sbloccarsi solo con un intervento ad alto livello politico, forse con una telefonata tra la premier italiana Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anche se il 22 maggio, in una visita a Bruxelles, Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, ha incontrato per la terza volta in poche settimane la commissaria Vestager.
Durante il faccia a faccia, Spohr ha cercato di convincere l’Antitrust Ue presentando un pacchetto di rimedi concordato con il Mef. Le dichiarazioni ufficiali della Commissione europea parlano di “poche proposte” e “progressi lenti”. Dietro le quinte, però, si sta consumando uno scontro senza precedenti tra il duo Roma-Francoforte e Bruxelles. Diversi esperti del settore sono perplessi dall’approccio dell’Antitrust Ue, ritenendo le richieste in special modo quelle sul lungo raggio, irragionevoli e controproducenti.
L’ANALISI DI SPAZZALI
“Il dossier Ita-Lufthansa è stato fin dal principio caratterizzato da molte interferenze da parte di una piccola orda di funzionari all’interno degli uffici della Dg Comp, che rispondono a logiche diverse da quelle industriali se tanno cercando di sabotare le nozze tra Ita e Lufthansa” commenta con Startmag Cristiano Spazzali, analista ed esperto di trasporto aereo, ex direttore generale di AzzurraAir e che segue da tempo il dossier Ita Airways.
Secondo Spazzali “inserire le attività di lungo raggio nella partita delle remedies è stato un atto contrario a quanto previsto della normativa europea sulle concentrazioni, e che può essere ricondotto solo ad una volontà di manipolare questo dossier a vantaggio di un gruppo di potere”.
C’è chi parla di un deep state anche italiano che mette i bastoni fra le ruote: una connessione fra dirigenti italiani filo francesi a Bruxelles e protagonisti politici e manageriali anche italiani che sotto sotto sabotano – ma dicendo il contrario di quello che pensano e per cui lavorano – la fusione. Dice a questo proposito Spazzali: “Che si chiami deep state o AirFrance o Klm ecc ecc, questo è del tutto irrilevante, ciò che veramente è rilevante è che nonostante ci siano stati in questi mesi di trattativa molti segnali che facevano presagire questa manipolazione, nessuno ha voluto prendere i dovuti provvedimenti per salvaguardare le nozze”.
Ma come si può uscire da questo stallo? “L’unica soluzione che io vedo al momento – risponde Spazzali – è quella di portare la Commissione a dichiarare le proprie intenzioni e se ci sarà la conferma della volontà della Dg Comp di non dare il via libera alle nozze, di adire all’arbitrato. In questo modo ci si ritroverà davanti un arbitro terzo che dovrà decidere se la Commissione ha lavorato bene oppure ci sono delle zone d’ombra sulle quali fare piena luce”.
Nel frattempo, prosegue Spazzali, “ci saranno state le elezioni europee e quindi ci sarà anche il cambio della Commissione e il clima sarà certamente più disteso”.
Spazzali infine lancia un avvertimento: “Per Ita se non ci dovesse essere disco verde della UE sarebbe un vero problema. Ita ha la necessità urgente di essere affiancata da un player importante e oggi con l’attuale Dpcm e le restrizioni imposte sugli investimenti stranieri extra-UE sarebbe molto complicato far entrare un partner diverso da Lufthansa. Con tutte queste interferenze si corre il rischio di azzoppare la gallina prima ancora che abbia fatto le uova”.