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Banche Italiane

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm e Bper. Ecco i conti (a confronto). Report

Studio First Cisl sulle semestrali dei primi cinque gruppi del credito nazionali. In aumento i ricavi e gli utili, in calo occupati e sportelli   La pandemia non spaventa le banche italiane, almeno quelle di dimensioni maggiori. La conferma di quanto si evinceva leggendo singolarmente le semestrali arriva dall’analisi condotta dall’Ufficio studi del sindacato First…

 

La pandemia non spaventa le banche italiane, almeno quelle di dimensioni maggiori. La conferma di quanto si evinceva leggendo singolarmente le semestrali arriva dall’analisi condotta dall’Ufficio studi del sindacato First Cisl, che ha passato al setaccio i bilanci di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena (Mps), Banco Bpm e Bper. Nonostante il buon andamento di proventi e utili, però, continuano a diminuire il numero dei dipendenti e quello degli sportelli.

I CONTI ECONOMICI DELLE BIG FIVE

Come si diceva, la prima parte dell’anno è andata piuttosto bene per le prime cinque banche del Paese con i proventi operativi a oltre 25,3 miliardi (+5,5%), trainati dall’incremento record delle commissioni nette (+12%) a 10,5 miliardi e da altri ricavi per 4 miliardi, originati perlopiù dalla gestione delle attività finanziarie. Segno più anche per il margine primario per dipendente, che cresce del 6,5% superando quota 85 miliardi, e per le commissioni nette per dipendente che salgono del 16,8% a 42,5 miliardi. E ancora: risultato di gestione per dipendente a 47,4 miliardi (+18,1%), risultato netto oltre i 6 miliardi e risultato netto di gestione a 9 miliardi (+89,2%).

Inoltre, si dimezzano le rettifiche nette sui crediti (da 5,6 a 2,7 miliardi), con una riduzione dei crediti deteriorati netti del 4,9% da 29,9 miliardi di inizio 2021 agli attuali 28,4 miliardi e un Npl ratio netto al 2,4% dal 2,5%. Continua a scendere il numero dei dipendenti (-4%) che dal primo semestre 2020 al primo semestre 2021 passano da 258.954 a 248.628 e delle filiali (-7,4%) che scendono da 14.384 a 13.318. In flessione di oltre 3 punti percentuali il cost/income (53,5%), su livelli nettamente inferiori al valore medio delle principali banche europee.

Dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021 aumenta dell’8,7% la raccolta indiretta e dello 0,2% la raccolta diretta da clientela mentre calano i crediti contro clientela (-1,2%). In crescita, infine, sia il prodotto bancario (+2,6%) sia il prodotto bancario in rapporto ai dipendenti (+4,3%).

MPS: RICAVI E UTILI MEGLIO DELLE ATTESE

L’analisi del sindacato si concentra poi sulla performance di Montepaschi, protagonista delle cronache bancarie negli ultimi giorni per la possibile incorporazione in Unicredit, operazione in cui il Tesoro – in uscita dall’azionariato – da tempo poneva speranza.

Ebbene, secondo First Cisl la performance di Siena mostra una chiara capacità di sviluppo dei ricavi (+7,7%), anche grazie all’aumento delle commissioni nette (+8,7%), che rappresentano il 56,3% del margine primario, il valore percentuale più elevato tra le cinque maggiori banche prese in esame. Positive le prospettive del margine di interesse legate al calo del costo della raccolta. “Su questo fronte – commentano dal sindacato – l’inversione di tendenza potrà realizzarsi quando la banca potrà sviluppare gli impieghi” visto che i crediti alla clientela di Mps per dipendente arrivano a 3,8 milioni mentre il dato medio delle Big 5 è di 4,7 milioni.

Da notare, si legge ancora nello studio, che “l’andamento dei ricavi appare significativamente migliore di quello previsto dagli stress test nello scenario base per il 2021. Il semestre si chiude infatti con 202 milioni di utile contro i 28 stimati dall’Eba per l’intero anno”. Per quanto riguarda invece l’abbattimento di 2/3 delle rettifiche si spiega con la qualità del credito, ora “un punto di forza della banca anche in vista delle prossime trimestrali”. Secondo First Cisl i risultati ottenuti da Montepaschi vanno ascritti allo “straordinario impegno delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno saputo fronteggiare le avversità del piano di ristrutturazione focalizzato su un taglio dei costi così pesante da ostacolare gli obiettivi di ricavo”.

IL SEGRETARIO COLOMBANI: RIPRESA IN ATTO MA LA STRADA NON È QUELLA DEL TAGLIO DEI COSTI

È un commento positivo quello che arriva dal segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani: “Dai bilanci dei primi cinque gruppi italiani arrivano segnali che rappresentano lo specchio della ripresa in atto – afferma -. Questa tendenza potrà rafforzarsi grazie al forte recupero del Pil e soprattutto all’avvio del massiccio programma di investimenti del Pnrr. Anche i dati sulla qualità del credito sono confortanti, con la gestione delle moratorie che non ha provocato significativi impatti sui deteriorati. È probabile che il contenimento delle svalutazioni dei crediti prosegua anche nei prossimi mesi”. Se questo è il quadro è però importante che le banche si assumano “la responsabilità del loro ruolo nei confronti del Paese” e non si lascino “guidare solo dalla politica dei dividendi. La strada non è quella del taglio dei costi – prosegue Colombani – attraverso la riduzione di personale, chiusura di filiali, esternalizzazione di attività e accentramenti di funzioni e competenze, minori flussi di credito per le piccole imprese. Questi purtroppo sono stati gli effetti prodotti dai processi di concentrazione che rischiano di propagarsi ulteriormente, creando condizioni insanabili di squilibrio territoriale nel Paese, proprio l’opposto di ciò che va realizzato con il Pnrr” conclude il segretario First Cisl.

 

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