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Dati Bilancio Banche

Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Bpm, Ubi e non solo. Che cosa succede con i crediti deteriorati

Numeri, confronti e scenari tratti dai risultati delle ultime ricerche del centro studio Uilca che si basano sull'analisi dei conti delle maggiori banche italiane come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bper, Ubi e non solo.

Che cosa sta succedendo ai crediti deteriorati in pancia alle banche? Come procede la dimissioni degli Npl con veicoli esterni decise dagli istituti di credito? E queste operazioni a lungo andare produrranno solo vantaggi alle banche?

Sono le domande che si desumo dai risultati delle ultime ricerche del centro studio Uilca che si basano sull’analisi dei conti delle maggiori banche italiane come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bper, Ubi e non solo.

LA RICERCA DEL CENTRO STUDI

“Quasi tutte le banche – osserva Roberto Telatin, responsabile del centro studi Uilca – hanno aumentato, nel corso del secondo trimestre le rettifiche sui crediti, complessivamente aumentate di 282 milioni, con un costo del credito che non si è ridotto per nessuna delle Banche analizzate”.

LA LETTURA DEI DATI

Dalla lettura complessiva dei dati del secondo trimestre 2018 emerge, dunque, che la riduzione dei ricavi (-2,4%) è maggiore della riduzione dei costi operativi (-2,2%) e questo è un segnale preoccupante per il settore che non deve essere sottovalutato.

IL COMMENTO ALLO STUDIO

“Dallo studio emerge, analizzando i crediti presenti nelle Bbnche considerate, una diminuzione di circa 20 miliardi di crediti deteriorati
netti rispetto la fine del 2017, segno dell’inizio di quelle operazioni di cessione in questo senso già annunciate», fa notare il segretario generale Uilca Massimo Masi.

IL PROCESSO IN CORSO SUGLI NPL

“Tale processo, che continuerà anche nei prossimi anni – secondo Masi – rischia di essere penalizzante per i piccoli Istituti i quali, avendo uno stock di NLP rilevante rispetto al totale dei crediti in bilancio, otterranno prezzi più bassi se paragonati a competitor con volumi elevati. E questo potrebbe spingere il sistema a favorire le fusioni bancarie”.

L’ALLARME DELLA UILCA

“La Uilca – aggiunge il segretario generale – segnala da tempo le conseguenze negative di questi processi sulle Banche di piccole dimensioni, a maggior ragione se questi effetti rischiano di tradursi in un meccanismo continuo di fusioni e cessioni”.

FRA UTILI ED ENTRATE

Masi sottolinea, inoltre, come il negativo sugli utili del secondo semestre sia un risultato allarmante di cui più volte la Uilca ha fatto previsione, date le entrate straordinarie della prima fase da considerare in quanto tali.

CONCLUSIONE E AUSPICI

“Dietro la cessione dei crediti deteriorati – dice Masi – vi è dunque anche un depauperamento di quello che è il patrimonio della banca cioè la relazione con il cliente, che viene, di fatto, “venduta” assieme al credito deteriorato. Da quando gli NPL sono divenuti un business, i piani industriali delle banche, come richiesto anche dai regolatori bancari europei, si sono focalizzati più sullo smaltimento del credito deteriorato piuttosto che sulla possibilità di concederne di nuovo” aggiungendo: “Per questo non dobbiamo stupirci del calo costante del margine d’interesse”.

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