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Irpef e Flat tax, tutte le insidie delle tax expenditures

Come lungo e tortuoso è il cammino verso la prima legge di bilancio del governo gialloverde , lungo, tortuoso ed anche pieno di insidie sembra essere anche il progetto a lungo termine della Flat Tax generalizzata. Questo è quello che emerge nella nota di aggiornamento del DEF, la  NaDEF, dove nella bozza di Pnr (Piano…

Come lungo e tortuoso è il cammino verso la prima legge di bilancio del governo gialloverde , lungo, tortuoso ed anche pieno di insidie sembra essere anche il progetto a lungo termine della Flat Tax generalizzata.

Questo è quello che emerge nella nota di aggiornamento del DEF, la  NaDEF, dove nella bozza di Pnr (Piano nazionale di riforme) si delineano i passi, o meglio le riforme fiscali intermedie, che dovrebbero portare poi a compimento la riorganizzazione rivoluzionaria del nostro sistema tributario con applicazione della tassa piatta all’intera popolazione dei contribuenti.

La via sembra essere chiara, si partirà da un restyling delle attuali aliquote IRPEF che passeranno da cinque a tre per poi divenire due dal 2021 con scaglioni del 23% fino ai 75 mila euro e del 33% sopra tale soglia, il tutto condito con una revisione e riduzione delle famose TAX EXPENDITURES, ovvero le oltre 400 voci tra detrazioni e deduzioni fiscali molto note e care agli italiani.

Come cita un famoso detto però “non è tanto importante la meta quanto il viaggio ” ed in questo caso il percorso sembra essere quasi più insidioso del traguardo a cui si punta.

L’ALIQUOTA MEDIA EFFETTIVA

Uno studio del Mef indica come l’aliquota media reale per fascia di reddito sia sensibilmente inferiore a quella dello scaglione Irpef di riferimento e questo proprio grazie all’effetto prodotto dal mare magnum di detrazioni che abbattono l’imposta e deduzioni che riducono l’imponibile.

Benché l’attuale prima aliquota IRPEF sia infatti del 23%, i redditi fino a 15 mila in media pagano realmente in media solo 5,2% di imposte, lo step successivo fino ai 28 mila euro sconta l’aliquota reale media del 14,4% e quella fino ai 55 mila il 21,4%.

E’ chiaro come la concomitanza del regime fiscale a due (tre) aliquote con la prima al 23% ed un contestuale stralcio delle tax expenditures rischia di aumentare il carico fiscale i redditi fino a 55 mila euro.

LA DISTRIBUZIONE DELLE TAX EXPENDITURES

Detrazioni e deduzioni sono appunto una infinità di voci il cui impatto in termini di risparmio fiscale è per il 78,2% concentrato nella fascia da 0 a 28 mila euro con il picco del 44.9% nella fascia tra i 15 mila ed i 28 mila euro.

Anche in questo caso il taglio o la rimodulazione delle stesse unita al sistema a tre o due aliquote rischia di danneggiare maggiormente le fasce basse delle popolazione.

L’ASPETTO SOCIALE/REDISTRIBUTIVO DI DETRAZIONI E DEDUZIONI

Il sistema di detrazione e deduzioni è strutturato sia con finalità sociali/redistributive sia per incentivare determinati settori economici.

Tra le detrazioni oltre a quelle per il lavoro dipendente e familiari a carico, a farla da padrona sono quelle relative alle spese sanitarie (circa 18 miliardi) quelle sulle assicurazioni vita (circa 5 miliardi) e quelle sugli interessi passivi dei mutui per l’abitazione principale (circa 4 miliardi); tra le deduzioni invece il 74,78% del totale è relativo ai contributi previdenziale ed in seconda posizione ci sono i contributi per i collaboratori domestici (circa 1.5 miliardi).

Nelle prime posizioni delle TAX EXPENDITURES ci sono tipologie di spese socialmente rilevanti ed il cui taglio potrebbe minare l’impianto e la finalità redistribuiva delle stesse.

Altro caso sono quelle istituite per incentivare un particolare settore economico come le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus, in questo caso una non conferma o riduzione delle stesse avrebbe come diretto risultato una contrazione delle spese o, nel peggiore dei casi, un ricorso al nero per ottenere indirettamente parte del risparmio prima concesso ex legem.

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