Unicredit resta in sella alla classifica delle banche italiane per attivi tangibili ma la distanza dall’inseguitrice Intesa Sanpaolo è destinata a erodersi per la politica di alleggerimento degli asset non strategici perseguiti dal Ceo, Jean Pierre Mustier, che stanno facendo interrogare non sono poco gli analisti (qui l’approfondimento di Start), mentre non mancano anche subbugli interni al gruppo.
E’ uno degli aspetti che si rileva dal rapporto “Le principali società italiane” curato dall’area studi di Mediobanca, che fotografa i bilanci 2018 di 422 banche italiane.
CHE COSA MOSTRA IL RAPPORTO
Gli analisti di Piazzetta Cuccia stavolta hanno passato al setaccio 422 bilanci, di cui 43 consolidati (nei dati aggregati è però esclusa la Cdp). Dal dossier emerge come l’attivo tangibile degli istituti italiani (dati non consolidati) ammonta a 2.621 miliardi, in diminuzione di 42 miliardi (-1,6%) sul 2017. Quanto al conto economico del sistema bancario, il dossier mostra l’aumento del margine di interesse (+6,1% sul 2017) e dei dividendi incassati (+8,4%), la flessione dei ricavi commissionali (-1,5%) e del trading, quasi dimezzato, che passa da 1,2 miliardi a 0,7 miliardi nel 2018.
I NUMERI DI SISTEMA
Rispetto alle voci di spesa, calano costo del lavoro (-9,6%) e gli oneri amministrativi (-7,1%). In miglioramento il cost/income ratio che scende dal 75,1% al 66,9%. Le svalutazioni dei crediti calano del 46,4% (-9,1 miliardi), da 19,7 a 10,6 miliardi. Rispetto ai ricavi, la loro incidenza diminuisce dal 30,6% al 16,1% del 2018. Il roe 2018 del sistema e’ positivo (5,4%) mentre l’utile aggregato è pari a 10,6 miliardi, praticamente ‘invariato rispetto all’anno precedente’.
IL CASO UNICREDIT
UniCredit è in testa tra le banche italiane con 828 miliardi di euro di attivi tangibili, in calo dello 0,7% rispetto al 2017, tallonata da vicino da Intesa Sanpaolo con 778,6 miliardi. La cessione e il deconsolidamento della quota di FinecoBank lo scorso luglio toglie agli attivi di UniCredit circa 25 miliardi, secondo i dati 2018 del rapporto.
COME VANNO BANCO BOM E UBI BANCA
Nella classifica al terzo posto, ben distanziata dalle prime due, Cassa Depositi e Prestiti con 370 miliardi di attivi, Banco Bpm (159,2 miliardi), Banca Monte dei Paschi di Siena (130,3 miliardi) e Ubi Banca (123,6 miliardi).
INTESA SANPAOLO SVETTA PER GLI UTILI
La classifica si rovescia se si guarda al risultato dell’esercizio 2018: Intesa Sanpaolo è prima con un utile netto di poco più di 4 miliardi, seguita da UniCredit con 3,9 miliardi. Banca Popolare di Bari è il fanalino di coda del campione con 420 milioni di perdite nel 2018, preceduta da Banca Carige (-273 milioni). Nell’ultimo biennio Intesa batte UniCredit con 11,4 miliardi di utili contro 9,36 miliardi, mentre il fanalino di coda spetta a Mps con 3,2 miliardi di perdite.
IL RAPPORTO COSTI-RICAVI
A livello generale il rapporto mostra il continuo miglioramento del cost/income che scende al 66,9% a fine 2018 dal 75,1% dell’anno prima con le banche commerciali (65,9%) che fanno meglio di Bcc (75,1%) e popolari (72,3%).
CRESCONO I RICAVI
In crescita i ricavi (+2,1%) grazie alla dinamica del margine di interesse (+6,1%) a fronte di commissioni in calo (-1,5%) e ricavi da trading pressoché stabili.
COME CALANO I DIPENDENTI
Con un utile aggregato di 10,6 miliardi il Roe 2018 del sistema è stato del 5,4%. In calo la forza lavoro e gli sportelli: nel 2018 il numero dei dipendenti bancari è sceso di 9.000 unità, portando il totale dell’ultimo decennio a 51.000, mentre sono stati chiusi 2.000 sportelli (8.000 in meno negli ultimi 10 anni).