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Bce Elezioni

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Ubi e non solo. Ecco gli effetti delle ultime sortite Bce su prestiti e accantonamenti

L'articolo di Elena Dal Maso

Equita Sim fa il punto della situazione sul comparto bancario dopo le novità della Bce (Srep, Addendum, possibile altro round di Tltro) e la situazione macro economica legata alle incertezze politiche in Italia e all’economia mondiale, in continua frenata.

ECCO IL REPORT DI EQUITA SU INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, MPS, BANCO BPM, UBI E NON SOLO

La Sim milanese identifica quindi gli impatti delle sfide di breve e medio periodo per le banche italiane sul fronte degli accantonamenti relativi agli stock di esposizioni non performanti, il rimborso (ma anche rinnovo) del programma di Tltro di sostegno alla liquidità del settore finanziario europeo e le strategie di emissione obbligazionaria (il funding).

CHE COSA SI STIMA SU INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, MPS, BANCO BPM, UBI E NON SOLO PER LE INDICAZIONI DELLA BCE

In un lungo report dedicato al settore (Hit but not Sunk), gli analisti evidenziano come il contesto sia “sempre piu’ sfidante”, ma anche come i rischi siano compresi già nei prezzi e come le “ricapitalizzazioni” siano allo stato attuale “improbabili”. “Rispetto a una percezione di rischio iniziale ben più elevata, crediamo che le ricapitalizzazioni siano improbabili e il margine di ribasso” per i titoli, “con valutazioni del 30% sopra i minimi degli ultimi 5 anni”, sia “limitato, anche alla luce di risultati dello Srep migliori delle attese”, spiegano gli esperti.

TUTTE LE ULTIME SORTITE DELLA BCE

La raccomandazione contenuta nelle indicazioni di Francoforte sui requisiti di capitale per il 2019 (Srep) unita alla richiesta (Addendum) di portare a 100% le coperture sullo stock di Npe (esposizioni non performanti) entro al massimo 7 anni (2026), crea un incentivo a continuare nelle cessioni.

CHE COSA PREVEDE EQUITA PER  INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, MPS, BANCO BPM, UBI E NON SOLO

La sim milanese stima 72 miliardi di euro di cessioni di crediti deteriorati entro il 2022-2023 contro i 100 miliardi nel biennio 2017-2018, che corrispondono a -24 punti base di Cet1 al 2020 (ovvero un peso di 2,2 miliardi) e -160 punti base al 2026 (si arriva a questo punto a un fardello di 15 miliardi). I broker non vedono “rischi imminenti sul Cet, ma il maggior assorbimento di capitale a regime comporterà, al 2026, 158 miliardi di minori prestiti (-15%)”, spiega Equita.

I NUMERI E IL REPORT

Quanto al Tltro e alle strategie di provvista, gli esperti ricordano come entro il 2020 ci saranno 200 miliardi di raccolta da rifinanziare, di cui 188 miliardi attraverso il programma di liquidità della Bce. In base ai calcoli di Equita, se il 40% dell’esposizione con Francoforte verrà rinnovata, “non ci sono rischi di ulteriore deleveraging sugli impieghi, ma le banche dovranno emettere almeno 70 miliardi di bond e ridurre di 27 miliardi (-18%) lo stock di Btp”. Il costo della normalizzazione del passivo è di 2,4 miliardi “e assorbirà per intero il beneficio sul net interest income dell’eventuale aumento di 100 punti base dell’Euribor”.

ECCO LE CONDIZIONI MACRO

Infine, le condizioni macro. Le banche, spiega Equita, hanno indicato un costo del rischio 2019 stabile o in calo anno su anno, con il 2018 normalizzato a 68 punti base, uno scenario che ai broker “sembra ottimistico alla luce del rallentamento macro in corso”. Già oggi i prezzi attuali degli istituti quotati a Piazza Affari scontano un costo del rischio 2019-2020 fra 74-79 punti base, ovvero 16 punti sopra le stime di Equita, “il che implica un rischio al ribasso implicito del 15%”.

LE PAGELLINE A  INTESA SANPAOLO, UNICREDIT, MPS, BANCO BPM, UBI E NON SOLO

Sempre oggi Equita ha rivisto il portafoglio della sim e ha aumentato di 50 punti base il peso di tre banche grazie ad “una lettura leggermente più costruttiva del profilo rischio/rendimento”: Banco Bpm (rating Buy, target price 3 euro), Bper (Buy, prezzo obiettivo 5,5 euro), Unicredit (Buy, target price 16,8 euro). Dal portafoglio esce invece Intesa Sanpaolo (Hold, target price 2,6 euro) per lasciare spazio “a titoli con più beta” (maggiore potenzialità di rialzo).

Infine la sim conferma su Carige la raccomandazione Hold e il target price di 0,01 euro, su Mps il giudizio Hold e il prezzo obiettivo di 2,3 euro, sulla Popolare di Sondrio Hold e 3,7 euro, sul Credito Valtellinese Buy e 0,11 euro, sul Credem Hold e 6,3 euro, su Mediobanca Buy e 9,8 euro, su Ubi Hold e 3,2 euro.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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